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"Donne generose nella ricerca, continuate nella carriera: il messaggio di Nuti e Roncella

La donna ha delle doti che sono indispensabili per raggiungere obiettivi congiunti oggi, è dotata di maggiore generosità rispetto alla competitività degli uomini e l'esperienza maturata in ambito familiare aiuta molto di più anche in ambito accademico.

Questo il messaggio in sintesi dell'incontro sul futuro delle donne nell'ambito della scienza tenutosi oggi a Palazzo Grifoni a San Miniato, nell'ambito delle iniziative culturali della Mostra del Tartufo Bianco delle Colline Sanminiatesi, inaugurata ieri.

Presenti come relatrici Sabina Nuti, rettrice della Scuola Sant'Anna di Pisa, Manuela Roncella, direttrice del centro senologico dell'Aoup e membro del Consiglio superiore della Sant'Anna. A presentare la professoressa Laura Baldini.

Le due accademiche sono state insignite del titolo di Ambasciatrici del Tartufo nel Mondoin chiusura dell'evento.

La rettrice Nuti ha anche affrontato il tema della ricerca scientifica: "L'Italia è un grande paese per la ricerca, al pari di Germania e poco sotto all'Inghilterra. La produzione di pubblicazioni scientifiche è enorme rapportata all'entità delle risorse dedicate, ridicole rispetto ad altri paesi. Ricerca e formazione sono state le 'cenerentole' della spesa pubblica da tempo. Spesso anche il privato non riesce a capire quanto la formazione faccia la differenza anche nello sviluppo economico. Il tema principale per i giovani è legato alla dignità degli stipendi dei giovani ricercatori, o hanno famiglie dietro che pagano le spese altrimenti gli assegnisti precari non riescono ad avere una carta di credito, un mutuo, a comprare un'auto a rate. Tutto questo non esiste all'estero, per fortuna in Italia abbiamo ricercatori bravissimi e tenaci".

A ruota Roncella ha spiegato che negli Stati Uniti "c'era un italiano in ogni laboratorio, erano ricercatissimi, serve un cambiamento strutturale e mentale per formare le nuove generazioni".

Il tema portante dell'evento è stato però il ruolo della donna, da ribaltare rispetto ai paradigmi del passato dove "una donna chirurgo non poteva esistere". La carriera di Roncella ha fortunatamente smentito questa discriminazione.

"E' finito il tempo degli inventori di memoria ottocentesca - commenta Nuti -, adesso la ricerca la fanno i team interdisciplinari con tante competenze. Le donne non si tirano indietro, hanno una solidarietà particolare. Il messaggio che do alle ricercatrici è saper vivere questa sfida del tempo, i conti non si fanno nel breve periodo ma nel medio e lungo. Ho avuto 4 figli e sono stati la mia forza, non ha fermato la mia carriera".

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