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Morte Duccio Dini, i due rom arrestati saranno interrogati in carcere. Domani fiaccolata in centro

Duccio Dini, la vittima dell'inseguimento in via Canova

Interrogatorio in carcere per i due rom arrestati a Firenze per la morte del 29enne Duccio Dini, rimasto ferito gravemente mentre era a bordo del suo scooter in via Canova, travolto dalla carambola delle auto coinvolte in un inseguimento per il regolamento di conti. Amet Remzi, 65 anni, e Mustafa Dehran, 36 anni, sono i due accusati di omicidio volontario con dolo eventuale. Indagato anche un terzo nomade coinvolto nell'inseguimento, ma attualmente è in stato di libertà. I due arrestsati invece avranno l'udienza di convalida e l'interrogatorio nella giornata di domani. Presiede il gip Angelo Pezzuti.

Intanto si è svolto nel pomeriggio presso l'istituto di Medicina legale di Firenze l'esame esterno del cadavere di Duccio Dini.Dagli esami è stata confermata la gravità dei traumi riportati nell'incidente, in particolare alla testa, che hanno causato il decesso nelle ore successive.

Gruppo di giovani inveiscono contro i nomadi del Poderaccio: allontanati

La notte scorsa un gruppo di giovani si è presentato in scooter sulla strada confinante con l'insediamento nomade del Poderaccio dove vivono i due uomini che durante un inseguimento in auto per un regolamento di conti fra Rom hanno travolto e ucciso il 29enne Duccio Dini. La notte scorsa dall'esterno del campo i giovani hanno iniziato a gridare offese e minacce contro i nomadi. I ragazzi sono stati fatti allontanare dagli agenti di polizia impegnati in un servizio di vigilanza mirato.

La fiaccolata

Alcuni amici hanno organizzato una fiaccolata. L'iniziativa è stata lanciata su facebook: il ritrovo è in programma per domani sera alle 21, si legge sul social, "sotto Palazzo Vecchio, in piazza del Grano, per ricordare Duccio nel cuore della nostra città. Sarà una fiaccolata silenziosa, senza simboli di alcun genere, solo con uno striscione in suo ricordo, uniti e determinati come fiorentini per ribadire che cose del genere non devono accadere mai più".

 

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