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Il tenore Umberto Borsò è morto a 95 anni: calcò i palchi di tutto il mondo

È morto il grande tenore Umberto Borsò, nato a La Spezia ma vissuto nell'infanzia a Castelfiorentino e poi a Pisa: aveva 95 anni. Il Cavaliere di Malta e premio Caruso ha cantato tra gli anni '50 e gli anni '80 ben 153 rappresentazioni di Aida, 135 di Il Trovatore, 78 di Andrea Chénier, 66 di Tosca, 44 di La Forza del Destino, 39 di Otello.

Nonostante una carriera costellata da grandi successi, Umberto Borsò non ha mai dimenticato le sue radici, definendosi più volte (e in diverse occasioni pubbliche) “cittadino di Castelfiorentino”. A Castelfiorentino aveva iniziato infatti i primi studi fin da bambino, frequentando la chiesa come chierichetto e partecipando ai canti religiosi, un’esperienza in cui aveva appreso i primi rudimenti per una corretta la modulazione della voce. In seguito alla morte del padre, e alla decisione sofferta da parte della famiglia di trasferirsi a Pisa (“un ulteriore dispiacere”, come lui stesso ricordava) sarebbe iniziata per Umberto Borsò una nuova fase della sua vita.

Ha calcato i prestigiosi palchi di tutto il mondo: nonostante le difficoltà nell'affermarsi in Italia, viene applaudito negli Stati Uniti e in Sudamerica, in Spagna, perfino a Cuba, in Giappone e nell'ex Jugoslavia. Tre anni fa Castelfiorentino concesse a Umberto Borsò la cittadinanza onoraria. Così ha commentato il sindaco Alessio Falorni, che ha dato la notizia della dipartita: "Legatissimo a Castelfiorentino, ho avuto il privilegio di concedergli la cittadinanza onoraria nel giugno 2015; nel suo nome è nata una pregevolissima associazione a Castelfiorentino che si occupa della valorizzazione dell’opera lirica in tutte le sue forme, e che ci ha portato manifestazioni preziose in questi anni. Se ne va un grande, che ha calcato i teatri di mezzo mondo. A noi adesso il compito di preservarne la memoria e l’eredità di affetti e di talento. Grazie di cuore, Umberto. Riposa in pace, e che il tuo canto allieti gli angeli per l’eternità".

Tuttavia, il tenore non interruppe mai i suoi legami con il paese in cui aveva vissuto la sua infanzia, che anzi sarebbero ripresi con forza grazie alla riapertura – nel 2009 - del Teatro del Popolo, a cui avrebbe donato volentieri i suoi abiti di scena. Un sentimento di attaccamento e di affetto nei confronti della comunità di Castelfiorentino, ampiamente ricambiato nel 2015 con il conferimento della cittadinanza onoraria e la nascita, nel 2016, di un’associazione “Amici della Lirica” che porta il suo nome.

I funerali di Umberto Borsò si terranno domani, a Roma, nella Chiesa degli Artisti (Piazza del Popolo).

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