Si riunisce il consiglio regionale: approvata legge su aree montane. Il resoconto
Si è riunito oggi il consiglio regionale della Toscana. Ecco gli argomenti di cui si è trattato:
Canale Battagli Montevarchi resta al demanio, via libera alla legge
Il Canale Battagli di Montevarchi resta al Demanio.Il processo di cessione introdotto con la prima variazione di bilancio 2018 sarà bloccato e il sistema artificiale nato in epoca medievale per portare l’acqua nei campi e che tuttora svolge funzioni irrigue, industriali e di usi civici, verrà ricondotto alla disciplina dei consorzi di bonifica, in particolare nella fattispecie dell’articolo 27 bis, comma 1 della legge regionale 79/2012.
È quanto deciso dal Consiglio regionale della Toscana che ha votato all’unanimità la legge che abroga l’articolo 16 della 37/2018, ovvero le disposizioni per la gestione in concessione del Canale introdotte perché, almeno in un primo momento, si pensava fosse esaurita la sua originaria funzionalità demaniale.
Come spiegato da Stefano Baccelli (Pd), presidente della commissione Territorio e Ambiente, da una ricognizione effettuata congiuntamente dai Comuni di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Consorzio di bonifica Alto Valdarno e Genio civile Valdarno Inferiore, è emerso che il 'Berignolo' o 'Gora', appellativi con cui si è soliti definire il canale, costituisce un sistema artificiale che assolve funzioni di captazione, adduzione e distribuzione delle acque utilizzate a fini agricoli o idropotabili, funzioni di scolo, di drenaggio urbano, ulteriori funzioni promiscue. È quindi venuto meno il presupposto per l’applicazione del processo di sdemanializzazione.
Ad annunciare il voto favorevole sia Tommaso Fattori (Sì Toscana a sinistra) che Marco Casucci (Lega), con alcune considerazioni. Per Fattori “resta un mistero che la Giunta abbia avviato un processo di sdemanializzazione su un sistema che sta lì dal Medioevo”. Secondo Casucci, invece, che ha ricordato di aver presentato allora un emendamento abrogativo “si è perso tempo, a danno dei cittadini toscani”.
Erp: via libera a vendita per abitanti Cardoso
“E’ una norma semplice, un unicum che consolida la legge del 1996, con l’obiettivo della permanenza in loco degli abitanti della frazione di Cardoso, nel Comune di Stazzema”. Così ha esordito Stefano Scaramelli (Pd), presidente della commissione Sanità e politiche sociali, illustrando la legge che interviene per consolidare definitivamente gli obiettivi raggiunti dalla legge regionale del 27 giugno 1996, n. 46 (Interventi straordinari ed urgenti per gli interventi calamitosi verificatisi in Toscana il 19 giugno 1996), ovvero il ripristino delle normali condizioni di vita a Cardoso, frazione del Comune di Stazzema, dopo gli eventi alluvionali del giugno 1996, che avevano comportato il danneggiamento irreparabile o la distruzione di immobili di residenza. Con tale legge la Regione Toscana aveva infatti attivato un apposito piano di recupero
approvato dal Comune di Stazzema, provvedendo, tramite l’ATER di Lucca, anche alla ricostruzione di alloggi di edilizia sovvenzionata, da destinare ai residenti già conduttori di immobili.
Con questa legge, ha spiegato Scaramelli, si intende quindi favorire la permanenza in loco degli abitanti della frazione di Cardoso, mediante l’offerta dell’acquisto degli alloggi assegnati.
Nell’articolato si individuano gli originari assegnatari, o i loro familiari conviventi in caso di decesso dell’assegnatario, come unici aventi titolo all’acquisto, purché in regola con i pagamenti e con tutti gli obblighi contrattuali; si stabilisce il prezzo di cessione; si prevede, per il Comune di Stazzema, l’obbligo di informare, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge stessa, gli aventi diritto della facoltà di presentare la domanda di acquisto.
“Ho perplessità nel merito, non riesco a capire perché edifici costruiti con soldi pubblici, di cui le famiglie possono continuare a usufruire, debbano essere posti in vendita”, ha affermato Monica Pecori (Gruppo misto/Tpt). Da qui l’annuncio del voto contrario: “Non riuscendo a capire il motivo, non posso esprimere un giudizio positivo”.
