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Consiglio regionale, tra i temi: centri per l'impiego, pistola taser e cyberbullismo

Bonifiche: Consiglio unanime chiede Accordo di programma per Livorno

All’unanimità il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione che impegna la Giunta regionale a continuare ad adoperarsi per giungere quanto prima alla stipula di un Accordo di programma per finanziare e coordinare i necessari interventi di bonifica nel Sito di interesse nazionale,

ossia le aree della centrale termoelettrica Enel, della raffineria di petrolio Eni e le aree marino-costiere all'esterno delle dighe foranee.

A tal fine sarà nuovamente sollecitato un incontro con il ministero dell’Ambiente per attivare il tavolo necessario alla stesura dell’accordo tra i vari soggetti interessati, a partire dal Ministero per l’ambiente, dalla stessa Regione, da comune e provincia di Livorno, nonché da ulteriori amministrazioni comunali interessate e rappresentanze economiche del territorio.

Gazzetti (PD): “Arrivare alla stipula dell’Accordo di programma per gli interventi di bonifica”

“Insistere per giungere quanto prima alla stipula di un Accordo di programma per finanziare  e coordinare i necessari interventi di bonifica del sito sin/sir di Livorno, attivando un tavolo ad hoc con il ministero dell’Ambiente e Tutela del territorio” . A spingere l’acceleratore è il consigliere del Pd in Regione Francesco Gazzetti  primo firmatario della mozione rivolta alla Giunta e sottoscritta, oltre che dal Pd  (Leonardo Marras, Monia Monni, Gianni Anselmi, Antonio  Mazzeo e Stefano Baccelli)anche da Tommaso Fattori (Si Toscana), Giacomo Giannarelli (M5S), Elisa Montemagni (Lega), Monica Pecori (Tpt) , Serena Spinelli (Mdp-Art1). L’atto ha avuto oggi il via libera unanime  dall’Assemblea di Palazzo del Pegaso . “Si tratta di un segnale importante - lo definisce Gazzetti- un obbiettivo che ci stava a cuore e che grazie al proficuo confronto avvenuto in aula, ha visto la possibilità di trovare una quadra insieme alle altre forze politiche. Lo abbiamo fatto con una mozione che, partendo dal nostro testo, raccogliendo anche gli stimoli, ad esempio del capogruppo dei 5 Stelle Giannarelli, ha portato ad un testo unitario che è stato sottoscritto da tutti i gruppi. Un risultato che mi rende felice – aggiunge Gazzetti- e che credo segni, anche grazie alla disponibilità dell'assessore Federica Fratoni, una novità importante che caratterizzerà il lavoro futuro su di un tema così importante e strategico Nella mozione – spiega il consigliere Gazzetti- chiediamo appunto un impegno per arrivare alla sottoscrizione dell’accordo di programma fra i vari soggetti interessati, a partire dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dalla stessa Regione, dalla Provincia e dal Comune di Livorno, nonché da eventuali ulteriori amministrazioni comunali interessate e rappresentanze economiche del territorio. Per questo – prosegue Gazzetti- chiediamo un incontro con il Ministero proprio per attivare il tavolo necessario per arrivare alla stipula di questo accordo di programma”. Nell’atto Gazzetti “ricorda che allo stato attuale sono previsti una serie di progetti volti ad intervenire nell’area SIN/SIR di Livorno  e fra questi un progetto di interesse pubblico di circa 2 milioni di euro per la caratterizzazione e bonifica delle acque sotterranee ed un altro per le indagini ambientali  e la definizione dei valori di riferimento per i sedimenti marini, elaborato dall’autorità di sistema portuale ed ISPRA, di circa 1,3 milioni di euro”. Inizialmente nel 2003 il SIN di Livorno comprendeva l’area industriale, l’area portuale  e quella a marte antistante. Nel 2014 questo perimetro è stato ridefinito, lasciando alla competenza del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare l’area della raffineria ENI, l’area della centrale ENEL e un’ampia area a mare.

Consiglio: sì a treni gratis per Vigili del fuoco in servizio

La Giunta regionale toscana deve attivarsi con celerità e senza ulteriore indugio affinché sia riconosciuta, previo accordo con Trenitalia, la gratuità sui treni regionali della Toscana al personale dei Vigili del Fuoco in viaggio per motivi di servizio così come avviene in altre regioni italiane. Lo chiede una mozione presentata dal Movimento 5 stelle, primo firmatario Giacomo Giannarelli, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale dopo aver accolto un emendamento della capogruppo della Lega, Elisa Montemagni.

La proposta del M5S è finalizzata alla gratuita circolazione sui treni regionali del personale aderente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco che viaggia per motivi di servizio. L’invito alla giunta, nato anche da una segnalazione pervenuta al M5S dal sindacato autonomo Conapo, era quello di attivarsi in linea con quanto già avviene in altre regioni italiane.

“Tale beneficio – spiega Giannarelli - oggi è già garantito in Toscana per le forze di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. E consente una più agevole mobilità in ambito locale e moltiplica le possibilità di un eventuale pronto intervento in casi di bisogno. Credevamo – prosegue - fosse dunque opportuno allargare l’iniziativa anche ai vigili del fuoco e così è stato. La direzione regionale Toscana dei vigili del fuoco, tramite i propri dirigenti, aveva più volte inviato alla direzione politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale della Regione solleciti ad attivarsi in merito. Ma sempre – conclude Giannarelli - senza ricevere risposta. A maggior ragione, oggi che viene dato seguito al decreto legislativo 139/2006 cui faceva riferimento la nostra richiesta, siamo dunque soddisfatti”.

