Disabilità e arte in 'Divine Creature': rassegna fotografica al Museo dell'Opera

Disabilità e arte in un’immagine che riproduce un’opera di un grande del passato. E’ questo il concetto che sta alla base di una mostra fotografica che vede protagonista alcuni membri dell’associazione empolese “Noi da Grandi”.

In pratica a fare da modelli per questo ambizioso e affascinante progetto sono stati alcuni ragazzi e ragazze che sono portatori di disabilità. Anche qualche genitore ha partecipato alla splendida esperienza che li ha visti a contatto con vari professionisti del settore.

“Divine Creature” è il titolo della rassegna fotografica a cura di Stranemani International che si tiene da sabato 11 marzo fino al 17 aprile al Museo dell’opera del Duomo di Firenze, aperta tutti i giorni dalle 9 alle 14.

“Divine Creature” è un progetto fotografico ideato da Adamo Antonacci ed è incentrato sul tema della disabilità affiancato a quello dell’arte pittorica sacra.
Si tratta quindi di ricreare quadri famosi raffiguranti capitoli della vita religiosa, utilizzando come fotomodelli portatori di handicap scelti nei centri che ospitano ragazzi disabili, i quali hanno particolarmente a cuore la natura più profonda del progetto.

Il maggiore contributo al progetto è stato dato proprio da bambini, ragazzi e adulti disabili dell’associazione empolese che, accompagnati dai loro genitori, anch’essi nei panni di storici personaggi, si sono impegnati nel progetto per circa 6 mesi.

«Il rapporto speciale tra arte e disabilità con questa mostra cambia forma – spiega l’assessore alle politiche sociali Arianna Poggi –. Molto spesso le persone disabili attraverso l'arte si esprimono e sviluppano talento e capacità eccezionali tali da realizzare una speciale abilità artistica in grado di trasmettere forti emozioni e abbattere qualsiasi barriera, non solo fisica. La mostra, che ha avuto come primi attori molti dei ragazzi della associazione empolese Noi da grandi, desta curiosità anche perché lancia un messaggio diverso. Al centro della rappresentazione ci sono i ragazzi disabili con le loro famiglie che diventano i modelli a cui l'opera di ricostruzione si ispira. Sono certa che questa esperienza per i ragazzi sia stata allo stesso tempo nuova ed eccitante. Avere associazioni sul nostro territorio che approfittano di ogni momento per valorizzare i propri ragazzi è certamente una grande ricchezza per la nostra città e grazie a questa occasione ancora una volta l'arte e questa mostra itinerante,  hanno dato l'opportunità a tutti i protagonisti di affermare se stessi».

Il percorso di ri-creazione di famosi quadri offre a chi lo guarda una sconfinata varietà di emozioni, rappresentando un vero excursus artistico-religioso. Il desiderio del fotografo Leonardo Baldini è quello di unire pittura e fotografia. Baldini è da sempre impegnato nel mondo della disabilità.

Il suo contributo, sommato a quello dello stesso ideatore Adamo Antonacci e a un grande numero di collaboratori, ha permesso di dare vita e forma fotografica ai quadri e di realizzare una mostra ricca di speranza nel riuscire a indurre la comunità alla riflessione e al dibattito. In sintesi, alla crescita di un nuovo e più acuto spirito critico e sociale.

I protagonisti delle foto si sono impegnati con costanza e dedizioni nel realizzare una mostra che pone in prima linea l’attenzione verso i più deboli.

La mostra prevede la riproduzione fotografica di dieci opere della storia della pittura sacra dal 1400 al 1900, interpretate da ragazzi disabili e da alcuni genitori di Empoli.

Le opere rappresentate sono l’Annunciata di Palermo (Antonello da Messina ,1476), Ecce Homo (Cigoli, 1607), l’Adorazione del Bambino (Gherardo delle Notti, 1620), Il Bacio di Giuda (Giuseppe Montanari, 1918), l’Annunciazione (Caravaggio,1608), il Cristo Porta croce (Tiziano, 1505), la deposizione di Gesù (Antonio Ciseri, 1864-1870), il Cristo Morto (Mantegna, 1475-1478), il Putto che suona (Rosso Fiorentino, 1521) e la cena di Emmaus (Caravaggio, 1606).

Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa

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