Lavoratore gettato in mare, Flai CGIL Toscana: "Fatto sconcertante"

(foto gonews.it)

“E’ un fatto sconcertante - commenta Michele Rossi, segretario territoriale della Flai che segue il settore pesca a livello regionale - da anni ci battiamo per sconfiggere il caporalato nelle campagne e, nonostante la legge varata in seguito alla morte della bracciante Paola Clemente, siamo ancora lontani da estirpare definitivamente il fenomeno”.

Quella di Paola Clemente è una storia tragica, una donna morta di fatica per 2 euro l’ora che non è stata soccorsa purché ne avesse manifestato il bisogno, una storia di ricatto e morte, la stessa del giovane senegalese soccorso in mare, che ha sfiorato una fine peggiore soltanto grazie alla buona sorte.

La Flai rivendica con forza i diritti dei pescatori ormai da decenni, il riconoscimento delle malattie professionali e ammortizzatori sociali, ma ora si squarcia il velo su una nuova piaga “E’ necessario capire se è un fenomeno presente sul territorio a causa della grave crisi che lo affligge – prosegue Rossi – o se la piaga è estesa a tutto il settore, cioè un fenomeno sommerso sul quale è necessario fare luce”.

In questo periodo è in corso la campagna nazionale della categoria “Che Pesci Prendere”, assemblee in tutte le marinerie d’Italia per fare il punto sulla “Vertenza Pesca”: la richiesta al Governo di riconoscere ai lavoratori del settore ammortizzatori sociali, che al momento non ci sono, e le malattie professionali, di cui non è mai esistito un elenco “A queste tematiche – conclude Rossi – chiederemo alla Flai nazionale di aggiungere una sensibilizzazione sul fenomeno del caporalato, partendo proprio da quanto avvenuto sul territorio di Livorno”.

 

Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze

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