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Mani che chiedono aiuto al barchino di Spicchio: flash mob per ricordare i migranti morti in mare

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Mani che spuntano dal terreno, corpi immaginari che annegano nel selciato e che sembrano chiedere soccorso al barchino dei renaioli di Spicchio, sulla rotatoria in Viale Togliatti. L'inquietante scena è stata allestita ieri notte e il riferimento sembra chiaro: oggi, infatti, ricorre la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, una data simbolica per commemorare le vittime del naufragio del 2013 al largo delle coste di Lampedusa, ma soprattutto per ricordare tutti i migranti che continuano a morire nel Mar Mediterraneo nella speranza di trovare un futuro migliore lontani da casa. Il flash mob è stato rivendicato da Mediterranea Saving Humans Empolese Valdelsa: "Un’installazione dedicata ai morti in mare - si legge in una nota - , al ricordo di chi non è sopravvisuto ad un viaggio che avrebbe potuto e dovuto regalargli un domani migliore"

Il barchino è stato installato nel dicembre 2018 ed è un simbolo importante di Spicchio: si tratta effettivamente di un barchino come quello che i renaioli utilizzavano per dragare la sabbia, attività intimamente legata alla storia di tutta la comunità. Durante l'inaugurazione dell'installazione l'allora assessore Santini, parlando del rapporto tra fiume e comunità, usò questi termini per descrivere l'attività dei renaioli: "Fiume risorsa di vita e di lavoro, fiume minaccioso, fiume benevolo, fiume maledetto". In tempi, luoghi e contesti diversi, quelle parole risuonano anche nel Mediterraneo.

La nota di Mediterranea Saving Humans

“La musica del mare era triste e parlava di morte e di amori perduti. Nella città tutto era chiaro e senza mistero come la luce delle lampade. Nel mare tutto era mistero come la luce delle stelle. Le strade della città erano molte e ben lastricate. Nel mare vi era una sola strada e oscillava, era pericolosa. Le strade della città erano già state conquistate da molto tempo. Quella del mare era conquistata giornalmente, partire era ogni volta andare all’avventura.”

Con le parole di Jorge Amado, nella giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, a 6 anni dal naufragio in cui 368 persone hanno perso la vita cercando di raggiungere l'Europa, il territorio si sveglia col regalo di un’installazione dedicata ai morti in mare, al ricordo di chi non è sopravvisuto ad un viaggio che avrebbe potuto e dovuto regalargli un domani migliore.

Un’installazione dedicata a Mediterranea Saving Humans che esattamente un anno fa, il 3 ottobre 2018, è salpata in seno alla Mar Jonio per intraprendere un viaggio all’insegna della testimonianza, della documentazione e della denuncia di ciò che accade nei nostri mari. Un’ “azione non governa-tiva” portata avanti dal lavoro congiunto di organizzazioni di natura eterogenea e di singole perso-ne, aperta a tutte le voci che da mondi differenti, sociali e culturali, sindacali e politici, sentono il bisogno di condividere gli stessi obiettivi di questo progetto volto a ridare speranza, a ricostruire umanità, a difendere il diritto e i diritti.

Quella di Mediterranea è un’azione di disobbedienza morale e di obbedienza civile. Disobbedisce al nazionalismo e al razzismo, e obbedisce alle norme costituzionali e internazionali, del mare e dei diritti umani.

Mediterranea vive del legame tra chi è in mare e chi da terra la sostiene e il nostro equipaggio si nutre di determinazione, umanità, e creatività, principi che hanno portato singoli e organizzazioni a lavorare per la nascita del coordinamento Mediterranea Saving Humans Empolese Valdelsa. Una “piattaforma” di connessione sociale tra realtà esistenti sul territorio e singoli che vogliono impegnarsi per portare avanti una battaglia umana e culturale.

Mediterranea Saving Humans Empolese Valdelsa con orgoglio sostiene la creatività del movimento artistico, per ricordare oggi l’importanza di questo 3 ottobre e per sensibilizzare oggi e domani il territorio empolese valdelsa. Con questo movimento e in questo movimento abbiamo lavorato e lavoreremo, per esprimere la causa di mediterranea affinchè la città si illumini della luce dell’umanità. Non per eroismo, non per narcisismo, ma per restare insieme dalla parte buona della vita.

 

a cura di Giovanni Mennillo

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