Lavoro

Centri per l’impiego: reclutamento personale, risoluzione unanime

L’atto impegna la Giunta a valorizzare e tutelare le professionalità che già operano nei Centri per l’impiego. Il dibattito in Aula con gli interventi di Irene Galletti (M5S), Elisa Montemagni (Lega), Andrea Pieroni (Pd), Stefano Baccelli (Pd) e l’assessore Vittorio Bugli

Sì unanime alla proposta di risoluzione collegata alla comunicazione della Giunta regionale sulle modalità di reclutamento di personale a tempo determinato e indeterminato di Arti per il rafforzamento dei servizi regionali dei Centri per l'impiego. L’atto rappresenta la sintesi di un ordine del giorno presentato da Irene Galletti (M5S), una mozione illustrata da Elisa Montemagni (Lega) e una mozione del Partito democratico illustrata da Andrea Pieroni inizialmente presentati e poi ritirati per confluire nella risoluzione.

Nel testo condiviso si impegna la Giunta ad attivarsi affinché “le professionalità che a diverso titolo e con molteplici forme contrattuali operano all’interno dei Centri per l’impiego della Toscana vengano valorizzate al massimo e tutelate nell’attuale fase di potenziamento dei servizi in materia di politiche attive sul lavoro, anche attribuendo premialità e punteggi aggiuntivi in loro favore e salvaguardando le attuali forze lavoro”. Si chiede, inoltre, di continuare il confronto con il Governo affinché vengano prese adeguate iniziative volte a favorire procedure concorsuali agevolate per le professionalità richieste, anche approfondendo la possibilità di evitare loro meccanismi di preselezione previsti nei prossimi bandi di assunzioni di Arti, l’Agenzia regionale per l’impiego, al fine di garantire una piena operatività dei Centri e non disperdere professionalità qualificate che si sono formate negli anni.

Irene Galletti nel suo intervento ha lamentato la mancata condivisione dell’argomento con la commissione competente in materia di politiche del lavoro. “Occorre avere garanzie – ha detto – che questi Centri diventino efficaci ed efficienti in tempi rapidi”. La consigliera ha ribadito la necessità di concentrarsi “sulle assunzioni da fare tra quelle a tempo determinato, che hanno dato più pensiero per il destino dei dipendenti che da molti anni prestano la loro professionalità nei Centri per l’impiego. Sono circa 475 le unità in tutta la Toscana che in questi anni hanno portato grande professionalità anche grazie alla conoscenza del territorio e delle sue problematiche. Adesso, all’interno di una cornice normativa esistente dobbiamo dare garanzie a queste persone”. Tra le criticità che Galletti evidenzia c’è la mancanza di chiarezza sulla suddivisione dei fondi per le assunzioni a tempo determinato (dal Governo) e indeterminato  (dal Programma operativo regionale e dal Programma operativo complementare per il Fondo sociale europeo).

La capogruppo della Lega Elisa Montemagni ha ribadito che “la comunicazione è stata chiesta per prevenire la crisi occupazionale, l’esclusione di persone che da vent’anni lavorano nei Centri. Chiediamo che la Giunta si attivi inserendo nel bando premialità per chi lavora già nel sistema, per chi ha maturato competenze e professionalità”.

“Si parla di percorsi per l’assunzione di 709 persone nel triennio – ha detto Andrea Pieroni (Pd) –. È importante favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, dare strumenti e informazioni ai giovani che si affacciano al mercato del lavoro e incoraggiare il ricollocamento e la riqualificazione di chi rischia di perdere il posto di lavoro. In quest’ottica il ruolo dei Centri per l’impiego diventa fondamentale, strategico ed essenziale”. Il consigliere ha ricordato che “i soggetti che operano a stretto contatto con i dipendenti pubblici, svolgendo funzioni pubbliche, sono oltre 450 in Toscana con modalità articolate dal punto di vista contrattuale, alcuni hanno partita Iva oppure collaborazioni”. “Il potenziamento dei Centri per l’impiego è direttamente proporzionale alla conferma e alla stabilizzazione del personale esterno che lavora da vent’anni nei nostri Centri”.

“I 500 dipendenti di cui si parla sono il pilastro e il cuore dell’attuale attività dei nostri Centri per l’impiego – così è intervenuto Stefano Baccelli (Pd) – li conosciamo per il loro lavoro e per il ruolo sociale. Non hanno un lavoro formalmente stabile, alcuni di loro da 19 anni sono in situazioni contrattuali di un’incertezza di fondo, sono passati da co-co-co, a co-co-pro, a partite Iva. invece di tirar fuori migliaia di navigator senza esperienza – ha aggiunto Baccelli – abbiamo portato a casa, grazie all’ottimo lavoro dell’assessore, un risultato di equilibrio e abbiamo una straordinaria opportunità: quella di assumere a tempo indeterminato circa 700 persone nei prossimi due anni e mezzo. Adesso dobbiamo avere cura che questo consenta di assumere quelli che hanno interesse a diventare dipendenti di Arti e grazie allo scorrimento delle graduatorie aggiungere nuove leve”.  “Condividiamo questa politica governativa del rafforzamento – ha concluso Baccelli – ma ribadiamo che occorre fare tutto quanto è possibile non solo per stabilizzare gli abituali lavoratori ma per assumere ulteriore personale”.

