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Coordinamento Dipoi condanna l’Associazione vita indipendente

Nella seduta del Consiglio regionale che ha dato il via libera al bilancio, dopo l’ennesima scomposta manifestazione del gruppo di persone disabili che fanno riferimento all’Associazione vita indipendente, il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a chiedere più risorse al Governo per la non autosufficienza e la Regione a impegnarsi per trovare risorse da destinare ai progetti per la vita indipendente.

«A nostro avviso – dichiara Patrizia Frilli, presidente del coordinamento regionale Dipoi – per ottenere l’approvazione di un’ininfluente petizione di principio che non porterà nulla di concreto, non c’era bisogno d’inscenare la solita plateale protesta degenerata in offese personali e urla all’insegna dei consiglieri regionali.

Ognuno è libero di agire per come ritiene opportuno, ma per il Dipoi questo modo provocatorio e cruento di rappresentare i legittimi bisogni delle persone disabili e dei loro familiari, porterà solo al loro isolamento nell’opinione pubblica. Con i problemi che inevitabilmente marciranno.

Come coordinamento Dipoi abbiamo più volte chiesto in modo civile, e senza puntare sul sensazionalismo e il pietismo, che fossero aumentate le risorse, pur avendo la consapevolezza che da anni le politiche pubbliche scontano difficoltà di bilancio. Ma soprattutto abbiamo cercato il confronto con le istituzioni regionali e statali, facendo presente che si devono dare risposte adeguate anche alla grande maggioranza di coloro che non sono in grado né di urlare, né di autorappresentare i propri bisogni. Come le persone con disabilità psichica, intellettiva, relazionale, multidisabilità e disturbi psichiatrici.

Fino ad oggi questo modo civile, responsabile e, mi si consenta dignitoso, di rappresentare le persone disabili e i loro familiari ha consentito di ottenere due risultati, ancora insufficienti ma culturalmente significativi: l’approvazione della Legge 112/2016 sul “Dopo di Noi” e l’istituzione di un fondo nazionale per la vita indipendente. Entrambi i provvedimenti senza dubbio incompleti e sottofinanziati, ma qualcosa di concreto su cui non mollare e continuare a combatter battaglie di giustizia sociale ed emancipazione delle persone.

Urlare, offendere, incatenarsi ai portoni, attira senza dubbio le telecamere – conclude Frilli – ma noi continuiamo a ritenere che solo la serietà, la misura e il senso di responsabilità siano in grado di stanare la politica e costringerla ad assumersi le proprie responsabilità».

Fonte: Ufficio Stampa

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