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Riabilitazione, Carrozza: "Grande impatto dei robot, ma terapeuta umano resta centrale"

Il futuro della robotica nella medicina riabilitativa passa da Firenze. Maria Chiara Carrozza, Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale alla Scuola Sant’Anna di Pisa, ha tenuto la lettura magistrale al 47° congresso della Simfer, Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, che si svolge in questi giorni nel Capoluogo toscano.

«Il presente – ha osservato l’ex ministro del governo Letta – vede una sempre maggior diffusione di robot per la riabilitazione nelle nostre strutture, ma c’è la necessità di rendere standard il loro utilizzo e di avere parametri e indicatori confrontabili di outcome». Il futuro va nella stessa direzione, ma ci si aspetta un numero ancora maggiore di impieghi: «I robot avranno un impatto sul fronte della gestione della cronicità, seguendo i pazienti anche a livello domestico. La robotica potrà rappresentare un grande passo avanti nell’attività riabilitativa non solo perché permette misure standard e valutazioni funzionali, ma perché potrà associare alla terapia motoria una terapia cognitiva».

Mente e corpo di pari passo: «Con i robot si potranno somministrare ai pazienti serious game o attività che monitorino anche la degenerazione cognitiva. Questa combinazione motorio-cognitiva già si vede, ad esempio, nell’affrontare alcuni aspetti della sclerosi multipla». Un capitolo a parte merita anche la fisiatria interventistica, che potrà mettere in campo robot nell’ambito della chirurgia mini-invasiva seguendo poi il paziente con strumenti robotici indossabili. «Credo sarà questo il futuro: interventi somministrati a livello acuto molto puntuali e poi una gestione domestica della fase della cronicità, evitando il ricovero».

Maria Chiara Carrozza farà parte della giuria della prossima conferenza nazionale di consenso sull’utilizzo della robotica per le persone con disabilità di origine neurologica, in programma a Roma l’8 maggio 2020 e organizzata da Simfer e Sirn (Società italiana di Riabilitazione neurologica), per chiarire alcuni aspetti ancora oscuri di queste tecnologie. Ma per quanto i robot prendano piede, il fattore umano resterà protagonista: «Sono contraria a processi di automazione per cui si pensa che la robotica possa andare a diminuire il numero di terapisti necessari per i pazienti. La robotica è sistematizzazione, valutazione funzionale, misura, rigore metodologico, ma sempre in supporto del terapista e del fisiatra». A Roma, l’8 maggio, saranno presenti anche associazioni scientifiche da tutto il mondo: «Senza questi momenti – conclude la prof.ssa Carrozza – non potremmo davvero traslare la robotica nella pratica clinica».

Fonte: Simfer

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