Mancata ratifica contratto sanità privata, sindacato: "Fatto molto grave, fare chiarezza"
I rappresentanti dei datori di lavoro AIOP ed ARIS ieri non hanno ratificato l’Accordo, nonostante l'impegno della Conferenza delle Regioni e del Mistero della Salute a rivedere i costi delle convenzioni; convenzioni che costituiscono oltretutto un costo a carico della collettività, rispetto alle quali questi imprenditori aderenti ad AIOP e ARIS si muovono all'interno di un monopolio garantito dal Sistema Sanitario Pubblico, tirando la corda al punto di infrangere ogni regola nel confronto tra le parti sociali.
A questo punto siamo purtroppo di fronte ad uno scenario mai visto nella storia degli ultimi decenni e nell’esercizio delle responsabilità dentro una comunità democratica: è il tentativo di riportare l'orologio delle relazioni industriali ai primi del 900, dove le regole erano padronali e i lavoratori erano usati come forza lavoro senza diritti né tutele.
AIOP, aderente a Confindustria, e ARIS che opera nell’ambito dei servizi alla persona promossi dalle realtà cattoliche, rappresentano i gestori della Sanità privata in Italia.
Si tratta di una sanità garantita negli introiti da un rapporto di contratto esclusivo con il Sistema sanitario Pubblico, e che le garantisce entrate senza concorrenza (dove c'è il privato non c'è il pubblico)
Se la pandemia ha per un attimo riaperto il dibattito sul valore del sistema pubblico per poi spegnersi rapidamente, dimenticando da subito il tema, questa vergognosa iniziativa dei gestori impone di riaprire politicamente la discussione.
La Toscana è caratterizzata da una bassa percentuale di sanità privata, a differenza di altre Regioni: bene, proprio per questo il vero intervento della politica nella nostra Regione dovrebbe essere quello di azzerare tutte le convenzioni con i gestori privati ed avviare contemporaneamente un percorso di riassorbimento del personale all'interno del sistema pubblico.
Abbiamo visto, durante il loockdown, strutture private extra finanziate perché cooptate dal sistema pubblico, mentre avrebbero potuto essere per legge occupate e usate dalla Sanità pubblica: milioni di euro andati nelle tasche di questa imprenditoria, mentre ancora la Regione tarda a chiudere l'accordo dell'incentivo previsto anche da una legge regionale per i lavoratori di questo comparto.
Si tratta di responsabilità politiche che si intrecciano e che adesso è necessario e inderogabile vengano ricondotte alla chiarezza ed alla trasparenza.
La parola ora passa ai lavoratori, e se lo scontro dovesse avvenire sfuggendo alle regole consolidate che in questi decenni sono sempre state responsabilmente osservate, questo lo si dovrebbe solo alla grave irresponsabilità di questa parte datoriale e di una politica si è tenuta in disparte.
Fonte: Cgil-Cisl-Uil - Uffici Stampa