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Si riunisce il consiglio regionale: si parla di bilancio, crisi aziendali e ambiente

Si è riunito oggi il consiglio regionale della Toscana. Tanti gli argomenti di cui si  discusso, dalle vertenze Bekaert e Cooperativa Legnaia, all'approvazione del Bilancio consolidato, fino alle tematiche ambientali.

Bilancio consolidato 2018: via libera a maggioranza   

E’ stato approvato a maggioranza il bilancio consolidato della Regione per lesercizio 2018. Ha votato a favore della proposta di deliberazione il Pd, si è astenuto Sì-Toscana a Sinistra e hanno votato contro Lega, M5S e FdI.

Il documento, redatto sulla base del rendiconto consolidato comprensivo delle risultanze del Consiglio regionale e dei bilanci prodotti dai soggetti partecipati dalla Regione, per lesercizio 2018, evidenzia un risultato economico positivo di 562milioni e 103.999 euro.

Il risultato di esercizio della Regione risulta notevolmente incrementato rispetto allanno precedente (267milioni e 103.797 euro): una conseguenza dovuta soprattutto alla gestione straordinaria per lattività di revisione dei residui attivi, passivi e perenti, nonché al perfezionamento dellacquisto di beni a titolo gratuito (invaso di Bilancino) e di maggiori entrate per le manovre tributarie di competenza di esercizi precedenti. Il miglioramento dei risultati economico-patrimoniali, per altro, risulta strettamente  legato alla riduzione del disavanzo registrato dalla contabilità finanziaria (2milioni e 268mila euro nel 2018, con una riduzione di oltre il 35 per cento nellarco di tre esercizi). Lutile di esercizio della Regione è cresciuto del 103,21 per cento rispetto allanno precedente; nel 2017 lutile di esercizio consolidato ammontava a 276,73 milioni di euro.

Per quanto riguarda la gestione caratteristica (linsieme delle attività tipiche svolte da Regione ed enti), la parte più consistente dei proventi, ha spiegato il vicepresidente della commissione di Controllo, Andrea Pieroni (Pd), proviene dai tributi e ammonta a oltre 8 miliardi di euro, la maggior parte dei quali finalizzati alla sanità. Per quanto riguarda invece i costi, la maggior parte si concentrano su trasferimenti e contributi, per un ammontare di circa 8 miliardi. Tra  gli importi significativi ci sono i costi per prestazione di servizi: ammontano a 700 milioni e sono in aumento rispetto al 2017, perché dal 2018 è stato contabilizzato anche il contratto di servizio per il trasporto pubblico. Mentre i costi del personale sono pari a 254 milioni (nel bilancio consolidato sono comprese tutte le agenzie regionali, oltre alle società in house e Fidi Toscana).

Venendo allattivo patrimoniale, i beni che Regione e soggetti del gruppo hanno nel proprio bilancio ammontano complessivamente a 1,25 miliardi.

Considerevole infine la voce relativa alla liquidità del gruppo, pari a 941 milioni di euro, anche se si tratta di risorse in gran parte legate al sistema di tesoreria unica. Il patrimonio netto, che si conferma negativo ( 1miliardo e 500mila euro) è comunque migliorato di 600mila euro rispetto al 2017.

Pieroni aveva iniziato il suo intervento in aula augurandosi che alla prossima seduta della commissione controllo ci siano le dimissioni del presidente Roberto Salvini, le cui dichiarazioni rilasciate in commissione agricoltura e poi sulla stampa in merito a un possibile sviluppo del turismo sessuale in Toscana, sono state al centro del dibattito in apertura dei lavori del Consiglio regionale.

Il consigliere Gabriele Bianchi (M5S) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo, specificando che Fidi Toscana deve tornare a svolgere attività di garanzia e non commerciale, perché questo cambio di rotta ha ridotto del 38 per cento il credito alle imprese.

Bekaert, prorogare cassa integrazione e mirare a reindustrializzazione

Attivarsi nei confronti del Governo affinché venga concessa la proroga della cassa integrazione per i dipendenti dello stabilimento della Bekaert di Figline e Incisa Valdarno (Firenze), in modo da garantire la continuità del reddito ai lavoratori interessati; e mettere in atto tutte le iniziative necessarie, in accordo con i sindacati, con le istituzioni coinvolte e con il Ministero dello sviluppo economico per arrivare alla reindustrializzazione e al recupero dell’occupazione, accertando I’effettiva disponibilità di quegli investitori che, nei mesi scorsi, si sono mostrati interessati al sito produttivo. È quanto chiede alla Giunta regionale una mozione approvata dal Consiglio toscano. La mozione è stata presentata dal gruppo del Pd, a firma dei consiglieri Fiammetta CapirossiSimone Tartaro e Leonardo Marras e sottoscritta dalla consigliera Serena Spinelli (Gruppo Misto).

La Bekaert, come si ricorda nell’atto di indirizzo, il 22 giugno 2018 ha avviato le procedure per la cessazione dell’attività dello stabilimento di Figline e Incisa Valdarno, che “rappresentava uno dei principali poli occupazionali dell’area del Valdarno”.

