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Giani apre a Sinistra Civica Ecologista, Serena Spinelli nuovo assessore? L'intervista

L'assessora regionale Serena Spinelli

Giani lo ha ribadito il giorno dopo le elezioni davanti a oltre mille persone al Mandela Forum, poi lo ha confermato in tutte le sue uscite: la nuova Giunta della Toscana avrà un assessore di Sinistra Civica Ecologista, la lista che esprime la componente più a sinistra della coalizione e che non è entrata per una manciata di voti in consiglio regionale. Il toto-nomi mai come quest'anno assume un significato politico, in quanto determinerà la linea del nuovo governo regionale: l'apertura a SCE dimostra la volontà di riallacciare il rapporto con la sinistra logoratosi negli anni, un dialogo sollecitato anche dai vertici PD per fermare l'avanzata della destra. Ma la 'politica dei tre forni' di Giani (un governo regionale con al centro il PD a mediare tra SCE e Italia Viva), sembra a rischio per gli attriti con quest'ultima componente che rivendica più peso politico. Sono note le differenze programmatiche di una coalizione nata per contrastare il cdx e adesso costretta a fare un punto politico. Oltre a offrire assessorati servirà un programma comune.


Giani e 'politica dei tre forni': il PD fa un passo a sinistra, ma rischia di 'perdere' IV - L'APPROFONDIMENTO


In questo contesto è determinante il ruolo di Sinistra Civica Ecologista, il referente politico di quello che sembra un 'passo a sinistra' del PD toscano. Tra i nomi più probabili per un assessorato nelle file di SCE c'è quello di Serena Spinelli, le abbiamo fatto alcune domande:

Come giudicate le parole di Giani? Ci sono stati contatti?

"Al momento prendiamo atto di un'apertura verso la nostra lista. Si tratta di una scelta politica di cui siamo contenti: significa riconoscere il ruolo che abbiamo avuto nella vittoria del centrosinistra sia come lista che come proposte programmatiche. Il presidente Giani ha preso un impegno già dal giorno dopo l'elezione, al Mandela Forum, davanti a oltre mille persone. Il presidente è una persona di parola e siamo convinti che rispetterà questo impegno. Al momento non c'è stata nemmeno la proclamazione ufficiale, quindi è ancora presto. Prendiamo atto con soddisfazione dell'apertura nei nostri confronti che è una scelta politica di cui siamo molto contenti".

Sarà lei il nuovo assessore di SCE? Quali deleghe?

"Il fatto che il mio nome giri è un motivo di grande orgoglio, ma sarà il presidente che sceglierà e ci atterremo alle sue decisioni. L'importante è il riconoscimento fatto verso di noi e l'impegno preso. Sulle deleghe come sui nomi al momento è prematuro fare qualunque discorso".

Come giudica il risultato ottenuto alle Regionali 2020?

"Non nascondiamo che avremmo potuto fare di più. Forse dovevamo uscire prima con il simbolo, ma il lockdown, la campagna elettorale ristretta in un mese, oltre alla diversa scelta di Fattori hanno determinato questo risultato. Abbiamo sfiorato per una manciata di voti il quorum per entrare in consiglio regionale, credo che abbiamo ottenuto un buon risultato, ma che certo poteva essere migliore. Rivendico però senza se e senza ma la collocazione politica scelta: non è vero che il centrodestra era sotto il 40%, quindi c'era un ballottaggio in atto e quando c'è un ballottaggio si deve decidere da che parte stare. La destra era un pericolo e a dircelo non era SCE, ma i dati delle Europee e le città passate alla destra. I dati dimostrano che la destra è attiva, radicata e ha valori elettorali importanti. Rivendico di aver scelto Giani che al momento ci sta riconoscendo un ruolo nella coalizione, una scelta politica che conferma la bontà della nostra scelta e permetterà ai nostri elettori di avere un'adeguata rappresentanza in consiglio regionale"

Nella coalizione ci sono varie anime, oltre ad un assessorato serve concordare un programma comune...

"Ci siamo presentati con un dettagliato programma di oltre 50 pagine che resta valido. Abbiamo fatto un accordo poco prima del lockdown con il presidente Giani su 6 punti programmatici che dimostra come ci siano grandi punti di contatto. Condividiamo l'importanza del sistema sanitario regionale che ha dimostrato anche con l'epidemia di essere un sistema di qualità da preservare, così come condividiamo l'esigenza di potenziare la sanità territoriale. Possiamo lavorare in modo comune su politiche sociali, qualità della vita, vita indipendente, beni comuni e abbiamo concordato la necessità di ripublicizzare l'acqua. Insomma spesso si tende a fare luce sulle differenze, ma nella coalizione ci sono molti punti programmatici condivisi e su cui lavoreremo. Nelle coalizioni non c'è sempre una perfetta omogeneità, ma si discute, questa è la 'politica', parola un po' bistrattata, ma in cui noi crediamo. Noi rivendichiamo la corretta rappresentanza dei nostri elettori e quindi spazi di autonomia. Porteremo nella coalizione le nostre idee e i nostri programmi senza perdere la nostra identità. Non vorrei, però, si centrasse tutto sulle cose che ci dividono senza fare luce anche sugli aspetti che ci uniscono".