A chiudere il dibattito l’intervento dell’assessore Vittorio Bugli . “Si prevede – ha detto – il rafforzamento di personale stabile e compente a tempo indeterminato di 700 persone in Toscana. Questo rafforzamento va fatto e per farlo entro giugno occorre un concorso con due categorie di soggetti. La grande occasione è che il servizio si rafforza e ne godranno i cittadini della Toscana. Intendiamo, nelle norme, fare di tutto per valorizzare le professionalità che già lavorano per i Centri, abbiamo chiesto al Governo di intervenire in tal senso velocemente”. “La complessità resta – ha concluso Bugli – perché questo sarà un concorso nazionale e potranno accedervi da tutta Italia”.

Lavoro, Centri per l’Impiego

“La piena condivisione degli obiettivi tra i diversi gruppi politici del Consiglio regionale è un elemento importante che dà ulteriore forza alla richiesta di tutela e valorizzazione delle professionalità esterne che da anni operano nei Centri per l’impiego toscani contribuendo, di fatto, a determinare l’alta qualità dei servizi e, di conseguenza, delle politiche attive del lavoro nella nostra regione”. Così il consigliere Andrea Pieroni, commentando l’approvazione della risoluzione unitaria collegata alla comunicazione della Giunta regionale, sottoscritta e votata da tutti i gruppi rappresentati in aula.

“Grazie all’assessore Grieco per il lavoro svolto in sede di Conferenza Stato-Regioni – prosegue –, quello a cui siamo arrivati è un risultato che può trasformarsi nella straordinaria opportunità di assumere a tempo indeterminato 709 persone nei prossimi tre anni, quindi sia gli attuali lavoratori che a diverso titolo operano all’interno dei centri dell’impiego sia, con lo scorrimento delle graduatorie, aggiungere nuove leve; ed è un risultato anche politico, in linea con le priorità che ci siamo dati sin da inizio mandato, su tutte il lavoro che è per noi una vera e propria ossessione. I lavoratori dei Centri per l’Impiego sono risorse: da anni, svolgono funzioni pubbliche a pieno titolo pur vivendo nella continua incertezza contrattuale; hanno assunto un ruolo di vera e propria trincea sociale negli anni di più grave crisi economica avendo in carico decine e decine di persone; svolgono la funzione più importante dei Centri per l’Impiego che è quella di orientamento per giovani, aziende, persone che si trovano senza lavoro ad un’età avanzata. Ecco, per tutto questo, ribadiamo ancora una volta la necessità di salvaguardare queste professionalità e valorizzarle per non disperderle, a partire dai prossimi concorsi per le stabilizzazioni che saranno banditi a breve; e contemporaneamente con lo scorrimento delle graduatorie inserire nuove persone”.

“Per raggiungere appieno l’obiettivo però – conclude il consigliere – serve che anche il Governo nazionale faccia la propria parte: la normativa prevede la possibilità di derogare all’obbligo di assunzione per concorso motivandola con ‘il buon andamento della pubblica amministrazione’, ed in questo caso gli elementi per attuarla affinché sia garantito il buon andamento ci sono tutti. Nella risoluzione chiediamo alla giunta regionale di attivarsi perché il Governo prenda in considerazione questa possibilità, come pure la possibilità di evitare le prove selettive, l’attribuzione di premialità e punteggi aggiuntivi in base all’esperienza professionale maturata, ma vogliamo allargare l’appello ai nostri colleghi consiglieri della Lega e del Movimento Cinque Stelle perché anche loro, dato che condividono l’obiettivo del documento e l’urgenza di raggiungerlo, si facciano portavoce di queste richieste con l’auspicio che lavorando insieme si possa davvero trasformare un’opportunità in soluzione positiva per centinaia di lavoratori”.

Centri per l’impiego: la comunicazione della Giunta

Con la delibera di Giunta 448 del 1 aprile 2019 è stato dato mandato all’Agenzia regionale per l’impiego (Arti) di indire le procedure finalizzate al reclutamento delle unità di personale entro giugno 2019, una procedura concorsuale per l’assunzione a tempo indeterminato di 13 unità di categoria D con profilo di “esperto di politiche del lavoro” e di 36 unità a tempo indeterminato di categoria C con profilo di “assistente in politiche del lavoro”. Così l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco ha aperto in Aula la comunicazione sulle modalità di reclutamento di personale a tempo determinato e indeterminato di Arti per il rafforzamento dei servizi regionali dei Centri per l’impiego.

La delibera rinvia anche all’integrazione di ulteriori 250 unità di personale finalizzata al potenziamento di questi Centri. Tali assunzioni saranno possibili in forza all’articolo 12 del decreto legge 28 gennaio 2019 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”. “Lo scorrimento delle graduatorie di concorso finalizzato all’assunzione di queste ulteriori unità –come ha ricordato l’assessore – sarà possibile solo se i concorsi saranno indetti entro il 30 giugno 2019”.

Grieco ha poi parlato del potenziamento dei Centri per l’impiego con personale a tempo determinato per il quale la Giunta ha rinviato alla stipula delle Convenzioni con Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, e con il Ministro del Lavoro, le determinazioni per l’assunzione per 24 mesi di 60 operatori con competenze in politiche del lavoro e 37 operatori qualificati in materia di inclusione socio-lavorativa.