Vertenza Cipriani Serramenti (Grassina), approvata mozione di Serena Spinelli

“Taglio degli stipendi con l’eliminazione del premio previsto dal contratto integrativo, interruzione del servizio di mensa, previsione di smantellare bagni e docce, fino all’allontanamento illegittimo di un lavoratore, al divieto a tenere assemblee sindacali all'interno dell'azienda e un generale clima di intimidazione: questo, secondo quanto denunciato da Fillea Cgil di Firenze, è ciò che avviene alla Cipriani Serramenti di Grassina” - afferma la consigliera regionale Serena Spinelli.

“Con la mozione che ho presentato, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, si esprime vicinanza ai lavoratori e ai sindacati, e si chiede alla Giunta regionale di attivarsi quanto prima sollecitando un confronto urgente con la proprietà aziendale e per favorire una soluzione positiva della vertenza. Siamo di fronte a eventi che rappresentano una degenerazione delle relazioni aziendali e sindacali e questo non è accettabile, a maggior ragione per un territorio che mira alla valorizzazione della responsabilità sociale dell’impresa e alla massima collaborazione tra le istituzioni e il tessuto economico e sociale". – aggiunge la consigliera Spinelli.

Toscana-Cina, accordo per collaborazione  e ricerca

La Toscana è la prima regione in Italia ad aver sottoscritto un accordo quadro di collaborazione sullo sviluppo delle risorse umane e la ricerca sanitaria. Il protocollo è stato firmato tra la Regione e la Health Human Resources Development Center (HHRDC) della Commissione nazionale per la salute della Repubblica popolare cinese. Con la proposta di deliberazione del Consiglio regionale, in merito all’accordo, approvata ieri in Aula a maggioranza, si è di fatto data una cornice normativa a una prassi di scambi e collaborazioni già in atto da anni fra le parti.

La collaborazione sarà attuata in programmi di formazione congiunta, progetti e programmi di ricerca, organizzazione di seminari, visite di esperti, programmi di studio, missioni di delegazione dei due paesi, scambi formativi tra esperti di medicina tradizionale cinese, iniziative congiunte in ambito sanitario.

L’atto è stato illustrato dal presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Pd): “Si porta la Toscana – ha detto il consigliere regionale – ad avere una visione ampia, fuori dall’orizzonte nazionale. Si crea un interscambio importante di carattere formativo con la Cina per creare le basi per una crescita reciproca e si danno opportunità per seminari, attività accademiche per la ricerca e lo studio di nuove malattie e possibilità di fare un interscambio con la nostra cultura sanitaria e medica”.

Il consigliere regionale Jacopo Alberti ha espresso il voto contrario della Lega: “Non ho niente contro la medicina cinese, la più antica del mondo – ha detto – però penso che per i nostri medici dobbiamo guardare altrove, verso altri Paesi occidentali. Troviamo fuori luogo spendere risorse per mandare giovani medici a formarsi in Cina”.

Andrea Quartini (M5S), annunciando il voto favorevole, ha illustrato la proposta di risoluzione collegata all’atto. “È un terreno fertile quello della collaborazione con la Cina – ha detto il consigliere regionale – e credo che quel mercato sia importante sia in termini formativi che di scambio”. Nella risoluzione si chiede di utilizzare questo accordo anche per creare una maggior sicurezza nell’ambito delle attività lavorative soprattutto nell’area di Prato, Campi, Calenzano dove le comunità cinesi sono molto presenti. Si chiede alla Giunta “uno sforzo per collaborare in ambito bilaterale con i rappresentanti cinesi sui temi della legalità, igiene e sicurezza del lavoro per le attività cinesi sul nostro territorio”.

Monica Pecori (gruppo misto) conferma il voto favorevole sulla proposta di risoluzione mentre l’astensione sulla delibera per alcune perplessità. “Pur capendo la realtà che insiste sulla nostra Regione – ha detto Pecori – ho perplessità per dare evidenza a questo tipo di collaborazione”. La consigliera aggiunge: “si definisce la medicina cinese come un qualcosa di eccellente allora perché non prendiamo contatti con Cuba visto che la sanità cubana è ritenuta la migliore al mondo?”.

Perplessità anche da Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra). “Mi sembra si vagheggi un po’, per esempio sull’integrazione tra la medicina cinese e quella occidentale, immagino ci si riferisca all’agopuntura e poi sulla sicurezza dei farmaci ci sono stati molti sequestri. Forse bisognava avere conferme sui risultati ed evidenze e poi sulle spese, non credo sia a quota zero, ci sarà una previsione di spesa”.

La proposta di risoluzione del Movimento 5 stelle è stata approvata a maggioranza.

Cooperativa Legnaia, attivare tavolo di crisi regionale

“Attivare con la massima urgenza un tavolo di crisi regionale con tutti i soggetti interessati dalla crisi della Cooperativa Agricola di Legnaia” con l’obiettivo di “comprendere quale sia il reale stato dell’azienda e quali azioni possano essere messe in atto al fine di garantirne la continuità e, di conseguenza, dare una prospettiva occupazionale ai lavoratori”. Lo chiede una mozione, approvata dal Consiglio regionale, che è stata presentata dal gruppo del Partito democratico.

