Il pugile e la scrittrice, incontro a Firenze con il campione di solidarietà
Domani, 17 gennaio alle ore 17, presso la Sala Pegaso della Regione Toscana, in Piazza Duomo 10 a Firenze, sarà presentato, in un incontro pubblico organizzato dalla Consigliera Regionale Alessandra Nardini (PD), il libro "Mi chiamo Mouhamed Ali" scritto da Rita Coruzzi e Mouhamed Ali Ndiaye ed edito da Piemme
Il volume racconta la vera storia di Ndiaye, pugile professionista italosenegalese (Wikipedia), che è arrivato dal Senegal fino a Pontedera dove vive, passando per Parigi, per inseguire il sogno della boxe e diventare come il mitico Muhammad Ali, nato Cassius Clay.
Il suo viaggio è quello che affrontano migliaia di migranti che aspirano a migliori condizioni di vita, tra mille peripezie e difficoltà, per arrivare "sul tetto del mondo".
Il libro è scritto a quattro mani con Rita Coruzzi, scrittrice trentenne affetta da tetraparesi, appassionata di boxe, che ha fatto della sua vita una testimonianza continua sulla possibilità di ciascuno di affrontare anche le sfide più complicate. Tra i due è nato uno straordinario sodalizio e la stessa Coruzzi ha sottolineato come Ndiaye, sceso dal ring, sia diventato un campione di solidarietà, facendo arrivare in Senegal molte sedie a rotelle per persone con disabilità. I due autori, lo scorso dicembre, hanno consegnato il libro nelle mani di Papa Francesco.
Parteciperanno alla presentazione, oltre agli autori e alla Consigliera Regionale Alessandra Nardini, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il Sindaco di Pontedera Matteo Franconi e il già Presidente della Federazione Pugilistica Italiana Alberto Brasca.
Dichiara la Consigliera Nardini: "Per me è un onore avere organizzato questa presentazione. È un libro bellissimo, pieno di amore e di speranza, ma anche del dolore e delle difficoltà che affronta ogni giorno l'umanità. Ndiaye e Coruzzi sono testimonianze viventi della potenza di noi esseri umani, sotto molteplici aspetti, e di tematiche della nostra contemporaneità che noi politici dobbiamo affrontare con rispetto, umanità e consapevolezza"