Pd in calo, ma Brenda regge: come il sindaco di Empoli ha raggiunto il 56%. L'analisi del voto
Brenda Barnini
Ha vinto Brenda Barnini. Non si tratta solo di un dato di fatto avvalorato dai numeri, ma di un'analisi politica. Avevamo parlato di un 'capolavoro', e cosi è stato: mentre la destra si presentava sospinta dal 'vento del cambiamento' e il PD 'assediato' lasciava per la strada qualche voto, il sindaco uscente ha raccolto ogni briciola sul campo di gioco e ha vinto non come membro di un partito, ma come buon amministratore capace di mettere d'accordo un vasto pubblico di elettori. Brenda Barnini ha costruito un edificio politico con tante entrate laterali, da destra a sinistra, ma una sola Porta Triumphalis, quella con il suo nome. Con il 56% dei voti la cittadinanza ha prima di tutto giudicato positivamente il suo mandato, le cose fatte, lo stato di salute della città. E i punti a sfavore sono sembrate più disquisizioni erudite in politichese che reali problemi della cittadinanza, la quale può muoversi su nuove strade e si è potuta godere il Natale in centro.
La vittoria di Barnini è stata quindi una vittoria di un profilo 'tecnico', più che politico? I numeri sembrerebbero confermare questo. Il sindaco uscente è stato riconfermato con il 56,5% dei voti. Brenda Barnini è riuscita, nonostante una destra che ha raggiunto il 25%, a migliorarsi del +2% rispetto al 2014. Quel risultato, però, ci dice anche che il PD dopo 5 anni di 'buon governo' del 'suo' sindaco ha perso il 5% (dal 45% del 2014 al 39% del 2019). Dopotutto che puntare sul Partito Democratico potesse essere una mossa poco redditizia lo sapeva anche la stessa Barnini che nel biglietto da visita ha sempre messo prima i risultati del suo mandato e il suo volto, lavorando fin da subito per tappare buchi e perdite di consenso già annunciate.
A compensare il calo del PD, però, ci sono stati i numeri di Questa è Empoli che ha migliorato del 5% il risultato del 2014 (arrivando al 14%) e diventando la vera sorpresa di queste elezioni: la 'creatura politica' di Brenda Barnini sta diventando grande e si è posta a solido baluardo nelle mani del candidato sindaco. Da non dimenticare, però, anche quel 2,5% proveniente da Radici e Futuro, la lista di Marconcini. Certo ci si aspettava francamente di più (soprattutto per il clamore mediatico suscitato dagli stessi protagonisti), ma a dispetto di quel che dicono molti commentatori quel 2,5% non è stato marginale: se Brenda avesse vinto con il 53% (-1% rispetto al 2014) sarebbe stato lo stesso un risultato così importante o avrebbe certificato anche solo simbolicamente un calo di cui tener conto? Con quel 2,5% in più Barnini può presentarsi con un consenso sulla carta allargato, e questo in politica fa la differenza. Insomma la lista di Marconcini ha fatto il lavoro per cui Brenda l'aveva inglobata nel suo edificio politico: portare voti da sinistra a fronte del calo del PD. Meno funzionale, invece, l'endorsement dal punto di vista di Haller e per spiegare il perché serve fare un excursus.
È infatti accaduto qualcosa di strano: la Lega a Empoli ha raccolto il 24,4% alle europee, alle comunali è scesa al 14,4%, tutti gli altri partiti sono rimasti più o meno stabili, e solo Questa è Empoli ha guadagnato. Non abbiamo in mano i flussi elettorali per stabilire dove sia andato quel 10%, ma da qualche parte è andato: con una sinistra in calo in tutte le sue forme pensare che parte di chi abbia votato Lega alle europee abbia votato Questa è Empoli è plausibile? Si, ma al momento non ci sono elementi per dirlo. Certo è che parte dei voti di Questa è Empoli è arrivato da un elettorato moderato che non può identificarsi totalmente nella sinistra e anche da certi vecchi personaggi della destra locale a cui Poggianti a trazione leghista non è piaciuto. La 'nuova' destra FdI-Lega ha senza dubbio pagato lo scarso radicamento sul territorio, l'assenza di figure tra le liste che avessero posizioni di rilievo a livello politico, ma anche qualche scaramuccia interna che si pensava fosse stata messa da parte. È anche possibile che QèE abbia preso qualche voto da sinistra, da parte di chi spaventato dalla destra ha preferito votare la più sicura Barnini e non Cioni, ma immaginiamo sia stata una minoranza: quel voto è più probabile sia andato nella lista di Marconcini (e non è un caso se il voto della Cioni, 9%, sommato a quello di Radici e Futuro, sia molto vicino a quanto prese Dusca Bartoli nel 2014). Insomma il "travaso di voti da destra a sinistra" c'è stato: che ci siano voti leghisti in quel 14% di Questa è Empoli non è escluso, ma non è sicuro; che parte di quei voti venga da un elettorato di centrodestra sembra invece molto probabile. Cosa significa questo?