Come si legge nel corpo dell’atto di indirizzo, le difficoltà economiche dell’azienda fiorentina, le cui attività interessano diverse zone della regione e dell’Italia, sono emerse nelle ultime settimane e rischiano di mettere in discussione il proseguimento delle attività della cooperativa, costituita da oltre 500 soci agricoltori, la maggior parte dei quali risiede in Toscana e, in particolare, nella provincia di Firenze.

Whirlpool di Siena, Bezzini (Pd) con i lavoratori al presidio: "L'azienda rispetti gli accordi firmati"

“Vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori della Whirpool di Siena. L‘azienda deve tornare al tavolo di confronto con sindacati e istituzioni rispettando gli accordi firmati a ottobre 2018 e dare una prospettiva ai siti produttivi presenti in Italia”. Così il consigliere del Pd in Regione Simone Bezzini che stamani era davanti ai cancelli della Whirpool di Siena insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento per testimoniare insieme a loro le preoccupazioni nei confronti delle scelte che sta compiendo la multinazionale”. Bezzini ha depositato già tempo fa una mozione in cui chiedeva alla Giunta regionale di seguire da vicino l’evoluzione della vicenda, attivandosi per comprendere quali siano le reali volontà dell'azienda rispetto alle prospettive industriali e occupazionali del polo produttivo di Siena. Bezzini  chiedeva “di mettere in atto tutte le iniziative necessarie, in accordo con  le associazioni sindacali e con gli altri livelli istituzionali coinvolti, per tutelare le 335 lavoratrici e lavoratori senesi”

Leopoldine in Val di Chiana, approvato il progetto di tutela

La tutela e valorizzazione del sistema di poderi, fattorie e case coloniche fatte edificare dal Granduca Pietro Leopoldo tra il ’700 e l’800 è il primo progetto di paesaggio approvato dal Consiglio regionale come strumento per dare attuazione al Piano paesaggistico regionale. L’aula ha approvato all’unanimità il “Progetto di paesaggio Le Leopoldine in Val di Chiana”. Nello specifico il progetto si pone l’obiettivo di integrare le diverse attività, salvaguardare il territorio della bonifica leopoldina come elemento di riconoscimento, valorizzare il contesto ambientale e mantenere i tracciati di canali e argini. Il sistema di insediamenti – agriturismo, residenze agricole, unità abitative – diretta eredità della bonifica granducale, potrà così essere recuperato mantenendo la condizione figurativa originale e non alterando i coni visuali che permettono di percepire gli edifici nel loro contesto paesaggistico. I comuni coinvolti nel progetto sono: Arezzo, Castiglion Fiorentino, Civitella Val di Chiana, Cortona, Foiano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montepulciano, Sinalunga, Torrita di Siena e Chiusi.

“Salvaguardare l’identità e le specificità di molte parti della Toscana – ha detto il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), illustrando l’atto – è un fattore fondamentale per la tutela e la valorizzazione del paesaggio. Questo provvedimento consente di andare oltre i semplici interventi di recupero e conservazione che altrimenti, in molti casi, rischierebbero di rimanere fine a sé stessi. Auspico che simili progetti di recupero e valorizzazione economica possano interessare, in futuro, altre zone della regione dove ci sono emergenze architettoniche”.

“Un progetto importante per la Val di Chiana che da un lato è integrazione del Pit, – ha sottolineato il consigliere regionale Marco Casucci (Lega) – e dall’altro un dettaglio progettuale. Quello che ci preme sottolineare è che il ventaglio di destinazioni d’uso sia davvero come auspicato il risultato di un equilibrio tra la tutela paesaggistica e la valorizzazione economica”.

L’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli è intervenuto per ribadire che si tratta del “primo progetto che declina gli obiettivi di qualità contenuti nella scheda relativa alla Val di Chiana del piano paesaggistico, cercando di trasformarli in concrete operazioni”. “C’è l’impegno – ha detto l’assessore – da parte dei sindaci della zona ad omogeneizzare il trattamento edilizio ed urbanistico di queste strutture” e “il tentativo di dare la possibilità di intervento, consentendo funzioni diverse da quelle agricole con l’individuazione di percorsi pedonali, ciclabili che collegano le opere della bonifica idraulica, un progetto di tutela e di valorizzazione”.

“Quel territorio – ha detto la vicepresidente Lucia De Robertis (Pd) – tiene moltissimo alla propria storia e prova in quel territorio a dare una nuova vocazione a tutto il sistema di insediamenti delle residenze agricole delle unità abitative. Coniugare promozione turistica e paesaggistica è lo scopo di questa iniziativa”.

Lo stato di salute di Arpat, interrogazione M5s

La situazione di Arpat, definita nell’interrogazione “sull’orlo del collasso”, ha portato Giacomo Giannarelli (M5s) a chiedere alla Giunta “quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di far fronte, attraverso la oramai sottodimensionata Arpat, agli innumerevoli casi di criticità ambientale riscontrati nella nostra regione”.

