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Nate 58 Caretta caretta da nido nella spiaggia di Rimigliano

Stanotte, fra venerdì 3 e sabato 4 luglio, dopo 7 giorni dalla prima emersione dalla sabbia, Il nido di tartaruga marina Caretta caretta di Rimigliano, nel comune di San Vincenzo (LI), è stato scavato.

Nella notte di sabato 28 luglio scorso le prime 45 piccole tartarughe erano uscite dalla sabbia. Nei giorni successivi le emersioni dei piccoli erano state piuttosto lente e discontinue: nessun piccolo il 29, 5 tartarughe il 30, una sola la notte successiva del 31, nessuna nella notte del primo agosto e poi ancora una tartaruga giovedì 2 agosto.

Dal momento che questo andamento delle nascite sembrava un po' troppo lento, ed essendo già trascorsi diversi giorni dalla prima schiusa (e 54 giorni dalla deposizione delle uova), secondo anche il parere di tutti i componenti tecnici, la rete di OTB Osservatorio Toscano Biodiversità) , con il coordinamento di Regione Toscana, ha preceduto con l'apertura del nido.

Questa procedura è stata eseguita in tarda serata ieri venerdì 3 agosto in stretta collaborazione tra i tecnici di Arpat, Università di Siena, Parco della Maremma, associazione Tartamare e WWF, con la supervisione del coordinatore di OTB e del Capo di Gabinetto dell'Assessore all'Ambiente della Regione Toscana, alla presenza di numerosi volontari che in questi giorni si sono alternati in maniera continua nella sorveglianza e presidio del nido.

All'interno del nido sono stati ritrovati numerosi gusci rotti e vuoti, da cui sono uscite le tartarughe vive emerse dalla sabbia (60 per la precisione), sei tartarughine ancora vive, alcune uova integre non schiuse e diverse tartarughe morte ancora in parte all'interno dell'uovo.

In totale questo nido era costituito da 103 uova dalle quali sono nate 58 tartarughe ed il suo successo riproduttivo sì attesta quindi intorno al 56%.

Rispetto ai nidi toscani degli altri anni i numeri non sono molto alti ma nel complesso l'andamento di questo nido si può ritenere soddisfacente.

Tutto il materiale raccolto sarà consegnato ai veterinari dell'IZSLT di Pisa che eseguiranno esami anatomopatologici, virologici e batteriologici per cercare di capire quale può essere stata la causa di una così alta mortalità all'interno della camera del nido.

Sarà Inoltre molto utile ed interessante eseguire analisi genetiche su questo materiale per fare comparazioni con le precedenti nidificazioni toscane e capire se ci sono dei legami di "parentela" tra questa femmina nidificante ed altri esemplari che frequentano le nostre coste o che addirittura nidificano altrove in Italia.

Fonte: Arpat Toscana

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