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Agricoltura toscana, Remaschi illustra investimenti e politiche

La commissione Politiche europee, guidata da Tommaso Fattori (Sì- Toscana a sinistra),nel pomeriggio di ieri 17 gennaio, ha fatto il punto su finanziamenti e misure attivati in Toscana con il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (Psr Feasr, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), il piano della Regione approvato dalla Commissione europea e che rappresenta il principale strumento di finanziamento delle politiche agricole regionali. A fornire il quadro delle politiche e dei bandi attivati l’assessore regionale, Marco Remaschi e il dirigente della Regione Toscana Roberto Scalacci, della direzione agricoltura e sviluppo rurale.

Al centro della lunga audizione lo stato dell’arte di interventi e politiche concrete sul territorio toscano, alla luce del programma che mette a disposizione del settore agricolo e forestale complessivamente 949 milioni di euro. A oggi sono allocate oltre l’86 per cento delle risorse programmate (la programmazione si completa nel 2021), vale a dire 816 milioni di euro. Di questi, 682 sono stati utilizzati per nuovi bandi, 134 sono invece impiegati per pagamenti derivanti dalla programmazione precedente (2007-2013). Gli impegni giuridicamente vincolanti su questi 816 milioni (per cui cono stati fatti contratti specifici), ammontano a 601milioni di euro.

Un altro aspetto considerato è stato quello dei pagamenti. La Regione Toscana, dotata di un proprio organismo pagatore, Artea, a oggi ha impiegato per i pagamenti 236 milioni di euro, poco meno del 25 per cento delle risorse programmate; il 29 per cento degli 816 milioni allocati.

Le scelte operate sui 949 milioni di euro, ha precisato Remaschi, riguardano “la fotografia” dell’agricoltura toscana considerate anche le problematiche esistenti. In primo piano così la necessità di ricambio generazionale (la nostra agricoltura è un po’ più vecchia rispetto al dato di media nazionale ed europea) e quella di creare processi di aggregazione; la questione del “dimensionamento aziendale” (aziende piccole talvolta in difficoltà a confrontarsi con il mercato globale); l’accesso al credito e il rapporto con le banche, con ricaduta su redditività del sistema e quindi sulla sostenibilità ambientale. In evidenza, ha precisato l’assessore, la qualità delle nostre produzioni come aspetto sul quale puntare nei rapporti con il mercato.

In primo piano i bandi attivati in Toscana nei principali settori di interesse. Due bandi attivati nel settore agroalimentare su progetti integrati di filiera, uno del 2015 (90 milioni allocati, 82 impegnati) e uno del 2017 (30 milioni, a fronte dei quali ci sono state domande ammesse e non finanziate pari a ulteriori 26 milioni, tanto che la Regione ha investito altri 11 milioni e intende reperire i 15 che mancano per finanziare tutte le domande ammesse che oggi non hanno copertura).

Ancora, 7,5 milioni sono stati investiti nel bando per progetto integrato di filiera nel settore forestale, mentre nel bando giovani sono andati oltre 160 milioni di euro, confermando la visione “strategica” di questo settore.

Tra gli strumenti citati da Remaschi anche i piani integrati territoriali (oltre 15 milioni) e l’importante obiettivo dell’innovazione.

Per quanto riguarda gli strumenti finanziari resta da attivare il Protocollo d’intesa per l’accesso al credito: è finanziato con 10 milioni nel Prs ed è in grado di creare un volano di 57 milioni di euro per le imprese agricole per poter accedere al credito prestito.

Riguardo alla prossima programmazione, gli obiettivi sono quelli di mantenere la dotazione finanziaria europea sull’agricoltura; di non perdere per le regioni europee la possibilità di indirizzare queste risorse e infine di mantenere organismi pagatori a livello regionale, come già fatto dalla Toscana e da altre Regioni italiane.

I commissari hanno posto varie domande, principalmente su Artea – tempi e modi di pagamento – e anche sul tema, molto attuale, dell’agricoltura di precisione. Il presidente Fattori ha richiamato la necessità di “sostegno all’agricoltura contadina, quale presidio fondamentale per il territorio” e la  “valorizzazione delle produzioni alimentari tradizionali”. Ha poi aggiunto: “Bisogna intensificare gli sforzi per un’agricoltura che riduca gli input chimici: una delle priorità del Feasr è proprio il miglioramento della sostenibilità ambientale e la valorizzazione e preservazione degli ecosistemi nel loro complesso. Si devono fare ulteriori passi avanti, con attenzione a settori particolarmente critici sotto questo punto di vista, come il vivaismo”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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