Parliamoci chiaro: amministrative e europee (come le politiche) hanno oggetto e obiettivi diversi, più politici le prime, più 'tecnici' le seconde. Ed è giusto che sia così. Dopotutto c'è stato un referendum a stabilire l'elezione diretta del sindaco e il ruolo di un amministratore è sopratutto di natura tecnica. Ma la domanda che ci poniamo è: crea imbarazzo o no al PD che si è fatto alfiere dell'antifascismo e dell'antileghismo avere tra i voti del suo candidati chi ha espresso un voto ideologico in Europa a favore della Lega o in generale del centrodestra? E imbarazza Marconcini il fatto che lui stesso abbia consumato l'ennesima rottura a sinistra invocando la linea comune contro "i barbari" leghisti e poi questi potrebbero essere tra l'elettorato che sostiene Barnini? Insomma quella della sinistra è una vittoria di Pirro? A queste domande non dobbiamo rispondere noi. Tutto è legittimo, basta essere chiari: ha vinto Brenda Barnini o la sinistra e i suoi valori?
La forbice tra europee e amministrative (avvenuta ovunque nell'Empolese Valdelsa) è la dimostrazione dell'estrema mobilità dell'elettorato moderno che non ha più forti strutture ideologiche e identitarie a cui ancorarsi. A livello nazionale negli ultimi anni la divergenza di risultati tra tipologie di elezioni è andata aumentando, mentre la mobilità del voto in un contesto socioeconomico che resta immutato è un dato politico. Da questo punto di vista la 'generalità ideologica' della Lega, che non fa appello a valori politici tradizionali ma a istinti politici elementari, si presta ad accogliere tanto voti che tradizionalmente andrebbero a sinistra, tanto quanto quelli dei neofascisti. Il voto disgiunto, insomma, è anche figlio dei tempi, e anche se sembra strano il consenso alla Lega non è di per sé completamente astruso dall'area di sinistra: il voto è sempre meno legato ad un'identità sociale e si sposta su generiche rivendicazioni, l'elettorato diventa un pubblico che sembra rispondere a specifici stimoli politici, non esprimere una identità sociale o ideologica, a maggior ragione a livello locale. In questa situazione infine è facile che l'elettorato si leghi alla persona, più che al partito: la chiamano la "democrazia del pubblico".
Questo, guardando i dati empolesi, è quel che è accaduto: Brenda Barnini è stata confermata soprattutto come buon amministratore, non come politico espressione di un partito di sinistra. Questo qualcuno dovrebbe ammetterlo. Il sindaco uscente ha compiuto un'enorme operazione politica incentrata sulla sua persona, ma questi dati celano anche un calo graduale della sinistra di cui il sindaco, però, non ha mai smesso di farsi alfiere. Nei fatti Barnini ha coltivato nei cinque anni di mandato un giardino pieno di fiori, con a sinistra i papaveri cari all'antifascismo, al centro fiori dai mille colori con cui ha abbellito i tanti eventi organizzati, a destra le 'querce' del territorio (imprenditori e interessi privati) a guardia delle quali ha messo telecamere, lampioni nuovi e agenti. Questo è stato possibile anche grazie ad un tessuto cittadino che non è stato attraversato da grandi fratture sociali che implicassero scelte importanti da una o dall'altra parte, e anche da un peso politico a livello provinciale e regionale della stessa Barnini che gli ha permesso di richiamare su Empoli opere e fondi. E una domanda è lecita: questo 'centrismo' a trazione Brenda Barnini significa rinnegare qualcosa o amministrare bene chiamando in causa tutte le parti della società? L'elettorato il 26 maggio ha espresso la sua opinione. Ma nonostante l'entrata trionfale in piazza dei Leoni accompagnata dalle bandiere PD questa tornata elettorale dimostra che o la sinistra ha fatto passi indietro o quella sinistra è davvero cambiata, virando verso il centro. Questo, sia chiaro, non significa che Barnini e il 39% che ha votato PD stiano ormai rinnegando la loro originale appartenenza, ma che qualcosa sta cambiando e rivendicare la vittoria da sinistra sembra una cattiva analisi dei dati. Avevano quindi ragione Beatrice Cioni e i suoi a dire che "quell'area ormai è lontana" e scegliere la rottura? E se fosse così, se a Empoli arriverà il momento di scelte difficile in contesti sociali più gravi, quale parte del giardino annaffierà Brenda Barnini?
A fronte di tutto ciò notiamo l'avanzare di una lista civica (Questa è Empoli) che sembra star diventando un partito politico con un occhio moderato e forse tendente a destra: nessuno sostiene che Questa è Empoli sia un club occulto di leghisti, figuriamoci, ma è certo frequentato da un elettorato che guarda anche al centrodestra e che per forze di cose (e dato il peso relativo di questa tornata elettorale) porta ancora più al centro l'asticella del Barnini II. Quali saranno i rapporti di forza ora nella coalizione vincitrice? Insomma quanto si è spostato verso destra il secondo mandato? E cosa accadrà al termine? Una cosa è certa: a vincere è stata Brenda Barnini.
Giovanni Mennillo