Aruna a 70 anni diventa raccoglitrice di rifiuti: "La terra può diventare pulita"
Il più grande cambiamento che può avvenire non è nel mondo, ma parte da dentro di noi. Prendersi cura di ciò che ci circonda e della terra che ci ospita è voler bene a se stessi. Questa è un po’ la sensazione che si ha se ci si ferma, si accosta la macchina e ci mettiamo a parlare con Aruna, mentre è intenta a ripulire il bordo strada del comune dove vive.
Bottiglie e involucri di plastica, vetro, lattine, pacchetti di sigarette e di fazzoletti gettati fuori dal finestrino. Un gesto spontaneo che una società, non curante per troppo tempo dell’ambiente, ci ha insegnato essere un movimento naturale, una sensazione liberatoria di qualcosa che non ci serve più. E poi c’è lei che, armata di rastrello e sacchetti per la differenziata, scava tra la terra che ingloba tutto e tira con forza i rifiuti intrappolati tra i rovi.
Aruna ha 70 anni ed è in pensione. Vive in Chiecinella, frazione del Comune di Palaia e nella sua vita ha svolto la professione di infermiera. Una volta conclusa l’attività lavorativa, Aruna ha iniziato a pensare a come impiegare al meglio le sue giornate: “È da tanti anni che mi pongo la questione di cosa fare del mio tempo libero. Alla fine dell’anno scorso improvvisamente ho scelto di dedicarmi alla pulizia del bordo strada, perché è quello più evidente e più visibile, è il biglietto da visita di un territorio. Ho iniziato dalla cosa immediata – ha continuato la 70enne – per la spazzatura nelle zone impervie c’è bisogno di altri operatori, ma le memorizzo e le farò presenti al sindaco”. Un’attività che Aruna ci tiene a specificare essere più importante della persona che la compie, poiché è il gesto che vale e che è contagioso: “Mi sono data una identificazione, mi definisco raccoglitrice dei rifiuti abbandonati. Tutto è partito dal desiderio di fare un servizio alla comunità. All’inizio avevo deciso di uscire una volta a settimana, adesso sono anche 2 o 3 perchè la cosa, sarà difficile da credere, ma mi ha appassionato nonostante le mani finiscano tra il sudicio”.
Una sensazione strana ha accompagnato le prime raccolte di Aruna, come se provasse vergogna di fronte agli automobilisti che le passavano accanto, “cercavo di coprire ciò che facevo”. Un'impressione dettata dal pregiudizio che le persone potessero avere nel vederla chinata a raccogliere la spazzatura, smentita in realtà dalla grande quantità di persone che frenano, abbassano il finestrino e le urlano semplicemente “Grazie signora!”. E lei niente, non si scompone, sorride e continua a smuovere il terreno sulla via Andrea di Mino, che da Chiecinella porta a Palaia.
Ma in cosa bisogna credere per iniziare a fare qualcosa del genere? Cosa ci fa alzare dalla poltrona, mollare lo smartphone e utilizzare il nostro tempo libero per fare del bene? “Non potevo più di continuare a passare e girarmi dall’altra parte vedendo tutta la spazzatura nel bordo strada – ha raccontato Aruna. “Io sono rinata, sto bene, sono contenta e lo faccio senza rabbia e senza giudizio verso gli altri. Di questi tempi, dove si punta il dito verso tutti, la mia azione non vuole essere né aggressiva né accusatoria. Tutti noi abbiamo gettato la spazzatura perché non eravamo consapevoli come ora”. E proprio su quest’ultimo punto, sul buttare senza riflettere ciò che non ci serve più dove capita, Aruna ha aggiunto: “È un gesto fuori dalla storia. Nei tempi della mia inconsapevolezza ho contribuito anche io ad abbandonare i rifiuti e adesso rappresenta un senso di giustizia, di riparazione”. Un mancanza di valutazione che oggi, nel 2020, non può più esistere dopo tutta l’informazione, slogan, scioperi e lotte di movimenti ambientalisti che ci accompagnano ogni giorno dalla televisione ai video sui social.
“La mia è un’azione individuale e per questo ti porta grande libertà di iniziativa. Scegli il tempo, il luogo, come farlo e vai a raccogliere dove ti porta il cuore. È un’iniziativa che cerca di diventare continuativa e coinvolge anche gli altri”. Una scelta propria senza guardare a ciò che fa o pensa chi ci circonda: “C’è così tanta spazzatura nel mondo, che cosa può fare una persona? – si domanda Aruna – così si parte già scoraggiati. Ma ci pensate se ogni comune avesse delle persone che scelgono un posto particolare e lo curano? – ha continuato la donna. “Cosa può scatenare la presenza di altri raccoglitori di rifiuti abbandonati. Il risultato di due mesi già si vede, lungo la strada non si vedono più rifiuti”.
“In termini personali mi ha portato passione, impegno, un senso aggiunto alla mia vita. È una storia semplice, di un servizio alla comunità che tengo a portare della vita quotidiana di molti”. Una speranza infine accompagna le mani lavoratrici della donna, il suo rastrello e la sua forza di volontà: “La terra può diventare pulita e io ci credo”.









Margherita Cecchin