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Camilleri, la Toscana lo ricorda. Lutto cittadino a Santa Fiora, dove trascorreva le vacanze

Federico Balocchi e Andrea Camilleri

Anche la Toscana piange la scomparsa di Andrea Camilleri, padre dei gialli siciliani con protagonista il commissario Salvo Montalbano e non solo. Per prime sono giunte le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella: "Un grande scrittore, narratore dei nostri tempi bizzarri, uomo sensibile e di grande talento, orgoglio per tutta l'Italia. Ciao Maestro Camilleri, che la terra ti sia lieve". Toccante anche il ricordo di Angelo Frosini, ex sindaco di San Miniato.

Santa Fiora piange il Maestro

Più coinvolta la comunità di Santa Fiora, comune sull'Amiata dove Camilleri trascorreva da tempo le vacanze estive. Nel 2014 era stato eletto cittadino onorario e due anni fa a suo nome era stato intitolato un teatro. "La mia commozione e la mia gratitudine è profonda e durerà finché io durerò", aveva detto in quell'occasione lo scrittore siciliano. Ecco le parole del primo cittadino Federico Balocchi, che in questa occasione ha proclamato il lutto cittadino.

"Vorrei trattenerti. Non lasciarti andare. Anche se restano i tuoi libri. Sarà un lungo arrivederci perché ogni volta che sfoglierò una pagina sentirò la tua voce e il tuo gentile intercalare. Sono contento di averti visto emozionato quando ti ho consegnato la cittadinanza onoraria di Santa Fiora e quando il nostro teatro ha preso il tuo nome.

Ho avuto un privilegio, ho conosciuto un Camilleri speciale, vicino di casa. Ci legava un affetto in comune per l’Amiata e Santa Fiora e condividere qualcosa di così grande rendeva il rapporto più intimo. Camilleri era generoso, nel cuore appassionato. Lo dimostrava.

Mi ha abbracciato due volte e quelle due volte me le ricorderò. Voleva mio tramite, in un gesto, restituire la sua gioia a tutti i suoi concittadini. Lo volle fare in silenzio.

Oggi, raccontandolo, provo lo stesso piacere, immenso piacere, che quel suo riconoscimento rappresentava.

Vorrei trattenerti, vorrei dirti di non andare, vorrei ritrovarti al Bagnolo e riascoltare quel linguaggio che invecchiando ti riconduceva sempre di più verso la tua Sicilia, musica di parole che comprendevo oltre la struttura lessicale.

Non ti ho mai chiamato con il tuo nome, Andrea".

Il ricordo del presidente Rossi

"Camilleri dobbiamo ringraziarlo per la sua letteratura popolare e colta e per non aver mai fatto mancare la sua voce sulle grandi questioni democratiche e costituzionali del Paese, per non essersi mai distratto. Una lezione che non dimenticheremo". Così il presidente della Regione Enrico Rossi ricorda lo scrittore siciliano scomparso oggi a Roma. "Campione e costruttore di un'Italia civile, aperta, solidale, mai smemorata del fascismo e delle tragedie italiane - prosegue il presidente - Capace come Tiresia di vedere oltre le apparenze e le contingenze, di indovinare il destino degli italiani. Nella sua letteratura c'è tutto, grandi e piccole cose quotidiane nell'universalità della sua terra siciliana. Così è riuscito a parlare a tutti, senza mai nascondere il suo progressismo, il suo umanesimo profondo. Come toscani siamo anche onorati di averlo avuto come concittadino di Santa Fiora il cui teatro è a lui intitolato".

Le parole del vice presidente Barni

Un esempio di cultura e impegno al contempo civile e politico. All'Elba Book Festival, dove si parla anche della stretta correlazione tra lettura, fruizione culturale, partecipazione alla vita pubblica ed esercizio della cittadinanza, la vice presidente ed assessore alla cultura Monica Barni ricorda la scomparsa, oggi, di Andrea Camilleri, l'autore dei romanzi sul commissario Montalbano e non solo, scrittore e maestro nato per raccontare storie. Era siciliano, ma da diversi anni trascorreva le vacanze in Toscana, a Santa Fiora sull'Amiata, e dal 2014 ne era diventato cittadino onorario. Il Comune, che oggi ha dichiarato il lutto cittadino, gli ha intitolato anche il teatro.

Camilleri è morto a 93 anni: una vita spesa come regista teatrale e sceneggiatore, fino a diventare alla soglia di 70 anni autore di best seller venduti e tradotti in tutto il mondo. "Ci mancheranno la sua schiettezza, la sua semplicità, il suo coraggio, il suo impegno civile e politico e le sue storie" commenta Barni. Quelle storie e indagini del commissario di Vigata che dopo il terzo libro Camilleri iniziò a sporcare con la realtà: il G8 di Genova, l'immigrazione, la corruzione sugli appalti pubblici. Camilleri si interrogava sull'Italia – a volte in prima persona, altre mediante il suo alter ego - e rispondeva senza sottrarsi ai temi politici più scottanti. "E non poteva essere diversamente – dice Barni – lettura e cultura sono strumenti che ci aiutano ad essere cittadini attivi. E questo il loro compito".

"Ci mancherà – conclude la vice presidente della Toscana – anche la sua lingua. Camilleri confessava di usare parole dialettali non trovando a volte l'equivalente nella lingua italiana. Non è solo, diceva, una questione di cuore, ma anche di testa. La lingua e il suo uso sono infatti forme di vita ed anche di questo Camilleri era maestro".

Quando Castelfiorentino assegnò il Premio alla carriera a Camilleri 

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