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Doppia truffa a Terranuova Bracciolini e Levane: denunciati in cinque dai carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno hanno inferto un ennesimo colpo a quella che è ormai diventata una piaga dei tempi moderni, il fenomeno delle truffe agli ignari cittadini.

Nel primo episodio, che ha visto l’impegno dei Carabinieri di Arezzo, tutto è iniziato quando presso un’azienda venditrice di caffè si è presentata una coppia di giovani acquirenti, due 25enni di origini campane, che si sono presentati quali agenti di commercio di un’azienda campana, intenzionati ad acquistare un’ingente fornitura di caffè. I due poco dopo sono stati raggiunti da un terzo uomo, sulla 40ina, che si è unito ai medesimi nella trattativa.

Concluso "l'affare", i tre hanno acquistato caffè ed altri prodotti di torrefazione per un totale di circa 19.000 euro, pagando con un assegno bancario apparentemente riconducibile alla società campana di cui si erano detti rappresentanti. Fin qui, tutto normale, salvo che successivamente, nel momento in cui è andata all’incasso, l’assegno risultava non esigibile, poiché privo di copertura.

Al malcapitato, resosi conto del raggiro, non è restato che rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Terranuova Bracciolini, i quali, partendo dalle informazioni fornite dalla vittima in sede di denuncia, sono riusciti a ricostruire il circuito truffaldino. Dopo una serie di accurati accertamenti, eseguiti anche grazie alle immagini dei truffatori acquisite nel corso del sopralluogo, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono riusciti a risalire all’identità dei 3 sedicenti agenti di commercio, tutti incensurati, ed a deferirli per truffa in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.

L’altro episodio hanno invece visto operare i Carabinieri di Levane, i quali, hanno smascherato una coppia di truffatori operanti nel settore dei centri di bellezza, aventi base operativa in Lombardia ma di fatto attivi in tutto il territorio nazionale. I due, rispettivamente amministratore unico e responsabile tecnico estetista di una società milanese operante nel settore degli istituti di bellezza, avevano infatti indotto con l’inganno la titolare di un centro estetico aretino ad acquistare, al prezzo di 3.000 euro, un dispositivo medico per trattamenti estetici denominato "hyaluron pen". Si tratta di uno strumento per i trattamenti di bellezza, e in particolare per quelli di filler con acido ialuronico, utilizzati nei trattamenti di estetica labiale, e per l’utilizzo dei quali sono autorizzati, in Italia, solo i medici chirurghi.

Proprio su tale aspetto si è incentrato l’inganno, atteso che i truffatori hanno convinto l’imprenditore, fornendo a corredo delle proprie tesi anche alcuni documenti fuorvianti, che per l ’ impiego dell’apparecchio – in realtà, come detto, riservato esclusivamente a personale medico – fosse sufficiente la frequenza di un corso di formazione. Chiaramente fornito dalla stessa azienda venditrice, e chiaramente a pagamento. Anche in questo caso, le indagini tempestivamente compiute dagli investigatori dell’Arma hanno consentito di ricostruire il flusso del denaro, identificare i due soggetti e deferirli per truffa in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.

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