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'Santiago, Italia', il docufilm di Nanni Moretti allo Spazio Alfieri

A Firenze dal 6 dicembre, h. 17.00, 18.30, 20 e 21.30 in esclusiva allo Spazio Alfieri Santiago, Italia il nuovo film-documentario di Nanni Moretti.

Santiago, Italia racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende in Cile, con il sostegno della Cia e degli Stati Uniti.

Fu un evento fondamentale della storia del Cile e della guerra fredda, vista come una guerra tra servizi segreti che ha avuto effetti sconvolgenti sulla vita di milioni di persone

Il film si concentra, in particolare, sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Il film è prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema.

“Io non sono imparziale”, è così che Moretti rompe con la ritualità piuttosto classica fatta di interviste e materiali di repertorio con cui ha impostato il suo film, per inserire quello che appare un fuori onda, in cui uno dei due militari da lui intervistati gli dice di aver accettato di parlare perché rassicurato sulla sua presunta imparzialità. Ma come si può essere imparziali di fronte al bombardamento dell’esercito del suo stesso palazzo presidenziale, per cacciare un governo democraticamente eletto, caso unico per un partito comunista, che aveva portato avanti una politica totalmente legittima?

Particolarmente accurata è la scelta delle persone intervistate, militanti di sinistra perseguitati dal regime e rifugiati nell’ambasciata italiana. Le modalità con cui centinaia di persone arrivarono nel perimetro della sede diplomatica furono spesso rocambolesche, mentre le stanze si riempivano di cileni di ogni età, molti anziani e bambini, dopo la decisione autonoma dell’ambasciatore italiano di accettarli tutti, in mancanza di una posizione chiara del ministero degli esteri di Roma.

Fonte: Ufficio stampa

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