A Palazzo Ducale è tempo della mostra 'L'arte e la croce'

Si intitola “L’arte e la croce” la mostra  che sarà ospitata nelle sale del Palazzo Ducale di Massa (Ms), da sabato 14 gennaio - vernissage alle ore 17 - fino al 19 febbraio, ultimo evento espositivo del ciclo “Oltre l’immagine” organizzato dall’Associazione Quattro Coronati in collaborazione con il Comune di Massa.

Una rassegna che dallo scorso settembre ha ottenuto nelle precedenti tre mostre un grande successo di pubblico e critica proponendo artisti “ fuori dagli schemi” per la loro originalità sia nell’uso dei materiali che nei temi proposti come Dany Vescovi, il duo Bertozzi & Casoni e Marco Cornini. L’ultima mostra, curata come le altre da Mauro Daniele Lucchesi, affronta il tema più antico e mai risolto dall’uomo, la spiritualità, il “divino”.

In mostra 27 opere di 22 artisti che interpretano questo tema secondo la loro sensibilità e il proprio linguaggio e che spaziano in tutti i campi artistici: pittura, scultura, fotografia e installazioni. Tra questi nomi consacrati nella storia dell’arte italiana e internazionale come Sandro Chia, Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Gian Marco Montesano, Romano Cagnoni, Mario Ceroli, Hermann Nitsch oltre ad altri artisti di indiscussa fama e valore come Nicola Bolla, Arnold Mario Dall’O, Giovanni Manfredini, Piero Mosti, Lorenzo D’Andrea, Federico Guida, Nicola De Maria, Agostino Arrivabene, Michelangelo Galliani, Dany Vescovi, Marco Cingolani, Franco Marrocco, Pino Deodato, Marco Biscardi, Dania Zanotto, Leonida De Filippi.

Il percorso espositivo si snoda tra la Sala degli Specchi e il Salone degli Svizzeri di Palazzo Ducale splendido edificio cinquecentesco situato nella centralissima Piazza Aranci costruito dai Cybo Malaspina. Ogni opera esposta ha un suo messaggio preciso e racconta un aspetto del rapporto tra arte e spiritualità secondo un approccio che si può definire “laico”. Si possono vedere opere che interpretano la fede e altre la difficoltà di credere che si misura con il linguaggio dell’arte contemporanea.

Tra le opere esposte un dipinto di Mimmo Paladino che racconta una fede arcaica, dove una figura blu cerca di raggiungere il giallo che simboleggia la luce. Tra le installazioni si può citare la “Croce di Aleppo” di Leonida De Filippi, un’opera dalla grande forza evocativa con una croce di legno spezzata circondata da filo di ferro rosso. Un modo per denunciare una tragedia come la guerra dove il simbolo della fede può considerarsi senza speranza.

Hermann Nitsch, uno dei massimi esponenti dell’Azionismo viennese, punta a invece provocare il pubblico con il suo paramento intriso di sangue, ma accanto ci sono anche delle bende bianche a significare che nella fede c’è sempre una possibilità per rimarginare le ferite. Il fotografo Romano Cagnoni, tra i più noti e apprezzati  reporter di guerra italiani, presenta in mostra 4 fotografie. Tre raccontano la dimenticata guerra del Biafra del 1969 con le immagini di bambini soli e sullo sfondo un crocifisso, una quarta fotografia è invece una icona degli anni ’70. Scattata a Bologna nel 1976 si vede una suora che passeggia davanti ad una grande falce e martello, simbolo dell’allora Partito Comunista, uno scatto che unisce proprio due così forti ideali, quello religioso e quello politico.

“In passato il rapporto tra arte e religione - spiega il curatore Mauro Daniele Lucchesi - viveva di reciproca dipendenza rivelando la condizione rituale, culturale, individuale e collettiva che corrisponde alla primordiale sacralità della vita. Nella nostra epoca  molto spesso l'artista  evita di legare la sua espressione alla religione risultandone una figura più meditativa e incerta. Ambiguità, autocritica, ironia si insinuano nell’opera, l’esclusività e l’intimità del rapporto fra chi guarda l’opera che genera stupore, meraviglia, fascinazione (o il contrario), consente di porsi nella condizione di percepire la “spiritualità”, la “sacralità”, il sentimento “religioso”, di avvertirla come “sensazione” senza doverla riconoscere necessariamente nelle forme o nei simboli della tradizione”.

“La mostra propone opere di vari artisti uniti da un tema - aggiunge Michela Simona Eremita, che ha curato il testo critico-, che diventa occasione per una riflessione sulla morte e sulla spiritualità estesa anche al pensiero laico. Questi artisti, infatti, con diversi linguaggi e diverse materie, con più o meno levità, portano nel nostro tempo quello che è un tema che convive con l’uomo nella sua consapevolezza di essere caduco, permettendo, nella varietà, allo spettatore di rinvenire la propria affinità di pensiero e sensibilità”.

“Con questo ciclo di mostre abbiamo restituito alla città gli splendidi spazi di Palazzo Ducale - ha detto il sindaco di Massa Alessandro Volpi -, abbiamo avuto un importante aumento dei visitatori e vogliamo proseguire sulla strada di offrire mostre dedicate all’arte contemporanea perché per noi il tema della riconoscibilità è fondamentale. Per questo motivo Massa ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento sia per il panorama toscano che nazionale per quanto riguarda il contemporaneo”.

Il catalogo è edito da CLD libri con testo critico di Michela Simona Eremita.  La mostra collettiva “L’arte e la croce”sarà aperta fino al 19 febbraio 2017 ad ingresso libero nel Palazzo Ducale di Massa (Ms), Piazza Aranci 35, dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30.   Informazioni: tel. 3288375423, e-mail: mdlucc57@gmail.com

Fonte: Ufficio stampa iLogo

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