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Pacchetto scuola senza rendicontazione, l'allerta di Giglioli (Insieme per Cambiare)

Susi Giglioli

Indubbiamente il diritto all’istruzione rappresenta uno degli elementi cardini della formazione civile e sociale di una persona, pertanto qualsiasi sovvenzione che vada a facilitare e a garantire questo obiettivo costituzionalmente garantito è ampiamente condiviso.

Dal 2 al 18 giugno il Comune di Castelfiorentino, apre le sottoscrizioni agli studenti residenti nel Comune, per l’accesso al Pacchetto Scuola, un contributo finalizzato a sostenere le spese necessarie per la frequenza scolastica (acquisto libri di testo; acquisto altro materiale didattico; servizi scolastici come abbonamenti autobus e treni, partecipazione a gite ecc.)

Per l'anno scolastico 2018/2019 è previsto un contributo pari a 196,00 euro, unico per ogni ordine di scuola e classe di corso, che potrà essere ulteriormente elevato fino a 280,00 euro in caso di ulteriori risorse assegnate al Comune di Castelfiorentino dalla Regione Toscana.

È però, sulla modalità di erogazione, come rappresentante di un’associazione civica, che ho forti perplessità poichè tale sovvenzione verrà rilasciata sulla sottoscrizione di un semplice modulo con dati anagrafici a cui verrà allegata la dichiarazione ISEE e con l’indicazione di come tale cifra si preferisca essere liquidata: conto corrente bancario, postale o presso la tesoreria.

Poichè non sarà necessario presentare nessuna documentazione di spesa, ma solo conservarla per esibirla in caso di eventuali controlli, si rischia che tale cifra non venga impiegata per la finalità per cui è preposta vanificando l’obiettivo educativo e didattico per cui è stanziata.

In un contesto in cui le risorse pubbliche sono sempre più esigue e al fine di garantire la massima copertura a chi sottoscrive i requisiti richiesti, credo sarebbe bene una maggiore rigidità nell’accertare l’effettivo bisogno del contributo onde evitarne un’uso improprio.

Sicuramente ci potevano essere altri metodi di erogazione, magari un rimborso sulle spese effettivamente sostenute e documentate, metodi che potevano garantire un maggiore controllo alla fonte invece di rischiare l’ennesimo contributo sociale a fondo perduto.

Perché poi, parliamoci chiaro chi sarà che controllerà gli scontrini a campione? Entro quali tempi e in che modalità? E sopratutto in caso di inadempienza della proposta con quali conseguenze per l’utente?

Susi Giglioli, presidente associazione civica 'Insieme per Cambiare'

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