Infine, Grieco ha fatto presente che “si potrà procedere all’assunzione di 152 tempi indeterminati nel 2020 e di ulteriori 152 nel 2021 mediante procedure concorsuali o lo scorrimento della graduatoria”.

Lavoro, crisi IDS Spa di Montacchiello. Mazzeo, Nardini, Pieroni (PD): “Preoccupati per i lavoratori. Sollecitiamo l’intervento di Regione e Governo”

“Ci troviamo di fronte, purtroppo, all’ennesima azienda in difficoltà. I lavoratori della IDS Spa impiegati nella sede centrale di Montacchiello sono 200 e da alcuni mesi registrano ritardi nel pagamento degli stipendi al punto che nelle scorse settimane sono arrivati a proclamare lo sciopero. Si tratta di una situazione complessa nella quale c’è bisogno prima di tutto di chiarire le intenzioni dell’azienda e cosa intenda fare per tutelare i dipendenti – spiegano i consiglieri regionali Antonio MazzeoAlessandra Nardini e Andrea Pieroni, annunciando la mozione appena presentata alla giunta regionale –. Per questo ci siamo subito attivati presentando una mozione per portare la questione all’attenzione della giunta regionale, certi una pronta e positiva risposta come sempre quando si tratta di tutelare i lavoratori”.

“Con l’atto impegniamo appunto la giunta regionale – proseguono – ad attivare un tavolo di crisi regionale con tutti i soggetti interessati, lavoratori, sindacati, azienda, per comprendere quale sia l’attuale situazione dell’impresa e delineare un quadro realistico di intenzioni e azioni. Contemporaneamente chiediamo anche di sollecitare un intervento del Governo, tramite il Ministero dello Sviluppo economico, affinché si ponga attenzione alla situazione che interessa non solo i lavoratori impiegati a Pisa ma anche quelli delle altre sedi italiane di Roma, Napoli e Catanzaro”.

“Vogliamo così testimoniare ai 200 lavoratori la nostra vicinanza e quella dell’istituzione regionale – concludono –: il lavoro e la salvaguardia dei livelli occupazionali sono per noi una priorità, faremo il possibile affinché questa situazione possa risolversi nel modo migliore e più positivo possibile”.

Lavoro: sostegno ai lavoratori della Kern di Sansepolcro

 È stata approvata dal Consiglio regionale una mozione di sostegno ai dipendenti dello stabilimento Kern di Sansepolcro (Arezzo), impresa specializzata, tra l’altro, in confezionamento in film e sistemi di imbustamento per carte plastiche. L’atto, presentato da Marco Casucci (Lega) e da Lucia De Robertis (Pd) è stata illustrata all’aula da Casucci. Come ha spiegato il consigliere, impegna il presidente e la Giunta regionale “a dare la piena disponibilità, alle organizzazioni sindacali e all’amministrazione comunale di Sansepolcro, dei propri strumenti a presidio delle crisi aziendali, a cominciare dall’ufficio vertenze e crisi aziendali costituito presso la Direzione lavoro”.

L’azienda Kern, ha ricordato Casucci, è da tempo attanagliata da una grave crisi economica e finanziaria e i 35 dipendenti di Sansepolcro (a cui se ne aggiungono 15 ad Assago), da tre mesi non ricevono lo stipendio.

La necessità di sostenere aziende come la Kern è stata sottolineata da De Robertis, “alla luce anche delle politiche industriali che dovrebbero sostenere le imprese che rimangono in Italia”.

Lavoro, Potenziamento dei Centri per l’impiego, saranno garantire le professionalità acquisite

Centri per l’impiego, approvato ordine del giorno in Regione Toscana in vista dei bandi per il potenziamento del servizio: le professionalità acquisite da chi ha lavorato per anni all’interno del circuito formativo toscano saranno tenute in considerazione. È quanto emerge in seguito al lavoro svolto dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle Irene Galletti che a lungo si è occupata della vicenda incontrando molti tra dipendenti ed esponenti sindacali. “Senza la nostra richiesta di comunicazione urgente – spiega Galletti – non ci sarebbe stato alcun coinvolgimento del Consiglio regionale, né informazione a riguardo. Noi, invece, ritenevamo fondamentale condividere e informare tutti i portatori d’interessi sulle modalità con cui sarebbe stato riconosciuto il valore aggiunto di chi ha lavorato a lungo nei centri per l’impiego formandosi e acquisendo una competenza che non deve essere dispersa”.

L’iter dedicato all’introduzione strutturale del Reddito di cittadinanza prosegue: “Il governo – sottolinea - ha destinato un miliardo di euro alle regioni per potenziare personale e strumenti dei Cpi, non solo per le politiche attive del lavoro, ma anche per il Reddito di cittadinanza. Ora deve essere impegno della giunta redigere un bando che tuteli e stabilizzi le professionalità che sono riuscite a lavorare nei Cpi in questi anni. Lavoratori che hanno spesso sopperito alle carenze strumentali e alla precarietà cui sono stati sottoposti per anni”.
Adesso, approvato l’ordine del giorno, l’assessore regionale Cristina Grieco proseguirà nel lavoro d’interfaccia con il governo. “Ma la linea tracciata, per fortuna, - conclude Galletti - ora è chiara: la giunta si è impegnata a garantire, nell’ambito della cornice legislativa attuale, il massimo delle premialità e punteggi per valorizzare le esperienze di chi ha lavorato in questo settore. Questo è solo un passo in avanti, anche se fondamentale, per ridisegnare interamente le funzionalità e l’operatività dei centri per l’impiego in Toscana”.

