"Azienda in salute, ma lascia scadere contratti e non concede ferie": stato di agitazione a LeSoluzioni
Mancano rapporti sindacali, vengono fatti terminare i contratti a tempo determinato senza comunicarlo ai diretti interessati e nonostante l'azienda sia in crescita non vengono fatte assunzioni stabili, gravando sui dipendenti presenti che non possono concedersi le ferie maturate. Questo in sintesi il quadro affermato dai sindacati e delle Rsu su LeSoluzioni, azienda di call center con 303 lavoratori, partecipata da Publiacqua, Acque Spa, Acquedotto del Fiora e Alia Spa. Se ne è parlato oggi alla Camera del Lavoro di Empoli con Samuele Falossi, segretario Slc Cgil Firenze Prato Pistoia, Federico Fontanini, segretario Fistel-Cisl, Anna Cardella e Maila Scalesi delegate Rsu rispettivamente per Cgil e Cisl.
Ieri si è tenta l'assemblea dei lavoratori, a seguire l'incontro con amministratore delegato e direttrice. I lavoratori hanno proposto di definire un piano industriale e strategie che vadano di pari passo con lo sviluppo dell'azienda, mantenendo i livelli occupazionali. Dall'altra parte, a giugno e novembre ci sono stati 20 contratti a tempo determinato non confermati (il Decreto Dignità obbliga la proroga del tempo determinato solo ad alcune stringenti clausole, altrimenti si deve passare all'indeterminato per il rinnovo) e si prevede che al 31 dicembre ci potranno essere nuovi fuoriusciti.
"In azienda ci sono necessità impellenti, lo si vede dalle ferie e dai permessi non concessi e dall'alto livello di residui, per non parlare degli alti carichi di lavoro quotidiani differenziati a seconda del servizio", spiegano in conferenza. "Con un accordo di prossimità sarebbe possibile reinserire i colleghi non confermati, potrebbe nascere anche un accordo per gestire preventivamente le scadenze. Le nostre proposte concrete non sono state accettate dall'azienda. Capiamo che le commesse per i contratti di call center hanno scadenze spesso a un anno, si può ragionare con le istituzioni per permettere commesse più lunghe ma non si può scaricare sui lavoratori".
A termine dell'azienda è stato deciso lo stato di agitazione. Per legge, non è possibile fino al 7 gennaio fare scioperi in azienda ma i sindacati annunciano che si muoveranno in tutti gli ambiti, con le istituzioni e con i lavoratori.
Elia Billero