Di ben altro avviso Jacopo Alberti (Lega), che si è espresso a favore della legge, dopo essersi confrontato anche con il territorio: “Porre in vendita abitazioni costruite in emergenza è fatto importante”.
Turismo: cabina di regia, estensione alla rappresentanza delle imprese turistiche
I corsi per guida turistica e i relativi esami di abilitazione sono ulteriormente sospesi fino al 31 dicembre 2020. Lo prevede una legge di modifica al Testo unico del sistema turistico regionale, che l’aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza.
Come illustrato da Gianni Anselmi (Pd), presidente della commissione Sviluppo economico, il provvedimento, definito “leggina di manutenzione”, apporta alcuni cambiamenti al Testo unico, in particolar modo per prorogare il termine di sospensione, in attesa della disciplina a livello statale relativa al profilo professionale di guida turistica, dei corsi e i relativi esami di abilitazione. Il termine precedente era fissato al 9 giugno 2019, ma, considerato che non è stato ancora individuato il percorso istituzionale per dare soluzione al problema della definizione della professione, si è ritenuto necessario prorogare tale termine al 31 dicembre 2020 e precisare che la sospensione riguarda anche gli esami di coloro che vi accedono direttamente con i titoli di studio previsti dal regolamento regionale. Resta fermo che si tratta di un termine massimo per cui se, prima della suddetta data, il profilo professionale di guida turistica fosse definito a livello nazionale, la Regione provvederà di conseguenza e si riattiveranno i corsi e gli esami.
Altre modifiche, come ricordato da Anselmi, riguardano la cabina di regia del turismo: la norma viene riformulata in modo da contemplare tutte le associazioni che rappresentano le imprese del turismo, un’estensione alla rappresentanza delle professioni turistiche, con l’aumento da quattro a sei dei membri designati in rappresentanza degli operatori del turismo. Infine si abroga la sanzione amministrativa per l’ipotesi di incompleta comunicazione delle locazioni turistiche, perché all’atto pratico, visto le procedure adottate, sono casi che non si verificano più, mentre rimangono le sanzioni in caso di omissione.
Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), annunciando il voto favorevole del proprio gruppo, ha espresso apprezzamento per l’inclusione nella cabina di regia di tutte le associazioni che rappresentano le imprese del turismo e per la proroga del termine di sospensione, in attesa della disciplina statale in materia.
Garante detenuti: Consiglio esprime apprezzamento per attività svolta nel 2018
Approvata a maggioranza in Aula, la proposta di risoluzione sulla relazione annuale sull’attività svolta dal garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nel 2018. L’atto che ha ricevuto il voto favorevole di Pd, M5S, Sì-Toscana a sinistra, Art.1-Mdp e gruppo misto, il voto contrario di Lega e Fratelli d’Italia, esprime apprezzamento per l’attività e i risultati 2018 del Garante. La risoluzione ribadisce, inoltre, l’impegno assunto con la legge regionale 19 novembre 2009, n.69 (Norme per l’istituzione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale), a contribuire ad assicurare la finalità rieducativa della pena e il reinserimento sociale dei condannati e, più in generale, l’effettivo godimento dei diritti civili e sociali nonché la rimozione degli ostacoli al godimento di tali diritti all’interno delle strutture restrittive della libertà personale.
È stato il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ad illustrare l’atto. “Si fa riferimento – ha detto Buglinai – alle cifre del sistema penitenziario toscano che sono in ascesa, dagli oltre 4mila detenuti nel triennio 2011-2013 si era passati ad un decremento delle presenze (grazie ai provvedimenti per ridurre il sovraffollamento in ottemperanza alla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti umani) negli anni successivi con 3mila 260-3mila 280 unità, ma dal 2017 vi è stata una nuova ripresa, che ha portato, al 31 marzo 2019, a 3mila 420 detenuti”.
Si parla poi, ricorda il presidente, delle sanzioni di comunità applicate in Toscana, con un quadro delle misure alternative e della messa alla prova, evidenziando “un aumento dei soggetti in carico al servizio sociale penitenziario, in totale 8mila 160 nell’anno 2018 (rispetto ai 5mila 738 del 2015)”.