Nell’interrogazione il consigliere ribadisce la mission dell’Agenzia per la tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e anche per lo sviluppo economico. Per capire la gravità della situazione, secondo Giannarelli, basta concentrarsi sul “dato drammatico dei controlli fatti, meglio dire non fatti e lo si evince dal confronto tra il 2017 e il 2018, annunciando che nel 2019 sarà ancora peggio”. Solo un esempio: i controlli sull’inquinamento acustico sono a -38.

L’assessore all’Ambiente Federica Fratoni – ricordando che Arpat rientra nel sistema Nazionale delle Agenzie ed è sottoposta al contenimento dei costi di funzionamento al pari degli altri enti, rispettando le regole imposte in materia di assunzioni – si è soffermata sullo stato dell’arte della proposta di legge per la riforma della stessa Arpat, attualmente all’esame delle commissioni consiliari. Fratoni ha inoltre ricordato l’impegno della Regione in materia di organico e ha chiuso l’intervento auspicando la veloce approvazione della legge.

“Non sono soddisfatto della risposta”, ha esordito Giannarelli: “Siamo di fronte ad una situazione fragile e drammatica, frutto di scelte fatte negli ultimi 15 anni”, ha affermato, sottolineando l’importanza dell’Agenzia per le imprese toscane.

Erosione costiera: mancato contributo istruttorio di Arpat, interrogazione Sì-Toscana a sinistra

Il mancato contributo istruttorio di Arpat sulle operazioni di riprofilatura stagionale degli arenili toscani, al centro dell’interrogazione presentata dai consiglieri Sì  Toscana a sinistra Tommaso Fattori Paolo Sarti, cui ha risposto in Aula l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni. 

Secondo quanto sottolineato dai consiglieri, il genio civile Valdarno Inferiore e Costa non si sono avvalsi del contributo dellAgenzia regionale per la protezione ambientale (così come previsto nell’allegato A alla delibera di Giunta 304/2018) esponendo, potenzialmente, la Regione a possibili ricorsi e impugnazioni. Il mancato contributo, scrivono, pone interrogativu sui reali impatti ambientali e sulla sostenibilità degli interventi di riprofilatura. Da qui la richiesta alla Giunta se intenda richiedere una valutazione rispetto a quanto già autorizzato.

Federica Fratoni, dopo aver sottolineato che l’ufficio Tutela della costa del settore Genio Civile Valdarno inferiore e Costa ha personale in possesso di specifiche competenze tecniche, ha ricordato che solo in alcuni specifici casi sono stati richiesti i contributi istruttori ad Arpat. L’assessore ha infine chiuso il proprio intervento ricordando che la Pubblica amministrazione, come specificato nella legge 241 del 1990, non può aggravare i procedimenti tranne che in ipotesi di esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria e adeguatamente motivate”.

Sconcertato della risposta e totalmente insoddisfatto si è dichiarato Tommaso Fattori: La Regione non tiene in seria considerazione Arpat e ne sta svilendo il ruolo, ha sottolineato. Da qui l’invito a voltar pagina e a rispettare la delibera di Giunta del 2018, che prevede il parere dell’Agenzia regionale.

Interrogazione a tutela dell’ecosistema marino

Imperativo categorico: tutelare l’ecosistema marino toscano e quindi recuperare i rifiuti (in gran parte plastica) contenuti in 56 “ecoballe”, disperse al largo di Cerboli nel luglio 2015, quando dalla motonave Ivy – che non segnalò l’accaduto – finirono in mare oltre 60 tonnellate di rifiuti.

Alcuni involucri del carico perso sono stati ripescati nel corso degli anni, i primi pochi giorni dopo da alcuni pescatori locali, altri nel 2018 e nel 2019, tra Punta Ala, Golfo di Baratti e Isola d’Elba.

I consiglieri del gruppo Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, hanno interrogato la Giunta regionale per conoscere come mai nessuno notò i bruschi cambi di rotta della Ivy, come mai le operazioni di recupero sono state affidate a ditte private, chi le pagherà e se saranno addebitate ai responsabili; quali sono le modalità e le tempistiche per il recupero e la bonifica dell’intero fondale interessato.

Nell’interrogazione si ricorda che a gennaio 2019 una nota del capo di gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, facendo il punto sulle indagini svolte, ha segnalato che tali imballaggi si stanno progressivamente trasformando in spazzatura marina, e nel giugno 2019 il Governo ha nominato un commissario straordinario per il recupero.

L’assessore regionale Federica Fratoni, “preoccupata per gli effetti di un eventuale prolungamento temporale della presenza in mare delle balle di rifiuti”, ha ricordato che la Regione Toscana è in contatto con il Commissario nominato dal Ministero. “Mi preme segnalare che il controllo sulla navigazione è del Corpo della capitaneria di Porto – Guardia Costiera – ha concluso – come Regione si conferma la disponibilità a collaborare e vigilare per la tutela dell’ambiente marino e del suo ecosistema e la promozione dell’attività turistico balneare che caratterizza il nostro territorio”.

“Non sono soddisfatto, rilevo la mancata risposta a domande puntuali”, ha affermato il consigliere Tommaso Fattori, “anche se resta condiviso l’obiettivo di fondo di tutelare l’ecosistema marino della nostra regione”.

