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Josef Brugada apre i seminari “Orizzonti in Medicina e Biologia”

osep Brugada, professore di Medicina dell’Università di Barcellona e direttore dell’Unità di Aritmia Pediatrica all’ospedale San Giovanni di Dio, a Barcellona

osep Brugada, professore di Medicina dell’Università di Barcellona e direttore dell’Unità di Aritmia Pediatrica all’ospedale San Giovanni di Dio, a Barcellona

"Il modello italiano per il controllo sugli sportivi è il più avanzato d'Europa”. - a dirlo è Josep Brugada, professore di Medicina dell’Università di Barcellona e direttore dell’Unità di Aritmia Pediatrica all’ospedale San Giovanni di Dio, a Barcellona.

Il prof. Brugada è l'ospite d'eccezione del primo appuntamento del ciclo di seminari della Classe di Scienze Sperimentali “Orizzonti in Medicina e Biologia”, della Scuola Superiore Sant'Anna con il coordinamento scientifico di Vincenzo Lionetti, professore di Anestesiologia all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna.

L’incontro con il prof. Josep Brugada è l’occasione per ripercorrere 30 anni di progressi continui nella cura di quella particolare malattia elettrica del cuore scoperta, per la prima volta, dal medico catalano e per provare dare risposte ad una domanda, purtroppo, attuale: come si può prevenire la morte improvvisa?

osep Brugada, professore di Medicina dell’Università di Barcellona e direttore dell’Unità di Aritmia Pediatrica all’ospedale San Giovanni di Dio, a Barcellona

osep Brugada, professore di Medicina dell’Università di Barcellona e direttore dell’Unità di Aritmia Pediatrica all’ospedale San Giovanni di Dio, a Barcellona

“Le patologie che portano alla morte improvvisa sono diverse e possono avere origine da cardiopatie strutturali o elettriche – spiega Brugada – alle volte, soprattutto le seconde, sono difficili da individuare. Nella Sindrome di Brugada si possono notare particolari reazioni nell'andamento dell'elettrocardiogramma al quale seguono poi specifici approfondimenti. Per quanto riguarda gli Sportivi – dice Brugada sollecitato dai giornalisti - l'Italia ha un sistema di obbligatorietà dei controlli unico che è preso a modello in tutta Europa.”

I numeri della Sindrome di Brugada, che si configura come una patologia genetica, non sono piccoli. In Europa la Sindrome di Brugada ha una diffusione relativa e in Italia si stima nascano da 0,4 a 1,7 bimbi malati ogni 10 mila. Il dato sale al 6% in Francia, all'11% nelle nazioni del Medio Oriente e al 12% in Thailandia".

“I sintomi e l'elettrocardiogramma non sono sufficienti da soli a identificare i pazienti a rischio - avverte l'esperto - poiché spesso il primo sintomo può essere la morte improvvisa e in circa i due terzi dei casi l'elettrocardiogramma è completamente normale"

La morte improvvisa, solo nel nostro Paese uccide almeno 50 mila persone all'anno. Tra i casi più eclatanti ricordiamo quello del centrocampista Piermario Morosini, 25 anni, crollato in campo il 14 aprile 2012 al 31esimo minuto di Pescara-Livorno e quello, ancora sotto studio, che il Il 4 marzo 2018 ha visto la morte di Davide Astori, rinvenuto senza vita in un albergo di Udine che ospitava la Fiorentina prima della partita contro l'Udinese del 27º turno di Serie A.

Il ciclo di seminari “Orizzonti in Medicina e Biologia” è parte della ricca offerta formativa dedicata agli allievi ordinari di Medicina della Scuola Superiore Sant’Anna. I relatori sono scienziati selezionati esclusivamente sulla base del loro contributo al progresso della ricerca medica.

“Il nostro ciclo seminariale – commenta Vincenzo Lionetti nel presentare la nuova edizione - ha l’unico scopo di formare i medici-ricercatori del futuro attraverso il confronto con la testimonianza di uomini straordinari che hanno deciso di porsi delle domande e di dedicare la loro vita alla silenziosa verità della scienza medica, spesso attingendo a una naturale inclinazione e respingendo ogni pretesa di assolutezza. Sapendo che la conoscenza è perfettibile, non deve scandalizzare la scelta di un confronto come strumento educativo al sapersi porre domande sulla verità, purché questo sia fatto nel pieno rispetto dell’ammalato, della malattia, del metodo scientifico e del talento di chi prenderà il testimone della ricerca.”

Fonte: Scuola Superiore Sant’Anna

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