Bugliani ricorda poi, gli obiettivi raggiunti, come i lavori per eliminare i servizi igienici a vista nella sezione femminile del carcere di Pisa e le ipotesi strategiche come la costruzione del teatro stabile nel carcere di Volterra e la trasformazione del Gozzini di Firenze, oggi a custodia attenuata, in istituto per le donne. Il presidente si sofferma poi, sulla necessità di migliorare la tutela del diritto alla salute in ambito penitenziario e la somministrazione gratuita di farmaci di fascia C, l’introduzione di piastre elettriche al posto dei fornellini a gas utilizzati nelle celle, la diffusione di prestazioni odontoiatriche per tutti, la ristrutturazione di cucine e mense, l’applicazione del regolamento penitenziario.
Nella parte finale dell’atto si illustrano anche i nuovi fronti d’impegno del Garante: il monitoraggio dei trattamenti sanitari obbligatori (Tso), che ha preso il via negli ultimi mesi del 2018 con la richiesta di dati all’Assessorato alla sanità sui numeri delle degenze, sui giorni di ricovero per ogni Tso e sull’eventuale uso della contenzione e la sua annotazione in appositi registri e il monitoraggio dell’uso e delle condizioni delle camere di sicurezza in dotazione alle questure e alle prefetture, della presenza sia del necessario per una permanenza dignitosa dell’arrestato sia delle informazioni finalizzate alla tutela dei suoi diritti.
Apprezzamento al lavoro del garante è stato espresso da Gabriele Bianchi (M5S). “La nostra attenzione – ha detto – è rivolta anche a chi lavora nel carcere”. Tra i suggerimenti avanzati dal consigliere regionale “l’aumento del numero di dipendenti, di figure sanitarie e operatori culturali”.
“In tutta la sua attività – è intervenuta Monica Pecori (gruppo misto-Tpt) si percepisce la passione verso un impegno che va al di là dell’aspetto istituzionale. Si vuole stabilire che prima di tutto deve esserci la dignità della persona”. La consigliera regionale ha rimarcato la necessità di risolvere le carenze strutturali degli istituti penitenziari e l’importanza di garantire le cure odontoiatriche e sanitarie.
Marco Casucci (Lega) ha parlato di “dati preoccupanti: aumenta il numero di detenuti, tanto da rendere le nostre strutture insufficienti per garantire agli stessi ma anche a chi ci lavora, di poter essere tutelato e di poter scontare la pena in un’ottica rieducativa, da un lato e di poter svolgere la propria missione professionale dall’altro”. Casucci ha ribadito l’importanza “di garantire la certezza della pena” e, commentando i dati sul 50 per cento dei detenuti di nazionalità non italiana, di aprire una riflessione sulla necessità del rimpatrio.
“Un lavoro svolto con competenza e professionalità anche con il suo impegno personale”. Così Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) ha parlato dell’attività di Corleone. “Il garante deve garantire la dignità umana – ha sottolineato il consigliere regionale – e i diritti civili, sociali dei più fragili a partire da quello alla salute, mancano le cure odontoiatriche e occorre fornire i farmaci di fascia C”. “Positivo – continua – l’inizio del monitoraggio dei trattamenti sanitari obbligatori e dell’eventuale uso della contenzione che in Toscana è vietato. Un capitolo a sé è quello delle donne con bambini in carcere, è una barbarie consentire di farli vivere lì nei primi anni di vita.”
Andrea Quartini (M5S) ringrazia il garante e fa alcune riflessioni. “Di fronte ad un sovraffollamento delle strutture – afferma – siamo in regime di sotto organico sia per agenti di polizia penitenziaria sia per personale sanitario”. Il consigliere ricorda l’importanza della “certezza della pena”, che però “deve essere un debito risarcitorio e non una punizione, non un atteggiamento vendicativo”. Si sofferma poi, sul fatto che “oltre un terzo dei detenuti devono scontare una pena in seguito alla tossicodipendenza e non ricevono le cure necessarie”. Infine, ha evidenziato l’importanza che si inizi a parlare delle “camere di sicurezza nelle questure che versano in condizioni allucinanti ” e dei “rimpatri assistiti”.
