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Solidarietà alimentare, 600 pacchi consegnati nell'Empolese da Settembre Rosso

Più di 600 pacchi consegnati, decine di famiglie coinvolte e tante risposte sull’impatto che la crisi legata all’emergenza sanitaria sta avendo sul nostro territorio: dal peggioramento della situazione lavorativa e reddituale alla difficoltà in molti casi di accedere ai servizi. Una delle molte spinte che hanno portato a lanciare “Il Pane e le Rose” - progetto nato dalla collaborazione tra il comitato Arci Empolese Valdelsa, molti circoli del territorio, Re.So e associazione politico-culturale Settembre Rosso - è che agire è spesso il modo migliore per capire. La fotografia scattata a sei mesi dall’inizio di questo progetto dice molto sulla crisi innescata dal Covid-19. Una crisi che è andata ad impattare su un tessuto già fragile e precario.

Dalla fine di maggio alla prima metà di ottobre l’impegno dei 42 attivisti volontari e dei soci dei 13 circoli Arci aderenti ha permesso di aiutare una sessantina di famiglie. L’intento dichiarato fin dall’inizio è quello di mettersi a disposizione delle vittime incolpevoli dall’ennesima crisi che questo sistema ha prodotto senza assistenzialismo, ma attraverso la solidarietà. Riallacciare i legami di comunità e aprire canali di dialogo e scambio tra persone agendo dal basso e mettendo al centro la dignità. Per questo accanto ai beni considerati “di prima necessità”, abbiamo voluto fornire a coloro che ne fanno richiesta prodotti freschi (frutta e verdura), articoli per l’igiene e la cura della persona e della casa, e materiale scolastico. Il lavoro è stato realizzato interamente attraverso l’autofinanzia- mento, attraverso la generosità dei soci dei circoli Arci e dei tanti che stanno continuando a partecipare alle nostre iniziative di sensibilizzazione, attraverso il contributo di lavoratori, studenti, pensionati e precari che hanno messo a disposizione tempo, forze e denaro.

Le richieste finora ci sono arrivate - attraverso il numero telefonico dedicato, i nostri canali social e il passaparola - da sette comuni del territorio: Castelfiorentino, Cerreto, Empoli, Gambassi, Montaione, Montelupo e Vinci. Nel complesso sono state 58, delle quali 42 fatte da donne (di cui 13 sole con figli) e 16 da uomini. Le persone coinvolte sono 229, di cui 97 bambini, 7 anziani over 65, 7 disabili e 7 persone sole. Dal punto di vista lavorativo, 10 sono dipendenti con contratti ancora attivi seppure stiano vivendo una situazione di difficoltà, 8 sono in cassa integrazione legata al Covid, 35 sono disoccupati (di cui 14 a causa del

Covid tra mancato rinnovo del contratto e precari che hanno perso il posto di lavoro), 1 è un lavoratore autonomo e 4 sono pensionati.

Grande preoccupazione è legata anche alla situazione abitativa delle famiglie che si sono rivolte a “Il Pane e le Rose”. Trentadue, infatti, sono in affitto e di queste 23 vivono una condizione di morosità. Altre 6 vivono in case popolari, di cui 3 in stato di morosità. Otto hanno una casa di proprietà con mutuo ancora attivo: di queste 3 hanno potuto sospenderlo causa Covid e due, invece, hanno ricevuto lo sfratto. Due abitano in case di proprietà senza mutuo, 2 sono senza fissa dimora e 1 in subaffitto con morosità.

Sul fronte dei servizi emergono diverse criticità legate in alcuni casi all’insufficienza delle misure messe in campo dalle istituzioni, in altri ai requisiti troppo stringenti richiesti per l’accesso, in altri ancora alla scarsa conoscenza degli stessi da parte dei potenziali beneficiari. In ogni caso, troppo spesso si rileva un evidente problema di mancato accesso ad agevolazioni e contributi da parte dei soggetti resi più fragili dalla crisi. A questo proposito. le famiglie che non hanno beneficiato dei buoni spesa sono i due terzi del totale: poco meno della metà non ha fatto richiesta perché non era a conoscenza della possibilità, per aver consegnato la domanda dopo che erano stati sospesi i termini e per la difficoltà di produrre i documenti richiesti, mentre dell’altra metà 14 sono stati esclusi e solo 16 hanno avuto accesso all’aiuto. Per gli stessi motivi ben 49 famiglie non hanno fatto richiesta per il contributo affitto straordinario Covid.

Con il Decreto Ristori Ter, il Governo ha replicato la formula adottata a fine marzo per l'erogazione dei buoni spesa e pacchi alimentari attraverso le amministrazioni comunali (art. 2 Dl 154/20). Ogni ente dovrà emettere un bando in cui stabilire i criteri di accesso per individuare la platea dei beneficiari tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno.

Chiediamo a tutte le amministrazioni dell’Empolese Valdelsa l’immediata attuazione del Decreto Ristori Ter, coinvolgendo i Consigli Comunali nella definizione del bando, affinché i criteri siano i più includenti possibile.

Chiediamo l’utilizzo di fondi comunali aggiuntivi, perché tutti e tutte possano accedere ai buoni spesa, mentre nella “fase uno” i fondi furono

insufficienti ed il bando ad Empoli venne addirittura chiuso anticipatamente per mancanza di risorse, senza nemmeno poter rilevare la reale condizione di bisogno del territorio.

Chiediamo la pubblicazione immediata del bando, con progressivo aggiornamento del numero di domande ricevute e dei nuclei familiari beneficiari, ovviamente in forma anonima e aggregata.

Chiediamo la possibilità di acquistare beni per l'igiene personale e di prevedere la possibilità di aggiungerli ai pacchi alimentari.

Chiediamo, infine, al governo l’istituzione immediata di un reddito di emergenza da finanziare attraverso una tassa sulla ricchezza dei milionari che garantisca fondi strutturali e stabili.

Fonte: Associazione politico-culturale “Settembre Rosso”

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