Mozione europea su comunismo e nazifascismo, PCI Empolese Valdelsa a ANPI: "Ricostruire la verità storica"
"Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all'Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita", affermò lo scrittore statunitense Ernest Hemingway. Il popolo dell'URSS aveva appena finito di pagare un prezzo superiore ai venti milioni di morti come determinante contributo alla sconfitta del nazismo.
A 74 anni dalla vittoria delle potenze alleate sul nazifascismo il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una mozione che equipara il comunismo al nazifascismo, ritiene l'URSS corresponsabile assieme alla Germania hitleriana dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, condanna la Russia di oggi perché mantiene viva la memoria storica senza revisionismi, auspica che i manuali scolastici vengano riscritti secondo i presupposti ideologici contenuti nella mozione e sottolinea (senza condannare minimamente il fatto) che in alcuni Stati membri della UE la legge vieta le ideologie comuniste al pari di quelle naziste.
Il ministro degli Esteri inglese Lord Halifax, nel 1937, affermò in un incontro con Hitler che la Germania era il baluardo europeo contro il bolscevismo russo. Soltanto l'Unione Sovietica si oppose all'occupazione e smembramento della Cecoslovacchia, inascoltata dalle potenze europee che, al contrario, la avallarono con il Patto di Monaco del 1938.
Inghilterra e Francia speravano in realtà che Hitler attaccasse l'URSS, facendola finita con il comunismo in quel Paese. In questo quadro l'accordo Molotov Ribbentrop fu un tentativo da parte sovietica di ritardare l'attacco nazista al Paese dei Soviet per avere il tempo di prepararsi alla difesa. Il resto della storia lo conosciamo. La battaglia di Stalingrado fu il punto di svolta della guerra.
Sono ormai decenni che le classi egemoni cercano di equiparare il comunismo al nazismo. Il vero scopo di questa operazione è mettere al bando ogni posizione e pratica politica basate sulla lotta di classe fra lavoratori dipendenti e imprenditori. Si vuole affermare un'Europa costituzionalmente fondata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, il liberismo economico e la centralità del sistema finanziario sui rapporti economici e sociali. La libertà d'impresa come diritto umano fondamentale, da difendere contro nazionalizzazioni ed espropri che tutelino l'interesse collettivo, al contrario di quanto prevede la nostra Costituzione.
I parlamentari europei del PD, compresa l'empolese Irene Tinagli, hanno votato in blocco la mozione. Eppure fanno quotidiana professione di antifascismo, commemorando nelle feste comandate martiri antifascisti che morirono avendo nel cuore il sogno di una società socialista e un'ammirazione sconfinata verso l'Unione Sovietica.
Per quarant'anni e più il Partito Comunista Italiano è stato, dopo la fine della guerra, il più accanito costruttore e difensore della Repubblica democratica fondata sul Lavoro. E ci tocca vedere i "discendenti" che ne hanno rinnegato valori e idee fare professione di un anticomunismo più radicato e becero di quanto lo fu quello dei Partiti non comunisti dell'arco costituzionale durante la "prima repubblica".
Chiediamo loro di compiere un atto di onestà politica e culturale dissociandosi pubblicamente da questo inqualificabile, incolto e miserabilmente tornacontista contenuto della mozione, difendendo la verità storica e il diritto delle classi subalterne di rimettere in discussione l'assetto capitalistico della società e proporne il superamento, in un'ottica comunista.
Chiediamo all'ANPI che si faccia promotrice di iniziative che riaffermino la verità storica e si oppongano al tentativo ormai manifesto di criminalizzare la componente più numerosa e significativa dell'antifascismo e della resistenza.
Fonte: PCI Sezione Empolese Valdelsa