“Da anni – interviene Massimo Baldi (Pd) – il garante getta un fascio di luce prezioso per vedere le condizioni delle carceri in Toscana, dove la giustizia rischia di trasformarsi in violenza e vigila che la giustizia faccia il suo corso”. Per Baldi tra le soluzioni possibili c’è il “superamento del sistema carcere-centrico, i tempi sono maturi per infliggere la pena, privando le persone della libertà, ma non necessariamente con la carcerazione”.
Tra gli appuntamenti calendarizzati con Corleone ricorda Stefano Scaramelli (Pd) altre visite nelle carceri toscane per verificare l’andamento dei lavori e fare il punto delle varie situazioni. “I temi trattati sono stati molteplici – ha detto il presidente della commissione Sanità –, tra i quali uno dei più importanti è quello delle malattie psichiatriche che si lega alla questione del Tso, alla somministrazione dei farmaci, alle Rems”. Scaramelli ha ricordato anche la questione della polizia penitenziaria, che “a settembre sarà ascoltata in commissione” e delle misure alternative come il lavoro socialmente utile.
A concludere il dibattito Serena Spinelli (Art.1-Mdp) che ringrazia Corleone “per aver fatto una relazione di parte, essendo lui il garante dei detenuti, per aver narrato le condizioni dei detenuti in carcere e le loro difficoltà. C’è un esame impietoso di questa realtà”. “Adesso compito del Consiglio regionale – ha affermato – è capire dove la Regione può intervenire per migliorare le loro condizioni di vita”. Spinelli ha ricordato il ruolo centrale della Regione nel garantire la salute in carcere, anche quella mentale.
Aree montane, approvata proposta di legge per strategia di sviluppo
La Toscana vara nuove politiche per la montagna. Il Consiglio regionale, nella seduta di oggi, martedì 11 giugno, ha approvato il testo di iniziativa di una decina di consiglieri del gruppo Pd – primo firmatario Massimo Baldi – e si dota, quindi, di un “ombrello normativo che prima non disponeva”, ha spiegato il consigliere.
Gli intereventi attesi, illustrati anche dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), investono diversi fronti: si passa dalla valorizzazione dei territori montani al contrasto dei fenomeni di abbandono e di invecchiamento della popolazione residente, attraverso azioni di sostegno e promozione delle economie locali. Si guarda al territorio montano, è stato ricordato più volte, come area di alto valore e potenzialità di sviluppo in riferimento al contesto ambientale, sociale ed economico.
Il lavoro svolto, ha detto Baldi, è stato lungo, è durato quasi tre anni, “consegna alla Toscana una normativa che intende la montagna come valore eco-sistemico”, vale a dire che quello che accade in quel territorio ha effetti sull’intera regione. “Gli strumenti di coordinamento esistenti – ha spiegato ancora Baldi – non davano i risultati sperati. Siamo intervenuti e abbiamo fatto un passo in vanti”.
In sede di dibattito, i consiglieri del Movimento 5 stelle Gabriele Bianchi e Giacomo Giannarelli hanno annunciato voto di astensione. “Servono politiche chiare. La proposta di legge in discussione è farraginosa e rallenta le esigenze di miglioramento”, ha spiegato Bianchi. Per Giannarelli, invece, il testo è un “contenitore vuoto. I principi sono condivisibili, ma entrando nel merito della legge, non ci sono contenuti né risposte”.
Voto di astensione è stato annunciato anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti ha rilevato quanto la proposta “non vada nella direzione di risolvere esigenze e problematiche. Servirebbero risorse e investimenti”. Il capogruppo Fdi Paolo Marcheschi ha invece parlato della conferenza permanente prevista dalla nuova normativa come un “ente intermedio che l’esperienza mi dice non otterrà l’effetto voluto. Il rischio – ha detto – è quello di creare aspettative che saranno poi deluse”.
D’accordo sulla legge – sottoscritta anche da Serena Spinelli (Articolo 1-Mdp) – si è dichiarato Marco Casucci (Lega) che ha proposto anche un ordine del giorno collegato e un emendamento (entrambi accolti). Gli interventi votati dall’aula riguardano la necessità di prevedere annualmente nel Defr (Documento di economia e finanza regionale) e quindi nel bilancio regionale, le “risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti nella legge” tra cui, anche, la tutela del patrimonio forestale, dell’identità storica e culturale, la promozione delle attività industriali, il potenziamento dei servizi pubblici locali e dei servizi socio-sanitari. L’emendamento approvato, riguarda invece l’importanza del superamento della stagionalità invernale nell’offerta turistica. L’obiettivo, ha spiegato Casucci, è quello di rendere la montagna “luogo di attrazione 12 mesi l’anno”.
