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Fatti del '21, il professor Mauro Guerrini: "Dopo cento anni siamo a un momento di svolta"

Mauro Guerrini

Mauro Guerrini

Cento anni dopo si ha finalmente la sensazione di essere vicini a mettere un punto fermo alla vicenda che il 1 marzo del 1921 vide la morte a Empoli di nove persone (sei marinai e tre carabinieri), i famosi fatti del '21. Nonostante che nel 1924 fu svolto un processo in cui furono imputate 132 persone con 92 condanne, questi episodi sono stati oggetto fino ad oggi di polemiche politiche. Per approfondire meglio la cosa e capire questo importante momento per la storia della nostra città, proporremo approfondimenti con i protagonisti.

"È in fase di realizzazione uno studio sui Fatti del 1921 in vista di un incontro che sarà organizzato nel corso di quest’anno dall’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, dalla Società storica empolese, dal Dipartimento SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione col Comune di Empoli. “Per questo abbiamo dato incarico all'Istituto storico della Resistenza toscano di realizzare una bibliografia completa sui Fatti del 1921. Lo studio viene effettuato da due giovani ricercatori con il coordinamento scientifico dei professori Roberto Bianchi (per la parte di ricerca storica) e Mauro Guerrini (per la parte redazionale bibliografica), del Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze"  (fonte ufficio stampa Comune di Empoli).

Il professor Mauro Guerrini, presidente della Società storica empolese e docente universitario, saluta la notizia con grande soddisfazione.

La pandemia ci impedisce di poter fare il convegno il 1 marzo ed al momento abbiamo spostato l'evento alla fine di maggio, ma ciò non toglie niente all'importanza della cosa.

Perché è così importante?
Si cercherà di mettere un punto fermo di carattere scientifico a questi episodi che hanno contrassegnato Empoli in maniera molto forte, fatti che sono stati purtroppo strumentalizzati da ambo le parti, tant'è che a distanza di cento anni ancora permangono ricostruzioni totalmente arbitrarie legate a una visione ideologica e propagandistica. Gli studi e il convegno ci permetteranno di ricostruire in modo sereno e scientifico cosa accadde realmente.

Sul tema non sono mancati approfondimenti e film, come quello del regista Ennio Marzocchini uscito nel 1993
Marzocchini cercò di andare nella direzione corretta, ma purtroppo quando il film uscì ci fu il gelo perché venne ritenuto revisionista. In realtà lui aveva anche compiuto ottime e puntuali ricerche che gli permisero di offrire un prodotto più che dignitoso.

Ed il libro 'Empoli in gabbia' di Giuliano Lastraioli e Roberto Nannelli?
Un volume che purtroppo in pochi conoscono. Nelle pagine si ricostruisce esattamente cosa accadde e si mette anche in evidenza una cosa semplice ma importante, ovvero che i giudici che seguirono la vicenda non erano fascisti ma liberali. Nel '21 non c'era ancora stata la fascistizzazione dello Stato, si trattava quindi di magistrati di formazione liberale che venivano dal tardo Risorgimento e loro ricostruirono senza condizionamenti l'accaduto. I responsabili politici, compreso il sindaco Mannaioni, furono fatti fuggire in Francia per evitare ulteriori problemi e conflitti. Ricordo per chi non lo avesse letto che sul sito della Società storica empolese ci sono le slide della conferenza tenuta due anni fa dall’avvocato Roberto Nannelli.

Come mai un libro dell'avvocato Lastraioli basato su queste documentazioni non è stato preso per verità storica?
Perché torniamo a quanto detto prima, per una questione di strumentalizzazione politica. Ricostruire i fatti in modo distaccato, scientifico e non ideologico, è stato finora un tabù che finalmente si è spezzato. Si dice che dopo 50 anni i fatti passano da essere cronaca a diventare storia, in questo caso ce ne sono voluti cento.

Oltre a queste si levarono anche altre voci importanti sulla vicenda?
In occasione del Giubileo del 2000, quella di Monsignor Cavini. Il Papa disse di chiedere perdono per fatti gravi ed una delle tre cose che l'allora Proposto citò fu proprio questa, i Fatti del '21 con la strage di persone innocenti e inermi.

Cosa è cambiato oggi?
Per la prima volta l'Amministrazione con la Sindaca Brenda Barnini in testa ed il presidente del Consiglio comunale Alessio Mantellassi hanno deciso di mettere un punto scientifico alla questione, vogliono affrontare i fatti del '21 in modo rigoroso, storico e puntuale. Credo che si tratti di un importante salto di qualità.

In attesa dei risultati del convegno, questa gente uccisa chi era realmente?
L'episodio avvenne in un clima di guerra civile, termine ormai usato tranquillamente in riferimento a quei momenti. Abdon Maltagliati sparse la voce che sui camion partiti da Livorno alla volta di Firenze per sostituire i ferrovieri in sciopero erano fascisti ma così non era.

Non si trattava neppure di militari nel vero senso del termine, erano fuochisti, potremmo dire degli operai militarizzati. Oltretutto erano ventenni che provenivano dal Sud, che parlavano dialetto e faticavano a capire l’italiano.

Il sottotenente che li guidava li fece anche disarmare proprio per evitare problemi ed il sindaco Mannaioni capì che ciò che stavano facendo (attaccare militarmente i due camion) era un abbaglio e dette ordine che le violenze cessassero e che non accadesse niente ai giovani trasportati sui camion.

Purtroppo, visto il clima appunto da guerra civile, furono presi a fucilate vicino a piazza Garibaldi e nove di loro furono uccisi in vario modo, mentre gran parte della popolazione, che aveva capito la tragedia che si stava consumando, aiutava altri riparandoli nelle proprie case.

I fascisti parlarono di eccidio e strumentalizzarono l’avvenuto tributando ai caduti, funerali imponenti in via Roma; la via in cui si svolsero parte degli avvenimenti fu chiamata Via de’ Martiri, ribattezzata nel dopoguerra via Spartaco Lavagnini.

Marco Mainardi

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