Pistola taser al bando negli ospedali, ok alla mozione Sì Toscana a Sinistra

La Regione Toscana mette al bando l'utilizzo della pistola elettrica, o taser, nelle strutture sanitarie. Lo prevede la mozione presentata dai consiglieri Paolo Sarti e Tommaso Fattori di Sì-Toscana a Sinistra e approvata dal Consiglio regionale. La mozione stabilisce anche siano destinate maggiori risorse finanziarie e più personale al settore della salute mentale.

“Grazie all'approvazione del nostro atto, il taser non potrà più essere utilizzato all’interno delle strutture sanitarie. La nostra iniziativa è stata stimolata da un caso, gravissimo, che ha riguardato un paziente del reparto psichiatrico di Ponte a Niccheri”, spiegano Sarti e Fattori. “E' inammissibile che un paziente con patologie psichiatriche, ricoverato in una struttura specializzata che lo dovrebbe curare e tutelare, sia sottoposto alla tortura della pistola laser. E che si tratti di una tortura non lo diciamo noi ma le Nazioni Unite in un rapporto del 2007”.

“C’è già un’importante direttiva di riferimento della Regione Toscana, peraltro nata da una proposta di Sì Toscana a Sinistra, che proibisce tassativamente le pratiche di contenzione meccanica in psichiatria. L'utilizzo del taser rientra certamente in questa fattispecie, peraltro col rischio di uccidere. Chi soffre di patologie psichiatriche e correlate è esposto alle peggiori conseguenze di quest'arma, in taluni casi letali, come dimostrano tutti gli studi internazionali”.

“Semmai è necessario destinare maggiori risorse finanziarie e più personale al settore della salute mentale. E’ infatti evidente che il personale sanitario è in affanno a causa delle croniche carenze di organico e spesso anche per la mancanza di direttive chiare, oltre che di strumenti e spazi idonei. E dobbiamo garantire i diritti e la dignità dei pazienti con disturbi psichiatrici adottando metodologie e tecniche alternative al contenimento meccanico ed incentrate sulla relazione tra gli operatori e il paziente. Capita che una persona affetta da problemi mentali dia in escandescenze, ma la soluzione non è certo usare il taser”.

“Siamo in generale contrari all’uso del taser, non solo all’interno degli ospedali, dato che è uno strumento pericoloso e potenzialmente mortale. Il governo Lega-M5S attraverso il taser ha di fatto autorizzato la tortura, se vogliamo ascoltare quel che ci dice l’ONU. E in modo indiretto ha persino reintrodotto una sorta di potenziale pena di morte, una roulette russa sulla pelle dei soggetti più fragili e con particolari patologie. Fra Stati Uniti e Canada si sono già contate mille vittime del taser in una decina di anni”, concludono Sarti e Fattori.

Cyberbullismo: no all’uso dei cellulari nelle scuole

Promuovere nelle scuole della Toscana percorsi formativi sull’utilizzo consapevole dei dispositivi digitali, per contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. L’impegno viene chiesto alla Giunta regionale in una mozione, presentata da Maurizio Marchetti (Forza Italia), che è stata approvata questa mattina, mercoledì 29 maggio, in Consiglio regionale. Nell’atto si chiede, come ha spiegato Marchetti illustrandolo, “di incentivare il divieto di utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi di comunicazione elettronica da parte degli studenti nelle scuole primarie e di promuovere, attraverso momenti di formazione e confronto, la cooperazione scuola-famiglia per l’educazione dei giovani all’uso consapevole dei dispositivi digitali”.

La mozione è passata a maggioranza, con l’astensione del gruppo Pd. Ilaria Giovannetti (Pd), aveva infatti chiesto a Marchetti di ritirare la mozione perché è in dirittura di arrivo una legge da lei presentata, “dopo un lungo lavoro assieme al Parlamento degli studenti” e di rimandare dunque a quella sede “una discussione più approfondita e costruttiva”; ma il consigliere di Forza Italia ha ritenuto di farla comunque votare, “visto che la mozione esprime concetti sereni e tranquilli che certo non entrano in contrasto con future leggi”.

Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) ha detto che “nella mozione il tema è stato affrontato in maniera un po’ semplicistica” e che impedire l’uso dei cellulare a scuola non può ottenere grandi risultati, in un momento in cui sono per primi i genitori, iper ansiosi, a volere tenere sempre sotto controllo i figli.

Anche secondo Serena Spinelli (Art. 1-Mdp) “un tema così complesso non può essere risolto con una mozione, tanti progetti ricadono interamente sulle spalle delle scuole e non possono essere svolti e non producono effetti. Ci vuole la capacità di normare in maniera strutturata su una questione che non riguarda solo il tempo passato a scuola”.

Andrea Quartini (M5S) ha invitato a fare “un approfondimento serio della questione nelle commissioni competenti”.