Parco Migliarino San Rossore: mozione unanime per vietare scarichi e immissioni

Creare nuove regole condivise per un’agricoltura di qualità, prevedendo nel Piano integrativo del Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, e nel relativo regolamento, specifiche disposizioni che vietino nell’area del parco e in quelle esterne, l’utilizzazione agricola di residui derivati da processi di depurazione delle acque reflue di qualunque provenienza e di fertilizzanti ottenuti da processi di recupero dei rifiuti. È quanto prevede la mozione sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, illustrata in aula dalla prima firmataria Irene Galletti (M5S), che ha ringraziato il collega Antonio Mazzeo (Pd) e approvata con voto unanime.

Il testo prende le mosse dalle maleodoranze registrate nel corso di questo mese nelle aree esterne al parco, e precisamente nella frazione di Pisa, a San Piero a Grado  la Vettola. Lì, a seguito di segnalazioni dei cittadini e di accertamenti da autorità e enti preposti (tra cui Arpat), si è ricostruito che sui circa 200 ettari dell’azienda agricola si era sparso un fertilizzante  detto gesso di defecazione” – “ottenuto probabilmente da processi di recupero dei rifiuti, e classificato come correttivo del terreno e proveniente da unazienda bresciana. Si è anche accertato che per lo stoccaggio di questo materiale, un’azienda agricola ha realizzato due vasche d’acciaio di contenimento del fertilizzante, senza il nulla osta del parco, i titoli edilizi necessari e l’autorizzazione paesaggistica.

Vista la procedura per il nuovo Piano integrato del Parco, la mozione ritiene necessario prevedere una norma che eviti che si ripetano situazioni di questo tipo, così come invocato da centinaia di persone”, tra cui residenti e rappresentanti delle istituzioni e del Parco.

Presidente e Giunta regionale sono dunque impegnati a portare avanti un percorso partecipativo; a valutare la possibilità di predisporre una legge regionale che definisca un quadro più articolato di disciplina della normativa nazionale; a portare all’interno della Conferenza Stato-Regioni una proposta di ridefinizione della normativa di maggior tutela verso gli aspetti relativi all’ambiente e alla salute pubblica.

Parco Maremma, via libera al bilancio di esercizio 2018

 

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il bilancio di esercizio 2018 dell’Ente Parco della Maremma, che registra un utile di poco superiore a 54 euro. “Si tratta di un risultato positivo – ha detto il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), nel presentare l’atto all’aula – che conferma il ruolo di grande utilità svolto dall’Ente Parco Maremma nella gestione, salvaguardia e valorizzazione del territorio in cui opera”.

Il bilancio evidenzia che il valore delle produzioni è stato pari a 2milioni e 46mila euro, in leggero decremento rispetto all’esercizio precedente, “per effetto di minori contributi di esercizio e finalizzati per progetti da altri enti pubblici”. “Dei ricavi – ha precisato Baccelli – il 72 per cento deriva dagli ingressi per le visite al parco, circa 647mila euro, cifra che dà conto nei fatti dell’attività di promozione turistica svolta dal parco”.

I costi della produzione, in diminuzione rispetto al 2017, ammontano a un milione e 987mila euro. Registrano un incremento di spesa gli oneri diversi di gestione, cioè i rimborsi per i danni prodotti all’agricoltura dagli animali selvatici, in particolare i cinghiali, anche se il numero della fauna è diminuito.

“Questa apparente discrepanza dei dati – ha spiegato ancora Baccelli – è dovuta al fatto che i danni subiti dalle attività agricole, che si sono ridotti grazie alla diminuzione della fauna selvatica, hanno però riguardato colture di maggior valore”. Infine, dal bilancio 2018 emergono tre interventi “di grande importanza” realizzati: una migliore strutturazione dell’area a parcheggio e la realizzazione di una passerella per persone con handicap motori; la realizzazione di una passerella per l’accesso in sicurezza al litorale di Marina di Alberese; lo sviluppo della pista ciclabile tirrenica e itinerari turistici sostenibili.

Baccelli ha parlato poi, di progettualità europee che hanno attratto finanziamenti per il parco stesso anche se “l’entrata più importante – ha detto – è quella della Regione toscana con un milione e 175mila euro”.

Governo del territorio: legge di modifica, apprezzamento e osservazioni dalle consultazioni

 Generale apprezzamento sulla proposta di legge 381/2019 che andrà a modificare la legge regionale 65/2014, che detta le norme in materia di governo del territorio, è stato espresso dai soggetti che hanno partecipato alle consultazioni svoltesi in commissione Ambiente, presieduta da Stefano Baccelli (Pd).

Tra gli strumenti che hanno raccolto giudizi positivi, il ricorso alla definizione dei Piani operativi intercomunali, che rappresentano la conferma di quelli che finora la legge definiva come Piani strutturali intercomunali. Accanto al generale giudizio positivo sono stati segnalati anche alcuni rilievi e sono state avanzate osservazioni, in particolare in riferimento alle salvaguardie che vieterebbero ai Comuni con strumenti urbanistici scaduti di rilasciare permessi a costruire e alla proposta di introdurre la SCIA a sanatoria.

