Si allarga l'inchiesta sulla Fondazione renziana Open: i dettagli
Perquisizioni in corso da questa mattina sulla Fondazione renziana Open. La Fondazione Open, attiva dal 2012 al 2018, nata per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi, è stata sottoposta ad un’indagine da parte dei militari della guardia di finanza di Firenze. Ad essere perquisiti, in undici città diverse, sono stati alcuni imprenditori o rappresentanti legali di società. I loro nominativi sarebbero emersi durante l’acquisizione dei documenti dei finanziatori della Fondazione stessa, durante una perquisizione dello scorso settembre nello studio legale dell’avvocato Alberto Bianchi,presidente dell’organizzazione.
I dettagli dell'inchiesta
Sarebbero almeno 30 le perquisizioni eseguite in tutta Italia: i finanzieri nello specifico hanno operato a Milano, Firenze, Pistoia, Torino, Alessandria, Parma, Modena, La Spezia, Roma, Napoli e Bari, sia in case private che uffici. Si cercavano soprattutto documenti, ma anche bancomat, carte di credito e rimborsi spese che secondo fonti investigative sarebbero stati messi a disposizione di alcuni parlamentari. Tra i reati ipotizzati, oltre al riciclaggio e al traffico di influenze illecite, ci sarebbe anche finanziamento illecito ai partiti.
Tra gli indagati spiccano nomi noti, tra cui quello di Marco Carrai, imprenditore fiorentino vicino a Renzi, e già membro del cda di Open. Sotto la lente ci sarebbero soprattutto i suoi rapporti con imprenditori che sostennero la fondazione. L'indagine riguarda anche l'avvocato Alberto Bianchi, ex presidente di Open già oggetto di perquisizioni, per la quale gli inquirenti sospettano il reato di reati di finanziamento illecito e traffico di influenze illecite. Altri indagati sono alcuni imprenditori titolari di società con sede a Firenze, Chieti e Roma, ai quali sarebbero contestate a vario titolo anche le accuse di autoriciclaggio, riciclaggio, appropriazione indebita aggravata e false comunicazioni sociali. Ci sarebbero poi alcuni imprenditori che non sarebbero non indagati, ma sono stati ugualmente sottoposti a perquisizione per legami finanziari con un membro della fondazione.
Secondo gli inquirenti la fondazione sarebbe stata usata come articolazione di partito. Nello specifico procura e guardia di finanza stanno esaminando le attività legate alle primarie del 2012 e al 'Comitato per Matteo Renzi segretario'. Per gli investigatori ci sarebbero infatti legami anomali tra le prestazioni professionali rese da Bianchi e i suoi collaboratori e i finanziamenti avuti da Open. Il primo movimento sospetto, dal valore di 800mila euro, è del 2016 e riguarderebbe il gruppo di costruzioni Toto: per gli inquirenti quel denaro servì in parte a finanziare Open.
Le parole di Matteo Renzi
A seguito delle notizie di queste ore non si è fatta attendere la reazione dell'ex premier: "E' un massacro mediatico, i fondi sono regolari. Chi ha finanziato la Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni". Renzi ha anche risposto a Luigi Di maio che in giornata aveva dichiarato che esiste "un problema serio su fondi e finanziamenti ai partiti: serve subito una commissione d'inchiesta, lo chiederemo nel contratto di governo che faremo partire a gennaio". Queste le parole di Renzi: "Se altri partiti utilizzano questa vicenda per chiedere commissioni di inchiesta sui partiti e sulle fondazioni io dico che ci sto. Anzi, rilancio: dovremmo allargare la commissione d'inchiesta alle società collegate a movimenti politici che ricevono collaborazioni e consulenze da società pubbliche".
Poi una parola sui giudici: "sono gli stessi che hanno firmato l'arresto dei miei genitori, Creazzo e Turco (procuratore capo e procuratore aggiunto di Firenze, ndr), provvedimento annullato pochi giorni dopo dal riesame"