gonews.it

Spesa minima, l'obbligo diventa indicazione: cambia l'ordinanza a Crespina Lorenzana

Thomas D'Addona, sindaco di Crespina Lorenzana

Ha fatto certamente discutere l'ordinanza del Comune di Crespina Lorenzana che in un primo momento prevedeva l'obbligo di spesa per una soglia minima nei negozi di vicinato e nei supermercati. Ieri una modifica dell'ordinanza ha tolto agli esercenti la necessità di fare segnalazioni e l'obbligo di spesa, portando il provvedimento su un piano di 'indicazioni', senza imposizioni. "Abbiamo modificato il testo dell’ordinanza senza mutarne il significato: i limiti minimi di spesa sono delle indicazioni che saranno sottoposte alla clientela dei nostri esercizi commerciali mediante avviso, indicazioni con le quali i cittadini dovranno confrontarsi e poter scegliere di discostarsi se ritengono che sia il caso", così spiega il sindaco Thomas D'Addona.

"La spesa quotidiana è un'abitudine insana in questo periodo, lo dice chiunque sa di cosa si sta parlando. Il confronto con i commercianti ha portato alla modifica del provvedimento. Ricordo che se si raggiungono i limiti minimi di spesa si fanno due spese in una, quindi si dimezzano le uscite. L'esercente pone dei cartelli come invito, non obbligo. Sono convinto che la cittadinanza seguirà". D'Addona ricorda come il suo municipio sia stato il primo a distribuire e a imporre l'utilizzo della mascherina. "Vi ricordo che abbiamo avuto un picco di 34 quarantene, che non si sarebbero verificate se queste persone avessero indossato la mascherina". Per la prima versione del provvedimento un pool di legali aveva presentato un ricorso.

I COMMENTI

Ieri il Pd comunale aveva già espresso solidarietà al primo cittadino. Oggi è Confesercenti a parlare.

"Il ricorso che abbiamo presentato sabato al Prefetto per chiedere di annullare l'ordinanza del Comune di Crespina-Lorenzana sulle soglie minime di spesa consentita, ha avuto un riscontro immediato al punto che il Sindaco D'Addona è tornato sui propri passi". Confesercenti Toscana Nord con il responsabile area pisana Simone Romoli torna sull'argomento della discussa ordinanza del Comune pisano. "Le incongruenze erano molte, nel metodo e nel merito, e le abbiamo scritte nero su bianco al Prefetto. Nel metodo, teniamo a ribadire a tutti i Sindaci che sono inefficaci le ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza Coronavirus in contrasto con le norme statali. E quest'ordinanza era in palese contrasto anche con diritti costituzionali del cittadino, indisponibili al Sindaco di un qualsivoglia Comune". Prosegue il responsabile provinciale di Confesercenti.

"Nel merito erano numerose le incongruenze. Intanto, per come era scritta l'ordinanza, l'obbligo alla soglia minima di spesa sembrava scattare con l'accesso all'attività: quindi se il consumatore non trovava ciò di cui aveva bisogno, per il solo fatto di essere entrato nell'esercizio doveva spendere quanto previsto. Non solo, nelle farmacie e parafarmacie c'era l'obbligo di acquistare sempre almeno un prodotto farmaceutico. Ma le incongruenze non finivano qui – insiste Romoli -. Acquistare il pane in un esercizio diverso da un panificio significava dover spendere minimo 20€ in prodotti alimentari, con la conseguenza di dover fare chilometri per chi magari aveva il pane sotto casa in un'attività diversa dal panificio".

Le conclusioni di Confesercenti: "Siamo contenti che il Sindaco D'Addona abbia rivisto i contenuti eliminando completamente gli obblighi e traducendoli in un appello al senso civico dei cittadini, appello al quale ci uniamo come associazione perché questa è la strategia giusta per uscire il prima possibile dall'emergenza. Con l'occasione ringraziamo i nostri associati che si erano rivolti a noi per questa vicenda, e tutti gli esercenti aperti del Comune di Crespina-Lorenzana per l'importanza del servizio che svolgono al servizio della loro comunità".

Exit mobile version