“La commissione – ha dichiarato il presidente Baccelli al termine della seduta – ha accolto con soddisfazione i giudizi positivi sulla legge e ha ascoltato con attenzione i rilievi fatti. Sono state avanzate osservazioni puntuali e abbiamo già ricevuto documenti scritti. Terremo conto di queste proposte nella discussione che la commissione affronterà per giungere all’approvazione della proposta di legge”.

Alle consultazioni sono intervenuti i rappresentanti di Anci Toscana, Inu Toscana, Ance Toscana, Confartigianato Toscana, Rete professioni tecniche, Federazione architetti della Toscana, Ordine degli agronomi e Periti industriali.

Maleodoranze Pisa, mozione approvata

Una legge regionale che definisca un quadro chiaro e più articolato della materia; la revisione della norma nazionale verso una maggiore tutela ambientale e della salute pubblica dei cittadini a partire da quella dei bambini; l’attivazione di un processo partecipativo per la redazione degli strumenti di pianificazione del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Questo, in sintesi, l’impegno chiesto alla giunta regionale con la mozione presentata da Antonio Mazzeo (Pd) e Irene Galletti (M5S) e approvata all’unanimità dall’aula del Consiglio.

Un atto che nasce alla luce dei ripetuti episodi di maleodoranze che si sono verificate nella frazione di San Piero a Grado, Pisa, nei primi giorni di settembre. Cattivi odori, forti e insopportabili provocati dall’utilizzo nei vicini terreni di un’azienda di materiale fertilizzante ottenuto da processi di recupero di rifiuti. A seguito di numerose segnalazioni, le autorità preposte hanno effettuato sopralluoghi. Il sindaco di Pisa ha provveduto ad emanare un’ordinanza per bloccare le attività di sversamento. Le analisi di Arpat sono in corso.

“Fin da subito,– spiega Irene Galletti, consigliere regionale Movimento 5 Stelle – quando partecipai alla prima assemblea pubblica, mi fu chiaro quanto fosse importante per i residenti della zona questo problema. Ecco perché proposi immediatamente al sindaco di emanare un’ordinanza. Compito della politica era però anche quello di trovare soluzioni strutturali e direi che la direzione imboccata è quella giusta. Ora proseguiremo nella nostra azione cercando di assicurare il massimo coinvolgimento possibile dei cittadini tramite quei processi partecipativi che da sempre il Movimento sostiene e promuove”.

“Ho partecipato anche io ad una manifestazione insieme ai cittadini di San Piero a Grado e ho constatato personalmente la presenza di cattivi odori con il relativo disagio che questi comportano – prosegue Antonio Mazzeo, consigliere regionale Pd –. Anche per questo mi sono subito attivato concertando con la collega Galletti le azioni da portare avanti. L’ordinanza del sindaco di Pisa è giusta e utile, ma interviene solo sull’immediato, mentre c’è necessità di una norma che regoli stabilmente la materia garantendo la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente: questo è un impegno che ci prendiamo tutti al di là del colore politico”.

“La politica che funziona – concludono i due consiglieri – è quella che ascolta i cittadini, che sa lavorare insieme per dare alle comunità risposte concrete, soprattutto in questo momento storico, soprattutto se le domande che arrivano riguardano l’ambiente, mai come adesso al centro dell’agenda internazionale”.

 GiovaniSì e contributi per l’affitto, l’intervento di Gabriele Bianchi (M5S)

GiovaniSì, interrogazione a risposta scritta del consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gabriele Bianchi dedicata al bando per contributo affitto destinato agli studenti dell’anno scolastico 2019/20. “Sono state 681 – spiega Bianchi – le domande ammesse a finanziamento al sesto bando per il contributo all’affitto previste nell’ambito del programma GiovaniSì del 2018. L’avviso, scaduto il 31 marzo dello scorso anno, prevedeva uno stanziamento di risorse regionali di sei milioni di euro”.

I giovani ammessi in graduatoria potranno beneficiare di un contributo per la locazione di durata triennale che varia dai mille e 800 ai 4mila 200 euro annui. “Una misura – prosegue Bianchi – pensata per favorire l’emancipazione dalla propria famiglia di origine e permettere ai nostri giovani di avviare il proprio percorso di vita autonoma. Ebbene – insiste Bianchi – il bando 2019 non è stato ancora pubblicato, tanto che arrivano diverse segnalazioni da parte di cittadini che chiedono informazioni in merito. Vorremmo capire se l’iniziativa sarà avviata a breve o se vi siano ritardi. I nostri giovani – conclude il consigliere del Movimento 5 stelle – meritano piena attenzione e forte sostegno”.

