Aggressione all'Ambrogiana: dubbi sull'identità della giovane ripresa dalle telecamere

aggressione montelupo

(foto gonews.it)

Le cose si complicano per il caso dell'aggressione della 17enne al parco dell'Ambrogiana di Montelupo Fiorentino. La puntata di questa sera, mercoledì 1 novembre, di Chi l'ha Visto?, trasmissione di Rai 3 condotta da Federica Sciarelli, pone più dubbi di quante certezze siano state appurate negli scorsi giorni e nelle scorse settimane. Sappiamo che la minorenne ha potuto fare ritorno a casa dopo le dimissioni dall'ospedale di Empoli. Riguardando la dinamica dei fatti di quella sera, sono emersi nuovi dettagli e molti interrogativi.

L'arrivo al Parco

La giovane, come già detto, non ricorda molto di quella serata. Addirittura, non ricorderebbe nemmeno di essere stata al Parco dell'Ambrogiana, né di averlo raggiunto a piedi. Quindi, secondo la ragazza, tutto si abbuia dopo l'uscita dalla discoteca Jump Rock. Qui bisogna fare affidamento sul lavoro di indagine delle forze dell'ordine e le testimonianze del gruppo di amici. Gli stessi che alle 7.30 circa hanno poi sporto denuncia.

L'avvocato di famiglia continua a esporre i dubbi su questo aspetto: "I ragazzi affermano che non avevano i numeri di telefono dei genitori ma pare che qualcuno del'avesse.

Le immagini delle telecamere

Tornando all'ultima testimonianza visiva, quella delle telecamere del parco, il padre della giovane mette in dubbio la possibilità che quella ritratta pochi minuti dopo le 6 del mattino sia veramente sua figlia. "La ragazza inquadrata ha lo zaino sulla spalla sinistra, ma mia figlia lo porta sulla destra o solitamente su tutte le due spalle quando ha molte cose all'interno, i trucchi, il cambio di vestiti, ecc", afferma il padre. E poi specifica: "Lei mi ha detto che a quell'ora non avrebbe potuto telefonare a nessuno, erano già tutti a letto". Infine un dettaglio personale: "La ragazza inquadrata aveva il cappuccio su, ma lei dice che sopra il cappuccio aveva la marca dell'indomento. Rivedrei volentieri la foto perché non sono sicuro". Il resto dei vestiti, cioè le scarpe bianche e i jeans strappati, sono comuni a molte giovani e quindi facili da dissimulare.

Il possibile precedente: il caso Noventa

Questo riporta alla mente un caso di cronaca piuttosto recente, avvenuto a Padova nel 2016. Si tratta del caso Isabella Noventa, la 55enne uccisa un anno e mezzo fa e il cui corpo non è ancora stato trovato. Per il delitto sono stati condannati i fratelli Sorgato assieme a Manuela Cacco.

Quest'ultima, per depistare le indagini e far credere che Noventa fosse ancora viva, si travestì come la donna uccisa e camminò appositamente sotto le telecamere in centro a Padova. Indossò una felpa come quella della vittima e si incappucciò in modo tale da mascherare il volto. I parenti di Isabella Noventa però riconobbero che non si trattava della loro familiare e inchiodarono Cacco.

Il ritrovamento dello zaino

Lo zaino della giovane, secondo quanto afferma il padre, non è stato riconsegnato alle forze dell'ordine al momento del ritrovamento della giovane. C'è stato un passaggio in più: chi l'ha trovato l'ha portato alla stazione e da lì poi un senzatetto ha chiamato il padre della ragazza per riconsegnarlo. "Mi ha detto di aver trovato questo zaino, dentro c'erano due numeri di telefono, a uno non rispondeva mentre all'altro ha trovato me", spiega il padre. Dentro lo zaino c'era tutto, dai soldi ai documenti fino agli effetti personali della giovane. Il clochard è stato ricompensato con un caffè corretto e la polizia, presente al momento della riconsegna, ha preso nota dei suoi contatti e si è fatta dire alcuni dettagli. Nello zaino mancava il cellulare, ma su questo punto la partita è ancora aperta anche se potrebbe essere veramente disperso per sempre.

Aggressione Montelupo, le parole dell'avvocato

Esaminando le ferite della giovane, spiega l'avvocato di famiglia, "i segni possono aiutare più delle parole". Infatti tutte le lesioni si concentrano sulla parte destra della ragazza. Sull'occhio e sulla parte destra del cranio. Una considerazione da profani potrebbe essere che l'aggressore fosse mancino, perché se si fosse trovato faccia a faccia con la giovane, l'avrebbe colpita con la mano sinistra.

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