Bullismo e blackout challenge

Via libera del Consiglio regionale alla mozione del Capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti sull’utilizzo consapevole degli strumenti digitali tra i ragazzi delle scuole, anche ai fini del contrasto a bullismo e cyber bullismo in ambiente scolastico con limitazione dei tempi e degli spazi di utilizzo di smartphone e tablet durante le ore di lezione. Con il suo atto di indirizzo, Marchetti impegna dunque la Regione «ad adottare, per quanto di sua competenza, ogni strumento atto a promuovere ed incentivare presso gli istituti scolastici della Toscana di ogni ordine e grado percorsi formativi sull’utilizzo consapevole dei dispositivi digitali, finalizzati al contrasto di fenomeni tanto di bullismo e cyberbullismo quanto legati a blackout challenge» anche, proponendo «il divieto di utilizzazione dei telefoni mobili e degli altri dispositivi di comunicazione elettronica da parte degli studenti nelle scuole primarie nonché secondarie di primo e di secondo grado (per quanto non strettamente connesso all’attività didattica e in particolare escludendo dal divieto gli ausili digitali destinati agli studenti disabili), eventualmente prevedendo delle finestre temporali per l’utilizzo degli stessi esclusivamente in aree dedicate».

La preoccupazione del Capogruppo azzurro è che simili provvedimenti vengano percepiti come punitivi, anziché come tutelanti. E invece lo sono: «La sessione ancora in corso dell’assemblea dell’Oms ha inserito la dipendenza digitale nel novero delle malattie. Non un vizio, dunque, ma un’autentica patologia che si declina soprattutto nell’ambito del videogioco, al momento, attraverso soprattutto pc e dispositivi mobili», ha spiegato Marchetti in aula. Bisogna educare, e a questo fine il terzo punto della mozione impegna la Regione a promuovere «forme di cooperazione scuola-famiglia per un’educazione univoca dei giovani all’uso consapevole dei dispositivi digitali come mezzo di contrasto a bullismo e cyberbullismo, eventualmente incentivando l’organizzazione di specifici momenti di formazione e confronto sulla materia che riuniscano studenti, famiglie, insegnanti ed esperti».

«E’ innegabile – considera il Capogruppo regionale di Forza Italia – il prezioso contributo che le nuove tecnologie danno alla formazione dei nostri ragazzi. Esiste però un lato B nell’utilizzo di smartphone, tablet e computer che va scongiurato accompagnando anche lo sviluppo digitale dei nostri studenti con percorsi di educazione all’uso consapevole di tali strumenti. Troppo spesso – scrive Marchetti anche nel suo atto – la cronaca ci propone episodi di bullismo tra giovani, con violenze verbali o fisiche perpetrate anche all’interno degli istituti scolastici e i cui esiti nefasti vengono amplificati dall’essere replicati attraverso riprese effettuate tramite smartphone, con susseguente diffusione delle immagini attraverso internet e le piattaforme social-network, aggiungendo così al danno materiale patito dalla vittima di bullismo anche il danno alla sua identità digitale, con sconfinamento verso fenomeni ascrivibili al  cosiddetto cyber bullismo. D’altra parte, attraverso un utilizzo poco consapevole dei device i minori entrano in contatto, rimanendone spesso prede e vittime, di sfide pericolose definite blackout challenge, come la nota Blue Whale, fondate sull’induzione all’autolesionismo spinto anche sino ad esiti fatali».

Targa commemorativa per Ricciarda Malaspina

Il Consiglio regionale della Toscana contribuirà alla realizzazione di una targa commemorativa in ricordo di Ricciarda Malaspina, marchesa di Massa e signora sovrana di Carrara. La proposta di deliberazione, che fissa il contributo in 345 euro, è stata votata a inizio lavori di oggi, mercoledì 29 maggio.

La lapide, si legge nell’atto illustrato dal presidente Eugenio Giani, sarà posta in piazza del Bagno a Bagni di Lucca e riporterà i loghi di Consiglio regionale e Comune, accanto alla dicitura “In ricordo della Marchesa Ricciarda Malaspina che morì in questo luogo il 15 giugno 1553”.

Il contributo si inserisce nelle iniziative portate avanti dal Consiglio per riconoscere e dare risalto alle iniziative dei singoli Comuni che valorizzano la storia della Toscana con le famiglie che, nei secoli, hanno rappresentato la regione nelle singole realtà provinciali.

Sanità

Proposta Sarti e Fattori su Case della salute diventa legge

“La cosiddetta riforma sanitaria di quattro anni fa ha segnato un pagina pessima per la Regione Toscana. L’abbiamo contrastata in ogni modo e oggi le sue mancanze e i suoi effetti negativi, soprattutto in termini di servizi sul territorio, sono sotto gli occhi di tutti. La nostra legge tenta oggi di rimediare in parte a quella riforma che, imperniata sul verticismo e le tre mega Asl, ha impoverito il territorio. Il che dimostra anche l’importanza e l’utilità di un’opposizione di sinistra preparata e propositiva”. Lo affermano i consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti e Tommaso Fattori, commentando l'approvazione della legge 275 in consiglio regionale senza alcun voto contrario. La legge definisce, struttura e inserisce le case della salute come parte intergrante del servizio sanitario regionale pubblico, modificando la legge quadro della sanità regionale, la n. 40 del 2005.

“Oggi per il nostro gruppo consiliare è un giorno di particolare soddisfazione perché - osservano Sarti e Fattori - con questa proposta di legge votata all’unanimità in terza commissione, si compie un percorso durato più di un anno. Le case della salute devono rappresentare la soluzione allo scollamento creatosi tra ospedale e territorio, a grave danno tanto del personale sanitario quanto della cittadinanza. La casa della salute, che non è un semplice poliambulatorio ma una struttura polivalente, offre l’occasione per ricomporre le separazione fra professioni sanitarie, tra le prestazioni sanitarie e quelle sociali. Al suo interno è possibile la presa in carico globale e integrata dell'assistito: la persona viene seguita in tutto il suo percorso. Fornendo alla sanità toscana questa ‘gamba’ che mancava, possiamo in parte raddrizzare quella sciagurata riforma. Le case della salute sono state organizzate finora per atti amministrativi, adesso si trova inserita a tutti gli effetti nella legge 40”.

