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Dal Chianti alle trincee: lo studio sui giovani partiti per la Grande Guerra

I giovani di campagna dei primi anni del Novecento, partiti per il fronte dai territori di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa, erano dotati di un’altezza superiore alla media italiana, caratteristica fisica che li paragonava agli studenti europei di una delle migliori università del mondo, l’Ecole Polytechnique di Parigi.

I soldati del contado chiantigiano si nutrivano di alimenti semplici e genuini tanto da non far mancare nella loro dieta, povera ma calorica, prodotti della loro terra, come olio e vino. E forse si ‘alzavano’, insieme ai loro sogni e ideali, al di sopra del metro e sessanta grazie alla qualità dell’alimentazione seguita che ne migliorava la crescita e ne assicurava le buone condizioni di salute. Abitudini alimentari e vita quotidiana. Sono questi alcuni degli elementi di novità che emergono da un inedito progetto di ricerca, sfociato in una pubblicazione che l’Unione comunale del Chianti fiorentino ha prodotto e finanziato nell’ambito del centenario della Grande Guerra. E’ il volume “La grande Guerra lontano del fronte Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa 1914-1918”, edito da

Le ragioni di Clio, collana di storia contemporanea, a cura di Roberto Bianchi.
Quali erano le caratteristiche fisiche dei soldati, cosa mangiavano e come le comunità, le famiglie e le istituzioni, cercavano di sopravvivere al clima di morte e dolore che invadeva le terre toscane tra Firenze e Siena. Sono quesiti e temi di riflessioni ai quali, in una forma inedita, tenta di rispondere uno strumento di conoscenza che descrive e indaga attraverso un capillare lavoro di ricerca delle fonti, esteso per qualità e quantità, che ha visionato 15mila documenti facendo riferimento a testimonianze dell’epoca, registri e delibere comunali, tabelle lettere personali, corrispondenze tenute dai soldati. Un ampio studio, condotto in quasi venti archivi tra comunali e statali, privati e istituzionali, che offre un punto di vista nuovo e diverso sull’impatto che la Grande Guerra ha impresso sui territori di Barberino e Tavarnelle.

La prospettiva e la memoria locale, vissute da chi è stato travolto, schiacciato, da chi ha dovuto far fronte nella quotidianità alle gravi ripercussioni del primo conflitto mondiale, sono al centro del volume sul quale ha lavorato per più di due anni un prestigioso team di studiosi dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, coordinato da Roberto Bianchi. Cittadini, istituzioni, scuole, parrocchie, ospedali: un’intera comunità che si è dovuta attrezzare sul piano materiale e immateriale per sostenere i colpi, intrisi di angoscia e violenza, scatenati dal primo Conflitto mondiale. “Il percorso storiografico promosso dall’Unione Comunale - spiegano i sindaci David Baroncelli e Giacomo Trentanovi - esplora per la prima volta il complesso tema degli eventi bellici con specifico riferimento alla comunità di Barberino e Tavarnelle, una comunità, anche la nostra, costretta a mobilitarsi; la ricerca svela aspetti inediti sulla storia del territorio e su come la guerra si rifletté sulla vita quotidiana, lasciando in qualche modo sopravvivere la saggezza contadina, virtù che anche in tempo di guerra, tra le paure, le angosce, l’attesa, il senso di precarietà e di debolezza, sopravviveva tra gli uomini e le donne del Chianti”.

Lo studio, trasversale, ha interessato i fondi di archivi comunali e biblioteche, lettere di soldati, documenti privati, ricordi e testimonianze. Al lavoro hanno collaborato gli storici Simone Lisi e Leo Goretti e alcuni studenti con tesi di laurea incentrate sull’argomento tra cui Cecilia Pezza, Martina Schiavon e Giulio Taccetti con i quali Roberto Bianchi ha messo in piedi un gruppo di ricerca.
“La prima guerra mondiale – precisa Roberto Bianchi - trascinò nel suo vortice milioni di soldati, uomini di città e campagne, donne, anziani, bambini e ragazzi coinvolti nella mobilitazione totale lontano dal fronte, un secolo dopo, possiamo capire impatto e conseguenze della Grande Guerra analizzando casi di studio significativi, come quello offerto dai Comuni di Barberino e Tavarnelle, in questo libro si trovano notizie sui soldati partiti per il fronte e sui quelli mai tornati. Emerge il profilo originale di un territorio toscano che arricchisce ma mette anche in discussione alcune chiavi di lettura che si ritenevano consolidate”.

Fonte: Ufficio Stampa

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