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Videosorveglianza oscurata con lo spry, Bundu e Palagi (Spc): "Telecamere usate male e dannose"

Antonella Bundu e Dmitrij Palagi

"Giusto il tempo per Nardella di sparare l'ennesima cifra sulle telecamere in città, che la cronaca ci ha regalato un atto di vandalismo ai danni di due dispositivi, in zona San Jacopino, oscurati con dello spray. Ci vuole poco a neutralizzare un 'occhio elettronico', che è ritenuto centrale da questa Amministrazione, pronta a farsi fotografare su una scala con un caschetto e un giubbotto catarifrangente, nel lungo percorso verso il primo posto di città più video-sorvegliata d'Italia, ma senza avere alcuna idea in testa, sotto il caschetto, di che cosa sia una "politica integrata di sicurezza", concreta, democratica, ma con pochi spot.

Con una telecamera i crimini non calano, al massimo chi è al volante di un'auto rispetta di più una corsia preferenziale, ma praticamente mai un furto non viene commesso per il timore di essere ripresi. Al tempo stesso il numero di casi risolti grazie a una registrazione è risibile. L'unico scopo di queste centinaia e centinaia di occhi nel tessuto urbano è lavorare sulla percezione della cittadinanza, la cui paranoia viene ossessivamente alimentata in sostituzione di interventi sociali che infatti risultano del tutto inadeguati. Paranoia che proseguirà nonostante le telecamere, ovviamente, perché le telecamere non risolvono le cause e servono poche volte come fonte di prova, se non per gli incidenti stradali.

La subalternità di chi governa questa città al mercato delle nuove tecnologie è imbarazzante. Sono stati già annunciati dei gruppi WhatsApp con cui la 'cittadinanza attiva' regala dati a Facebook, mentre all'orizzonte si staglia la promessa di una fantomatica control room, a cui guardiamo con preoccupazione anche per il tema della gestione dei dati. E tutto senza alcuna adeguata preparazione scientifica e culturale in materia...

Invitiamo quindi l'Amministrazione di Firenze a dare un occhio a Londra. Lì sono andati ben oltre la fase degli annunci con il caschetto e hanno iniziato a sperimentare anche il riconoscimento facciale. Semmai si volesse fare anche qui, visto che il sindaco lo aveva già annunciato due anni fa, facendo comprare ai suoi tecnici un software in grado di farlo. Peccato che tale operazione avrebbe bisogno di una specifica autorizzazione da parte del Garante della Privacy, nel caso il Sindaco non lo ricordi. E l'utilizzo di tale sistema di acquisizione di dati biometrici ai fini di pubblica sicurezza lo può fare il Questore magari, ma non un sindaco, casomai non ricordasse nemmeno questo...

Ma il fallimento di queste operazioni è ormai sempre più facile da riscontrare, ormai basta dare un occhio a qualche libro o agli articoli di stampa, in cui si riportano studi specialistici ormai consolidati negli anni.

Siamo di fronte a una tigre di carta, pericolosa sia per la privacy della cittadinanza, che per il clima che alimenta in città, risolvendo poco o nulla dei problemi presi a pretesto.

Confidiamo che durante questa consiliatura ci sia modo di confrontarsi con la Giunta e convincere la maggioranza del grosso errore che stanno facendo. Ma le politiche sulla sicurezza adottate e gli esperti prescelti fino ad oggi ci lasciano poche speranze...".

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa

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