“Dal punto di vista del personale sanitario - continuano Sarti e Fattori - la casa della salute permette una collaborazione e un raccordo in rete tra i professionisti che rafforza le cure primarie e l’integrazione socio sanitaria permettendo così la continuità assistenziale fra ospedale e territorio, la sanità di iniziativa, il chronic care model”.

“Si apre un nuovo scenario da rendere adesso concreto, sapendo che occorre organizzare in modo diverso gli organici esistenti. Al momento, ed è uno degli effetti principali della riforma sanitaria, chi viene dimesso dall'ospedale non ha a disposizione un territorio attrezzato, e capita così che l'unica via per riaccedere all'assistenza sia tornare al pronto soccorso, ingolfandolo”.

“Le case della salute portano avanti anche la medicina di iniziativa. Chi ha bisogno, come per esempio un diabetico, sarà cercato e sarà seguito con il relativo protocollo: non si attende semplicemente il paziente. E ci sarà anche più appropriatezza prescrittiva, con risparmio economico e connesso abbattimento delle liste di attesa”, continuano Fattori e Sarti.

“Siamo particolarmente fieri dell'articolo 5 che assicura la partecipazione dei cittadini attraverso un’interlocuzione continuativa con i responsabili della Casa della Salute. La partecipazione è necessaria - concludono Sarti e Fattori - per una corretta valutazione dei bisogni, per la definizione delle progettualità, per la valutazione di impatto delle iniziative rispetto agli obiettivi individuati”.

Marchetti e Mugnai: "Quasi 9 milioni l’anno di debito"

«Ebbene: nella Toscana sul cui equilibrio contabile della sanità Enrico Rossi si è fatto fior di campagne elettorali, si è scongiurato per un pelo il commissariamento. E ora i cittadini si ritrovano sul capo 8.820.000 euro di debito didefault da qui al 2037. Grazie compagni»: la stoccata arriva dai vertici regionali di Forza Italia per bocca del coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai e del Capogruppo nell’Assemblea toscana Maurizio Marchetti.

Proprio Mugnai, insieme al collega deputato Maurizio D’Ettore, aveva dato notizia della lettera con cui il premier Giuseppe Conte chiedeva alla Regione il ripiano delle perdite d’esercizio registrate dal sistema sanitario toscano e portate al tavolo degli adempimenti. Il termine era perentorio. Pena il commissariamento. Poi l’accordo, tradottosi ieri nell’aula del consiglio regionale nella Proposta di legge “Ricapitalizzazione ammortamenti non sterilizzati delle aziende sanitarie. Modifiche alla l.r. 19/2019”.

«Per senso di responsabilità nei confronti dei toscani, a cui il commissariamento avrebbe inflitto ulteriori contrazioni e tagli ai servizi che già adesso la sinistra ha ridotto al lumicino – osserva Marchetti – ci siamo dovuti astenere. Resta il fatto che da qui al 2037 ogni bilancio regionale avrà come presupposto questi quasi 9 milioni da destinare al ripiano. Un’eredità pesante che i nonni lasceranno ai loro nipoti e che in generale i toscani non meritavano».

«Rossi ha preso in giro per anni i toscani ben sapendo – rincara Mugnai – che tra il 2001 e il 2011 il patrimonio netto delle aziende sanitarie veniva eroso dal cambiamento dei principi contabili e dalla mancata inclusione negli stessi degli ammortamenti tra i costi rilevanti ai fini della determinazione dell'equilibrio economico. Malgrado ciò si andava sbandierando una sanità coi conti in ordine che contemporaneamente stava maturando perdite. Senza parlare del crac della ex Asl 1 di Massa Carrara».

Ora il nodo algebrico è venuto al pettine. E davanti c’è un segno meno: «Per anni la giunta ha fatto l’impossibile per trovare la quadratura del cerchio contabile – considerano Mugnai e Marchetti – finché si è dovuta arrendere all’evidenza di un ultimo quadrimestre 2018 in passivo e con i numeri negativi si è dovuta presentare al tavolo ministeriale, innescando le prassi procedurali conseguenti. Il commissariamento questa volta è stato qualcosa più che un semplice spettro. E’ stato scongiurato a pelo, ma sul capo dei toscani, il cui solo torto è stato di fidarsi di Rossi e compagni, restano ora diciotto anni di debito. Nel 2020, perché dovrebbero fidarsi ancora?»

Prevenzione incendi: in Toscana tecniche innovative attive da anni

In Toscana sono “attive da anni tecniche innovative”, lo dimostra, ad esempio, l’attività di formazione che svolge il Centro regionale di addestramento Aib (Antincendi boschivi) Pineta di Tocchi a Moniticiano nel senese, dove vengono addestrati circa 1100 operatori l’anno. Un centro che peraltro, “sempre in un’ottica di miglioramento e mantenimento professionale”, collabora con strutture analoghe a livello europeo e internazionale. A fotografare la realtà toscana del sistema antincendi nonché i rapporti tra Vigili del fuoco e Regione, l’assessore Marco Remaschi, che ha risposto in aula ad un’interrogazione presentata dalla Lega (firmatari la capogruppo Elisa Montemagni e la consigliera Luciana Bartolini).