Accertamento disabilità, sì unanime a modifica composizione della commissione unica

Anche un oncologo o un senologo nelle commissioni di invalidità se la donna lo richiede . C’è il via libera unanime  del Consiglio regionale alla legge “Disposizioni in merito alla Commissione unica di accertamento sanitario della condizione di disabilità”, “e la scoperta più bella – spiega il presidente della commissione sanità Stefano Scaramelli è stata quella di essersi portati dietro tutti, dalla Commissione a tutto il consiglio regionale della Toscana. La Toscana ha fatto la Toscana. Ha donato alle donne operate al seno  della Regione un gesto di speranza e sensibilità. Adesso non basta. Proverò ad incidere perché tutte le altre regioni d'Italia possano fare altrettanto. Una piccola rivoluzione- prosegue Stefano Scaramelli- che darà dignità al dolore delle donne operate al seno che in Toscana potranno avere di fronte, nella commissione di invalidità, specialisti adeguati alla loro patologia”. La legge (in vigore da gennaio) non riguarda solo le donne operate al seno ma anche coloro che hanno patologie invalidanti, sia di natura fisica che psichiatrica. Le aziende hanno tre mesi di tempo per adeguarsi e organizzarsi con le nuove commissioni.“Un passo importante – spiega ancora  Scaramelli- è proprio quello di modificare le commissioni per gli accertamenti di invalidità civile in modo appunto da prevedere la presenza di un senologo o di un oncologo, una sfida – aggiunge Scaramelli- che nonostante le solite resistenze e i cavilli burocratici abbiamo vinto. Quando il cancro entra nella vita di  una donna – conclude il presidente Scaramelli- , spesso, oltre a mettere in discussione la vita stessa, sconvolge anche l’essere e il sentirsi donna. La loro dignità, al pari del loro coraggio, hanno posto al centro della nostra attenzione l’esigenza di modificare le commissioni per gli accertamenti di invalidità civile. Ci abbiamo messo la testa  e il cuore.”

Il consigliere Andrea Quartini (M5s) conferma il lavoro unanime della commissione e segnala “un elemento che qualifica in maniera significativca la nuova legge: la presenza dello specialista esterno, che conosce gli aspetti clinici e la storia clinica delle persone, ne conosce gli aspetti emotivi. Spesso, chi fa parte di queste commissioni è chiamato a tenere una contabilità tabellare, le maggiori segnalazioni che ci arrivano dalle persone lamentano l’inumanità della visita nel contesto della commissione che va a valutare l’invalidità”.

Monica Pecori (gruppo misto) sottoscrive le dichiarazioni di Quartini, ringrazia la commissione per il lavoro svolto e ricorda “la sofferenza delle persone, che traspariva in commissione nel momento in cui ci trasmettevano il loro disagio”. Serena Spinelli (gruppo misto) esprime il voto favorevole alla nuova legge e si sente di “rivolgere un ringraziamento a tutti quegli operatori sanitari che pur in contesti di grandi difficoltà, con risorse contenute, poco personale, poco tempo, svolgono il proprio lavoro con attenzione e umanità”.

Ritiro e divieto d’uso ranitidina, Marchetti (FI): "Dopo il blocco Aifa quali le azioni della Regione?"

«Sono farmaci comuni contro i fenomeni legati all’acidità di stomaco tra Ranidil e generici, Zantac, Ulcex e Buscopan antiacido e il loro uso è stato vietato dall’Agenzia italiana del farmaco poiché il loro principio attivo, la ranitidina, presentava impurezze di una sostanza definita come potenzialmente cancerogena. Ebbene: dopo il provvedimento la Regione cosa ha fatto per informare i pazienti e supportare farmacisti e medici? E quanti toscani, nel 2018, hanno assunto questi medicinali così diffusi?» Questa la sostanza dell’interrogazione presentata dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti per fare il punto sulla portata del coinvolgimento toscano nel provvedimento assunto da Aifa<https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/comunicazione-aifa-sui-farmaci-contenenti-ranitidina> in via precauzionale il 20 settembre scorso.

«Ho scorso gli elenchi sia dei 197 lotti ritirati<https://www.aifa.gov.it/documents/20142/979815/elenco_lotti_ritiro_ranitidina.pdf/68725020-4e82-32f4-8353-5fb8a323736d> dal mercato che dei farmaci il cui uso è stato vietato<https://www.aifa.gov.it/documents/20142/979815/elenco_lotti_divieto_uso_ranitidina.pdf/38471118-cf91-04c0-a7ef-e7c268b0709e> in via precauzionale. Ci sono lotti con scadenza adesso, al 30 settembre. Altri al 30 novembre. E poi su su ma sempre anche con scadenze assai ravvicinate. Facile intuire quanto alta sia la possibilità che questi farmaci siano già stati commercializzati e assunti. Da quanti pazienti, in Toscana? Questo chiedo alla Regione da cui mi aspetto azioni di informazione specifica a seguito del provvedimento nazionale, dal momento che i medicinali in questione hanno un’alta frequenza d’uso», spiega Marchetti.

Ma cosa è capitato a questa molecola? La stessa cosa accaduta l’anno scorso al Valsartan, su cui lo stesso Marchetti aveva anche in quell’occasione domandato alla giunta toscana la ricaduta regionale dello stop a quei farmaci: «E’ stata rilevata – scrive Aifa – la presenza, in alcuni di questi lotti, di un’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 in una classe di farmaci anti-ipertensivi» e «classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)».

«Aifa invita i cittadini trattati e soprattutto in trattamento a recarsi dal proprio medico di base. Ma i toscani lo sanno? La Regione ha messo in campo misure di informazioni o front office dedicate al fenomeno e rivolte a pazienti, farmacisti e medici? E quanti sono i toscani che nel 2018 hanno assunto questi medicinali tanto comuni?» Questo ciò che Marchetti domanda alla giunta, invitata a rispondere in forma scritta.