Il voto a favore del gruppo misto-Tpt Monica Pecori è arrivato, per stessa dichiarazione della consigliera, dopo un nuovo approfondimento sul testo. Il primo approccio “quasi frettoloso” ha lasciato il posto ad un sì soprattutto per la previsione di “interventi sui territori in sofferenza”
Tommaso Fattori (Sì–Toscana a sinistra), nel condividere gli obiettivi si è interrogato sulla “effettiva efficacia della norma”. E tuttavia ha assicurato un voto a favore perché “è giusto riconoscere il valore di leggi bandiera che hanno il merito di porre l’attenzione su problemi reali, che necessitano di una svolta”. “Tutte le iniziative che accendono i riflettori sul territorio montano e sul suo valore eco-sistemico, sono importanti e ben accette” ha spiegato.
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La legge in sintesi
Per individuare e coordinare meglio le strategie di intervento, si agisce prevalentemente con alcune modifiche alla legge regionale sul sistema delle autonomie locali (68/2011) e si specificano le finalità degli interventi: contrasto dello spopolamento, difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale, salvaguardia dell’identità storica e culturale, potenziamento dei servizi pubblici locali e dei servizi sociosanitari, promozione delle attività industriali, artigianali, manifatturiere e commerciali, oltre che della cooperazione, specie di comunità, sostegno all’economia circolare, alle attività agro-zootecniche e forestali, sostegno al sistema turistico, specie quello ambientale, sostenibile e responsabile, sostegno all’impiantistica sportiva, specie del sistema neve, ed alla qualità delle infrastrutture viarie.
Si prevede di istituire uno specifico organo di cooperazione fra le varie istituzioni coinvolte, la Conferenza permanente per la montagna, che si occuperà della verifica dello stato di attuazione delle politiche regionali per i territori montani, delle azioni da attivare in loro favore, comprese quelle di coordinamento a livello amministrativo. Sarà compito della Conferenza, inoltre, la promozione degli Stati generali della montagna come momento di confronto con gli enti locali, le forze sociali, le istituzioni nazionali e comunitarie.
La Conferenza sarà presieduta dal presidente della Giunta regionale e ne faranno parte l’assessore regionale con deleghe alle politiche per la montagna, i presidenti di Anci e Upi toscane (tutti potranno delegare) e i presidenti delle unioni dei Comuni interessati, un rappresentante del Consiglio delle autonomie locali e delle organizzazioni sindacali, datoriali e delle varie associazioni individuate con decreto della Giunta regionale.
Le azioni rivolte specificamente ai territori montani, inoltre, entreranno nel Defr in coerenza con quanto previsto dal Piano regionale di sviluppo (Prs) e tenendo conto delle misure previste dal fondo regionale per la montagna.
Spinelli: “Arpat mantenga la propria autonomia"
“Ritengo che Arpat debba rimanere un ente dotato di una propria autonomia. Solo così potrà continuare svolgere con terzietà e autorevolezza un servizio corretto e efficiente a favore dell’ambiente e della collettività. I miei emendamenti alla proposta di legge uscita dalla Giunta regionale sono per questo volti ad evitare che l'Arpat diventi un ente strumentale della Regione Toscana” – dichiara la consigliera regionale Serena Spinelli - “Tutela dell'ambiente e difesa del territorio sono tematiche strettamente connesse con la ricerca scientifica e con la capacità di operare in maniera articolata e capillare. In questi campi le attività di studio, di controllo e di monitoraggio devono essere portate avanti da organismi e personale che operano con terzietà e autonomia. Così è stato fino ad oggi per l'Arpat, l'Agenzia regionale toscana che si occupa di ambiente e territorio” – prosegue Serena Spinelli.
