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Furti in casa, sgominata banda di 12 persone: colpi anche a San Miniato e Montelupo

Almeno ventinove furti in tutta la Toscana, anche a San Miniato e Montelupo Fiorentino: dodici persone sono state arrestate nella giornata di ieri, lunedì 11 febbraio, dopo una complessa attività di indagine.

Undici persone sono in carcere, una è ai domiciliari, tutte sono di origine albanese con età tra i 20 e i 47 anni. Residenti tra Firenze, Pontassieve, Calenzano e Marina di Massa, hanno messo a segno furti a Lastra a Signa, Signa, Pontedera, Pontassieve, Rosignano Marittima, Cecina, Castagneto Carducci, Cascina, San Miniato, Pistoia, Poggibonsi e Montelupo Fiorentino.

La polizia di Firenze stava lavorando su una serie di colpi quando, qualche mese fa, è arrivato il punto di svolta: un’auto rubata durante un furto in abitazione era stata ritrovata nella periferia del capoluogo con all’interno un telefono cellulare - anch’esso rubato - verosimilmente dimenticato in carica da uno degli indagati.

I dodici arrestati avrebbero adottato diverse accortezze per riuscire a farla franca: i giovani, per esempio, non si spostavano mai a bordo di auto o mezzi a loro intestati o abitualmente in uso ma si muovevano in treno o in autobus, indossando guanti e nascondendo il volto. Altra accortezza adottata di frequente era quella di spegnere il cellulare prima di entrare in azione, mentre altri lo lasciavano appositamente acceso nella loro abitazione.

Una volta raggiunti gli obiettivi, i malviventi razziavano le abitazioni mentre i padroni di casa erano a dormire, approfittando spesso delle finestre lasciate aperte durante le torride notti estive. In altre occasioni i ladri hanno anche forzato porte e finestre. I colpi, nella quasi totalità dei casi, si sono consumati alla presenza delle ignare vittime che, al risveglio, non hanno potuto far altro che constatare l’amara sorpresa.

Non sono mancati episodi in cui i colpi non si sono limitati solo a quanto contenuto all’interno degli appartamenti saccheggiati: spesso, quando saltavano fuori chiavi di un’autovettura i ladri se ne appropriavano per rientrare rapidamente alla base.

Tra i destinatari delle misure figurano anche il sospetto ricettatore seriale del gruppo, nonché una donna che, all’occorrenza, veniva chiamata per 'recuperare' i ladri rimasti sprovvisti di altri mezzi per fare rientro.

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