Il dibattito sul piano rifiuti

"Dal Consiglio regionale è arrivata una sonora bocciatura per il Governatore Rossi e l’assessore Fratoni sul nuovo piano dei rifiuti", così il il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) . "Dopo le forti criticità espresse dal Centrodestra - continua - , anche parte del Pd si è mostrato poco convinto sui progetti di un Ato unico e della Bioraffineria Eni a Livorno. Uno stop frontale per la Giunta tanto che la Fratoni è stata costretta a ritirare la prevista comunicazione, politica dei rifiuti che adesso deve essere ripensata. L’emergenza però è alle porte perché a breve non sapremo dove mettere 600mila tonnellate di rifiuti urbani dei toscani. L’unica decisione presa dalla Giunta è quella di aver cancellato il termovalorizzatore di Case Passerini senza però offrire soluzioni alternative. Non si parla di impianti, della loro qualità, del riciclo e del recupero. Fra 8 mesi la legislatura terminerà e la Regione non ha ancora un piano dei rifiuti. Le discariche inoltre nel 2021 vanno in esaurimento, è comunque inaccettabile continuare a conferire tutti i rifiuti prodotti nelle discariche”.

"Evidentemente io e il consigliere Marcheschi non abbiamo partecipato allo stesso consiglio regionale. Oppure, cosa ben più grave, lui non ha capito di cosa abbiamo discusso questa mattina". Così l'assessore all'ambiente Federica Fratoni replica al consigliere regionale Marcheschi.

"l ritiro del punto all'ordine del giorno è dovuto solo a un'esigenza di carattere formale - precisa l'assessore - e verrà riproposto alla prossima seduta. Su questo passaggio ho registrato l'apprezzamento di tutti i gruppi per la correttezza della procedura, salvo di Marcheschi il cui intervento è apparso del tutto fuori luogo".

"La politica della Regione sui rifiuti - prosegue Fratoni - va avanti esattamente nei termini descritti a luglio: drastica riduzione dei conferimenti in discarica, entro il 10 per cento come stabilito dall'Europa, aumento della raccolta differenziata, grazie anche al sostegno finanziario regionale agli Ato per la diffusione del porta a porta. Oltre a questo, sviluppo di un'adeguata impiantistica per il recupero di materia, per il quale abbiamo un confronto costante con i gestori. Per questo è fondamentale anche l'impegno dei Comuni, da un lato per il ruolo che svolgono negli Ato, dall'alto in qualità di soci delle aziende che gestiscono il servizio".

"In parallelo agli obiettivi da raggiungersi da adesso al 2030, dovrà svilupparsi un sistema industriale che, attraverso tecnologie innovative, attui i principi dell'economia circolare e costituisca una valida alternativa alla termovalorizzazione classica di cui la Toscana è comunque dotata".

Piano rifiuti e bioraffineria Eni, Fattori (Si’): "Bene il passo indietro dell’assessore Fratoni"

“È una buona notizia il ritiro, da parte dell’assessore Fratoni, dell’informativa sulla modifica al piano rifiuti”, afferma Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra. “Quel documento avrebbe aperto ufficialmente il percorso di modifica del piano - aggiunge Fattori- ma cristallizzando le decisioni di Rossi e Fratoni sulla bioraffineria ENI prese a inizio luglio, come se nel frattempo non fosse accaduto niente”.

“Invece nelle settimane successive il Consiglio regionale si è espresso, dando alla giunta indirizzi precisi sulla maggior cautela da adottare rispetto al progetto di bioraffineria, sui necessari approfondimenti progettuali, sul coinvolgimento previo delle comunità locali e dei Sindaci. Mantenere il vecchio documento impermeabile a tutto questo avrebbe significato calpestare il ruolo del Consiglio regionale. La Giunta non può non recepire gli atti di indirizzo che provengono dall’aula consiliare, a partire dalla nostra risoluzione approvata all’unanimità”, prosegue Fattori

"La proposta di modifica del Piano regionale rifiuti, nella vecchia versione ora ritirata, era tutta centrata su un’unica alternativa alla costruzione dell’inceneritore di Case Passerini, ossia l’impianto ENI. Un impianto che non ha niente di circolare, perché  distrugge materia al fine di ricavarne carburante, e che non ha niente di bio, dato che i carburanti vengono ricavati dal CSS, dal plasmix e da altri materiali simili, essenzialmente di origine fossile.”

“Continuiamo a chiedere soluzioni impiantistiche che non ricorrano a tecnologie di trattamento termico, in altre parole, vogliamo che siano valutate le alternative alla bioraffineria che fino ad oggi non si sono volute prendere in considerazione. Si tratta di prevedere impianti veramente circolari e tecnologicamente avanzati, in grado di recuperare materia attraverso il trattamento a freddo dei rifiuti residui. E pensiamo si debba perseguire l’autosufficienza dei diversi ambiti territoriali, progettando impianti le cui dimensioni corrispondano alle effettive necessità dei territori”, conclude Fattori.

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