Al centro delle richieste avanzate dal maggior gruppo di opposizione in Consiglio regionale, le “significative criticità” sollevate dall’Unione italiana lavoratori pubblica amministrazione, segreteria Vigili del fuoco Toscana, in merito alla necessità di interventi urgenti per la riqualificazione professionale dei direttori operazioni di spegnimento (Dos Vf) ma anche per un nuovo accordo che possa far fronte alla “oggettiva difficoltà” riscontrata dagli operatori negli scenari emergenziali, perché “non sembrerebbe chiara la responsabilità”. Nell’interrogazione vengono inoltre rilevate “lacune” sulla formazione del personale volontario Aib e in questo senso, Montemagni e Bartolini suggeriscono una “convenzione” per regolare la collaborazione tra Regione e Corpo nazionale dei Vf, utile anche a “ridefinire le risorse economiche necessarie al rafforzamento del servizio Antincendi boschivi” e per “coordinare le squadre di volontari con le unità dei Vigili”. Infine, si legge nel testo dell’interrogazione che riprende il documento delle organizzazioni sindacali, vengono sollecitate la “definizione di una specifica remunerazione a favore del personale dei Vf per il lavoro svolto in termini di formazione Aib”, e la “determinazione di tempi certi per l’erogazione, da parte della Regione, delle risorse a favore del personale che di fatto svolge attività di formazione Aib”.

Sul punto Remaschi ha precisato come “non sia di competenza della Regione affrontare eventuali problemi di carattere sindacale interni all’organizzazione di Vigili del fuoco che ricadono sotto la diretta e unica responsabilità del ministero degli Interni”. In tutti i casi l’assessore ha ricordato che la Toscana, ente competente per gli incendi boschivi, si avvale del contributo dei Vigili del fuoco attraverso convenzioni in essere dal 2004 e stipulate annualmente. Tali accordi, ha spiegato ancora Remaschi, regolano il “mutuo e reciproco sostegno” nelle attività antincendio. In particolare la Regione “interviene su richiesta dei Vigili del fuoco con proprio personale e mezzi” sugli incendi di vegetazione di specifica competenza del Corpo. Analogamente i Vf intervengono sugli incendi boschivi e a seguito di specifica richiesta dell’organizzazione Aib. “Negli incendi che richiedono l’intervento di entrambe le componenti, ognuno opera in base alla propria competenza e in spirito di piena collaborazione”, ha detto ancora l’assessore che ha ribadito alcuni dei punti che regolano gli accordi tra Regione e Vf. Tra questi i servizi di potenziamento Aib, quello dedicato alla direzione operazioni spegnimento, il potenziamento del numero di emergenza 115. La sinergia istituzionale si traduce anche in “incontri sul territorio per un confronto tra personale Vigili del fuoco e sistema antincendi boschivi”.

Remaschi ha anche ricordato che gli accordi “prevedono un corrispettivo economico per pagare lo straordinario al personale Vigili del fuoco” relativo a servizi quali attività svolte all’interno delle sale operative regionali o per il potenziamento del sistema Aib in quelle zone dove occorrono interventi in sinergia.  Anche per questo l’assessore si è detto “stupito” delle affermazioni delle sigle sindacali, in quanto la descrizione dei fatti “non appare aderente né alla realtà normativa, né alla pratica organizzativa”. In particolare le carenze formative del personale volontario Aib “appaiono del tutto ingiustificate”  ha detto Remaschi ricordando come il Centro di addestramento abbia “garantito la formazione costante di operatori Vf a totale carico della Regione” oltre ad aver permesso la “formazione di nuove figure tecniche quali direttori del fuoco, addetti all’uso del fuoco, analisti Aib”. In ultimo Remaschi ha rilevato come la richiesta contenuta nell’interrogazione di convocare un incontro istituzionale per garantire omogeneità di comportamento sia di fatto superata perché “è attivo ormai da anni un rapporto costante sia a livello organizzativo che istituzionale”.

Maltempo, Casucci (Lega): “La Regione intervenga"

“Il maltempo, che non dà tregua, si è trasformato in una vera e propria calamità per il territorio della Valdichiana e in generale per quello aretino. Campi allegati e colture a rischio, sono tanti gli agricoltori messi in ginocchio da questo maggio con precipitazioni eccezionali. E l’allerta, stando alle previsioni, purtroppo continua. Gli operatori della zona e le associazioni di categoria ci dicono che sono ingenti i danni alle colture in particolare a girasoli e grano, azzerata la produzione di miele. Si rischia di perdere un frutto su quattro, fa sapere la Coldirettiche segnala una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana. Nel cortonese, a Monsigliolo di Camucia, il torrente Macchia, ha straripato con relativa frana provocando notevoli danni alle aziende vicine. Ma è tutta la Valdichiana a soffrire e con essa la provincia di Arezzo -ha lanciato l’allarme il consigliere regionale Marco Casucci (Lega) presentando una mozione a FirenzeLa Regione deve intervenire prontamente sostenendo le tante aziende agricole in oggettiva e grave difficoltà. Per quanto ci riguarda sensibilizzeremo la nostra senatrice Tiziana Nisini ad intervenire presso il Governo”.

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