Concerto di Natale dell'ORT al Politeama di Poggibonsi
(foto gonews.it)
Al via lunedì 23 dicembre alle 21, con il classico Concerto di Natale dell’Ort, la stagione concertistica del Teatro Politeama di Poggibonsi inserita nel cartellone dei Teatri della Valdelsa. Il Concerto di Natale è un rito che si ripete magicamente e che quest’anno vedrà sul palco l’Orchestra della Toscana diretta da Paolo Bartolameolli e al pianoforte Dmitry Masleev.
Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore, op. 23 di Pëtr I. Čajkovskij con il quale si apre la serata è uno dei concerti pianistici più eseguiti al mondo. Curiosamente ha una storia che lo lega proprio alla vigilia di Natale. È il 1874, Čajkovskij ha 34 anni, è un compositore già maturo ed ha in quel giorno così particolare un appuntamento importante con Nikolaj Rubinštejn, direttore del Conservatorio di Mosca e pianista virtuoso. Vuole fargli ascoltare la sua nuova composizione che è a lui dedicata. Le cose non vanno come Čajkovskij si sarebbe aspettato. L’accoglienza è decisamente negativa. «Il suo Concerto non vale assolutamente nulla, non è possibile suonarlo». Offeso Čajkovskij lascia la stanza. «Non cambierò neppure una nota e lascerò il pezzo nella sua forma attuale» è la sua risposta, decidendo di dirottare la sua dedica su di un altro grande interprete dell’epoca, il celebre pianista e direttore d’orchestra Hans von Bülow. Il concerto fu eseguito per la prima volta a Boston nel 1875 con Bülow al pianoforte. Il successo fu immediato e travolgente. Curiosamente von Bülow eliminò in seguito il concerto dal proprio repertorio, mentre Rubinštejn finì col dirigerne la première moscovita e ad eseguirne la parte solistica in numerose occasioni. Scherzi del destino. L’opera conserva in buona parte forme e timbri della musica popolare russa cui spesso Čajkovskij fa riferimento. Echi della tradizione nazionale e popolare che sono ancor più evidenti nell’opera di Antonín Dvořák. La Sinfonia n. 7 in Re minore, Op. 70, B. 14, composta nel 1885, è considerata la sua opera più romantica. Esponente centrale della musica nazionale ceca, è colui che meglio rappresenta il tentativo di integrazione fra tradizione colta e spirito popolare slavo.
Oltre il repertorio, vale la pena sottolineare come l’ORT ritenga di grande importanza la scelta degli interpreti. Di fronte a composizioni monumentali come queste è giusto cercare interpretazioni moderne, fresche. Ci siamo distinti nella nostra storia per aver valorizzato tanti giovani talenti e lo facciamo anche questa volta con Paolo Bortolameolli, direttore cileno che ha un approccio molto moderno e innovativo alla musica.
Giovane anche il solista, il siberiano Dmitry Masleev, notevole talento e grande carattere. Il valore di questi nuovi interpreti sta nella capacità che hanno di offrirci inedite sfaccettature, visioni anche originali nell’accostamento delle dinamiche, esecuzioni non troppo codificate, qualcosa che sorprende.
Paolo Bortolameolli direttore
Dmitry Masleev pianoforte
ČAJKOVSKIJ Concerto n.1 per pianoforte e orchestra op.23
DVOŘÁK Sinfonia n.7 op.70
Fonte: Ufficio stampa