“La proposta di legge di riforma di Arpat, che sta per essere discussa nelle commissioni consiliari competenti, prende le mosse dal necessario recepimento della Legge nazionale del 2016. Ma se venisse così approvata renderebbe l'Arpat un Ente strumentale della Regione, con conseguente perdita di autonomia e indipendenza rispetto alle strutture e alla politiche regionali, caratteristiche necessarie quando si opera su aspetti legati al controllo e alla prevenzione dei rischi ambientali” – aggiunge la consigliera Spinelli.
Gli emendamenti che ho presentato permettono di mantenere un ente con personalità giuridica di diritto pubblico, dotato di autonomia tecnico-scientifica, amministrativa e contabile. L'adeguamento alla Legge nazionale non passa necessariamente dallo stravolgimento dello status dell'Arpat, altre Regioni hanno infatti già legiferato in materia senza optare per la trasformazione in ente strumentale” – conclude la consigliera regionale Spinelli – “Nella riforma vanno inoltre tenuti in considerazione i diritti dei lavoratori dipendenti dell’agenzia, in stato di agitazione e preoccupati da uno scenario che vedrebbe l’ente depotenziato e da una possibile riduzione delle risorse assegnate. In tal senso si muove anche la recente mozione presentata da Sì Toscana a Sinistra, che ho sottoscritto. Su questo punto chiediamo sia posta la massima attenzione, di concerto con le rappresentanze sindacali, per giungere a una soluzione positiva della vertenza”.
Sviluppo industriale: prorogato commissariamento Consorzio Zona Apuana
Il commissariamento del consorzio per la zona industriale Apuana durerà più del previsto. Il Consiglio regionale ha approvato la legge proposta dalla Giunta, e illustrata dall’assessore Stefano Ciuoffo, che proroga la durata in carica del commissario, da 910 giorni inizialmente previsti, a 1047.
La proroga è necessaria, si legge nella relazione di accompagnamento, per “assicurare la continuità della gestione nel passaggio al nuovo assetto organizzativo”. In ogni caso, ha assicurato Ciuoffo, la legge “non determina scenari futuri o diversi assetti societari”. Il commissariamento, ha ricordato l’assessore, è stato necessario a causa di una “serie di attività che dovevano essere messe a regime”. “La Regione non è socia del consorzio. Sull’area – ha detto ancora Ciuoffo – sono necessarie azioni forti”.
Il consorzio è stato istituito con decreto legislativo (372/1947) per promuovere iniziative pubbliche e private per il completamento della zona industriale apuana. Rientra nella categoria dei consorzi di sviluppo industriale che hanno lo scopo di favorire nuove iniziative artigianali nel territorio di competenza, ma anche promuovere sviluppo di nuove attività produttive.
In sede di dibattito, il consigliere del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli ha annunciato voto favorevole ma ha auspicato il “superamento del consorzio.“Occorre trovare formule alternative ad un organismo che non ha mai funzionato”, ha spiegato.
Voto di astensione è stato annunciato dalla capogruppo della Lega Elisa Montemagni: “Credo necessario attivare un confronto sul territorio con i soggetti interessati per arrivare a un organismo realmente funzionale”.
Ambiente: la Toscana dichiari stato di emergenza climatica, Consiglio approva mozione
La Regione Toscana è chiamata a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale. Il Consiglio regionale approva una mozione presentata da Sì-Toscana a sinistra. Il testo approvato accoglie emendamenti proposti dal Partito democratico, sottoscritti da Monia Monni e illustrati in Aula dal capogruppo Leonardo Marras.
La mozione impegna la Giunta regionale a “dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale in Toscana, quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, coordinando e rafforzando ulteriormente le politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico, da considerare una priorità trasversale ai propri piani e programmi, alle politiche economiche e agli accordi da perseguire”; ad attivarsi, come disposto dall’emendamento Pd, “affinché il governo riveda la sua posizione e dichiari lo stato di emergenza ambientale e climatica del Paese, riconoscendo così l’esigenza di porre in essere tutte le azioni necessarie e non rinviabili volte a non compromettere il futuro delle nuove generazioni”.
