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Dario Niccodemi: il regista di Pirandello: il libro di Giuseppe Donateo

Una serata di forte impatto, stracolma di pubblico, alla Libreria Feltrinelli di Livorno, per presentare “Dario Niccodemi: il regista di Pirandello”, il libro in cui Giuseppe Donateo, giornalista e scrittore livornese, ricostruisce la figura di Niccodemi come direttore della principale compagnia italiana di prosa degli anni Venti del secolo scorso e come rinnovatore del teatro nazionale.

Si è parlato di questo bellissimo volume, pubblicato dalla Conchiglia di Santiago, insieme ad autore ed editore, intervistati da un protagonista del teatro livornese, cioè Beppe Ranucci, ma soprattutto con la presenza del prof. Alessandro Tinterri, curatore di mostre importanti sul teatro del Novecento, con protagonisti del calibro di Luigi Pirandello, Virgilio Marchi, Sergio Tofano e tanti altri. Tinterri infatti, prima di diventare docente di Storia del Teatro a Perugia, ha lavorato per anni a fianco di Sandro d’Amico, al Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, curando insieme a lui l’edizione critica del teatro di Pirandello, edita nei Meridiani Mondadori.

Il professore ha ricordato i suoi rapporti con una splendida Biblioteca Niccodemi, che per qualche anno è stata anche ospitata al Museo Biblioteca dell’Attore di Genova. Davanti a lui c’erano Carla e Antonio Durbé, gli attuali proprietari dell’archivio Niccodemi, nonché pronipoti del grande scrittore e regista, la cui tomba è vicina a quella di Mascagni, nel cimitero della Misericordia di Livorno, e che è del resto ricordato con una lapide dentro il famedio di Montenero, proprio accanto a un altro grandissimo del teatro, cioè Ernesto Rossi, ispiratore di Stanislavskij e del Teatro d’Arte di Mosca.

La figura di Dario Niccodemi è stata evocata in tutta la sua eccezionalità, sia come autore, di testi di grande fascino, almeno in quegli anni (ma in molti hanno detto che potrebbero tornare in scena anche oggi), poi come regista; un uomo che è riuscito a portare il teatro italiano a livello dei grandi palcoscenici internazionali, quelli che Niccodemi aveva frequentato in prima persona, a Parigi, in Russia, in Argentina e altrove.

Sono stati molti gli episodi narrati, nelle parole dei protagonisti della serata, tra l’altro Tinterri ha reso vivo il teatro dell’epoca, con grande maestria affabulatoria, raccontando ad esempio delle molte tournées che la compagnia Niccodemi fece in America Latina, e in particolare di un treno che ad un certo punto viene immobilizzato dalla neve, in mezzo alle Ande.

La compagnia scende, vengono alloggiati in un albergo. Ben presto si scopre che chi gestisce quel ritrovo è di Figline Valdarno, Niccodemi veniva da Livorno; così i due toscani esultano per l’incontro fortuito; l’albergatore racconta che anche il Principe di Galles, il futuro re d’Inghilterra, è fermo per la neve. Ecco allora che Niccodemi lo va a trovare e lo invita all’albergo…

La storia va avanti in modo davvero mitico, chi vuol conoscere il finale non ha che da leggere il bel libro di Donateo, che ha protagonisti importanti da d’Annunzio a Pirandello (di Niccodemi la prima dei “Sei personaggi in cerca d’autore”, a Roma nel maggio 1921), fino a Sergio Tofano e a scoperte memorabili come quelle di Anna Magnani e di Elsa Merlini.

 

 

Fonte: La conchiglia di Santiago

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