Motivo di attrito è certamente l'aeroporto, quale è la vostra posizione al riguardo?

"Deve essere chiaro: noi continueremo a dire No. Lo abbiamo detto all'inizio e non cambieremo idea. Riteniamo nell'immediato che la questione aeroporto, oltre al fatto che è bloccata per motivi giudiziari, non sia una priorità. Dopo il Covid tutte le compagnie aeree stanno modificando i loro assetti, il turismo è in calo, ma soprattutto abbiamo un problema di occupazione, rischio di perdita di posti di lavoro e di crisi economica da affrontare, tutti aspetti che ci portano a dire che oggi la priorità è quella di pensare ad un modello economico di sviluppo prima che all'aeroporto. Nelle prossime settimane dovremo discutere di come gestire i fondi che arriveranno dal Recovery Fund che sono un'opportunità che dobbiamo saper cogliere. Peraltro è proprio l'Europa che sta chiedendo di usare questi fondi per lo sviluppo ambientale e la mobilità sostenibile anche questo deve far riflettere. La Toscana ha capacità e i numeri per fare proprie queste risorse per uno sviluppo sostenibile che possa anche rilanciare l'economia. Inoltre non tutti nel PD sono favorevoli alla nuova pista, i territori chiedono un parco non un aeroporto e serve una riflessione sulle forme di mobilità nei territori. In Toscana andrà fatta quindi una attenta riflessione sul sistema aeroportuale".

Ma Italia Viva potrebbe alzare barricate su questo punto...

"Non entriamo nelle dinamiche di altri partiti. Il nostro dovere è far riflettere sul fatto che ci sono cose su cui lavorare prioritarie e che i cittadini vogliono risposte su questi punti"

Una parte della sinistra è uscita dal consiglio regionale, come ricostruire fuori dal 'palazzo'?

"Noi stiamo chiedendo di  non mollare quello che abbiamo messo in campo. Abbiamo mobilitato persone senza poter garantire che si entrasse in consiglio, abbiamo chiesto di condividere un progetto politico elaborato a livello regionale e declinato a livello dei territori. Noi continueremo a declinare quelle idee e pensare un modello di sviluppo socio-economico. I territori ci stanno chiedendo di continuare a rappresentare queste istanze, abbiamo il dovere di organizzare a livello territoriale quello che è emerso in campagna elettorale, appoggiandosi a reti locali, associazionismo e cosi via. Abbiamo preso 49mila voti in un contesto complesso, significa che in 49mila hanno apprezzato un certo modo di raccontare la Toscana. Abbiamo il dovere di dare risposte a questa fetta di toscani in termini politici e organizzativi. Ci proveremo".

La sinistra si è 'spaccata' sull'appoggio al candidato PD. Perché questa scelta?

"C'è una domanda di sinistra, ma le persone tendono ad esprimerla dove il voto può dare una certa risposta alle loro istanze. La scelta di stare in coalizione con il PD non è arrivata dal nulla. Sapevamo che il voto tendeva a polarizzarsi e quando questo succede bisogna fare argine. Da tempo stava maturando in una parte della sinistra la consapevolezza che la sinistra dovesse correre tutta insieme: abbiamo fatto un appello alla sinistra, il progetto '2020 a Sinistra'  andava in questa direzione, mentre con 'Comunità Civica' si è tentato di aggregare quella parte di società civile. Da tempo, insomma, dicevamo che questo passo andava fatto, questo perché avevamo i dati delle Europee e delle Amministrative che ci dicevano che la destra era pericolosa".

È possibile un dialogo con la 'sinistra non-PD' che pesa per il 4% in questa Regione (Toscana a Sinistra, PC, PCI)?

"La porta è aperta a tutti. Il mio avversario non è mai stato la sinistra, ma la destra"

Questo 'riavicinamento' al PD ha qualche legame con ciò che accade a Roma? Può avere sviluppi nazionali?

"Adesso è prematuro rispondere. Abbiamo sostenuto Giani per rispondere ad una necessità della Toscana. Fateci rincontrare e iniziare questo dialogo. I territori ci chiedono di pensare ad un modello condiviso di Toscana con le altre forze. C'è un collettivo politico che vuole pensare a come far emergere in Regione ciò che è venuto fuori dalla lista. Serve ovviamente una riflessione, piano piano ci porremo il tema nazionale".

A cura di Giovanni Mennillo

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