La Giunta regionale è impegnata inoltre a sostenere, in attuazione dell’accordo di Parigi, “obiettivi più ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico e decarbonizzare l’economia”; ad attivarsi affinché siano adottate “opportune forme di fiscalità ambientale, rivedendo le imposte sull’energia e sull’uso delle risorse ambientali a favore della sostenibilità, anche attraverso la revisione della disciplina delle accise su prodotti energetici in funzione del contenuto di carbonio, al fine di accelerare la conversione degli attuali sistemi energetici verso modelli a emissioni basse o nulle”; a favorire e incrementare gli investimenti sulla ricerca e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, sul risparmio energetico e sull’efficiente produzione dell’energia”; ad assumere “ogni idonea iniziativa finalizzata a sollecitare la partecipazione degli enti locali alla definizione del nuovo quadro energetico ed ambientale determinato dalla dichiarazione di emergenza climatica”.
La mozione impegna anche la Giunta toscana a richiedere l’esclusione dal patto di stabilità delle spese e degli investimenti delle Regioni e degli Enti locali “volti alla riduzione delle emissioni climalteranti e all’adattamento al cambiamento climatico, con particolare riguardo alle risorse finalizzate al risparmio e all’efficienza energetica, allo sviluppo delle energie rinnovabili e alla messa in sicurezza del territorio per la prevenzione dal dissesto idrogeologico e dalla siccità”; a dare piena attuazione, infine (ed è questo un secondo punto introdotto con gli emendamenti del Partito democratico) alla legge regionale 48 del 2018 (norme in materia di economia circolare), “convocando un gruppo di lavoro paritetico, politico e tecnico tra la Giunta e il Consiglio”, finalizzato alla modifica della legislazione regionale relativa alla programmazione di settore, in linea con quanto previsto dalla stessa legge toscana sull’economia circolare.
L’atto è stato illustrato da Tommaso Fattori (Si-Toscana a Sinistra): “La crisi climatica ambientale è un’emergenza”, ha affermato, “la temperatura media terrestre è in aumento costante da tempo è questo è un patrimonio acquisito dalla comunità scientifica e dalle nuove generazioni; purtroppo non lo è da una parte del mondo politico, dove ancora ci sono atteggiamenti negazionistici”. “La politica deve assumersi la propria responsabilità”, ha aggiunto Fattori, e serve “un cambio di passo” dinanzi alla “principale emergenza di tipo planetario che dobbiamo fronteggiare: noi riteniamo che la dichiarazione dello stato di emergenza sia il primo passo nella direzione giusta”. La Regione Toscana, così facendo, “sarebbe la prima in Italia”.
Giacomo Giannarelli (M5S) ha annunciato il voto favorevole, ma ha precisato di non condividere “il maggior sollecito al Governo centrale: il ministro Costa sta facendo cose che non si erano mai viste negli ultimi 40 anni in Italia”. Il consigliere ha citato vari esempi, dall’iniziativa plastic free alla la battaglia sugli sprechi degli inceneritori e tutti i temi legati all’economia circolare, “che fanno parte del contratto di governo”. “Diamo a Cesare quel che è di Cesare”, ha affermato Giannarelli, “ non si può dire che non ci sia attenzione ambientale nell’agenda del ministro dell’ambiente”. Il testo della mozione, secondo il consigliere, “è un manifesto per mettere i puntini sulle priorità: la Regione Toscana ha un ruolo nella pianificazione anche energetica, un ruolo strategico su tanti aspetti, come quello dei rifiuti”. Ed è “tutto collegato: oggi parlare di economia circolare significa anche parlare di salute”. Giannarelli ha ricordato i ritardi della Regione nella pianificazione.
Leonardo Marras (Pd), nell’illustrare gli emendamenti concordati con Si-Toscana a sinistra, ha precisato che le integrazioni vanno nella direzione di riconoscere “alcune azioni che già fanno parte delle linee programmatiche della Regione Toscana”. Inoltre, si sono voluti inserire “alcuni principi e contenuti nella mozione”. Così, si ricorda che la Regione “riconosce quale principio generale lo sviluppo sostenibile”; che il Consiglio ha approvato le norme in materia di economia circolare: il progetto di cui si è fatta promotrice la Regione, “Arcipelago Pulito, una buona pratica che ha saputo stimolare il legislatore europeo sul tema della raccolta delle plastiche in mare”. Infine, la Toscana “sta portando avanti preziose iniziative” sui temi della sostenibilità e dell’ambiente come, ad esempio, quelle relative “all’eliminazione degli oggetti di plastica monouso e all’efficientamento energetico”.