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Inchiesta rifiuti dal Lazio alla Valdera, sul caso il M5S interroga la Regione

Partita dai fanghi di depurazione di un impianto in provincia di Frosinone, l'indagine tocca anche la Valdera, precisamente Pontedera. Ecofor dichiara "la totale estraneità da ogni attività illecita"

Un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma sul trattamento di fanghi biologici, prodotti da un impianto di depurazione del Lazio, finisce per riguardare anche la Toscana.

All'attenzione degli inquirenti per i reati contestati a vario titolo, da traffico illecito di rifiuti a inquinamento ambientale, ci sono 4 società e 14 persone indagate. Tra queste Rosettano Navarra neo socio del Pontedera Calcio e Antonio Pasquinucci, nel consiglio di amministrazione di Ecofor Service, azienda pontederese che si occupa di realizzazione di impianti per lo smaltimento e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi.

Sulla base dell'inchiesta i fanghi dell'impianto di depurazione del Consorzio Asi di Ceccano, Frosinone, sarebbero finiti nella discarica di Ecofor a Pontedera senza essere trattati come richiesto dal tipo di rifiuto. "Rifiuti speciali a cui veniva assegnato un codice CER speculare non pericoloso, ma che secondo la procura erano invece rifiuti pericolosi e tutto questo, come supposto dagli inquirenti, solo per ricavare un risparmio sul trattamento e di conseguenza un maggior guadagno". Così entra nel merito della questione Irene Galletti, capogruppo in Regione Toscana del M5S, che annuncia la presentazione di un'interrogazione regionale e aggiunge "pratica, quella dello spostamento dei rifiuti tra regioni, che tra l’altro abbiamo sempre duramente contestato".

"Tra le domande che abbiamo inoltrato alla Giunta regionale - spiega Galletti in una nota - le valutazioni nel merito di questa nuova inchiesta, che ancora una volta colpisce il territorio pisano, e se sia prevista un’azione proattiva da parte della Regione in merito alla verifica delle matrici ambientali nelle aree interessate dallo sversamento di tali rifiuti, per appurare se ci siano rischi per l’ambiente e per la salute umana".

Non tarda ad arrivare anche la presa di posizione dell'azienda Ecofor, che dichiara "la totale estraneità da ogni attività illecita" respingendo "in modo netto e deciso ogni addebito che possa, anche solo in via ipotetica, ricondurre ad attività criminose o illegali. La vicenda è riferibile, peraltro, a un contesto territoriale e ambientale del tutto marginale rispetto al perimetro principale degli interessi e delle relazioni della società" si legge sui quotidiani, da una nota a firma del presidente del consiglio di amministrazione Pasquinucci. "Ecofor e il suo legale rappresentante sono chiamati in causa perché i fanghi che, ad avviso della società hanno subito il trattamento necessario per essere conferiti in discarica, a detta degli inquirenti dovrebbero essere oggetto di ulteriori passaggi". Su questo aspetto, la società specifica che "nel corso della propria arrività ordinaria di smaltimento, nel periodo tra giugno 2019 e gennaio 2021, ha ricevuto quantitativi minimali di fanghi generati dal depuratore di Ceccano per tale rifiuto la società ha svolto le analisi e i controlli previsti dai propri protocolli interni, ben più stringenti rispetto alla normativa. La circostanza in esame - si legge ancora nella nota - si riferisce al conferimento di una percentuale inferiore a un millesimo dei quantitativi complessivamente autorizzati per l'impianto di Pontedera. Vale la pena rilevare come, proprio sulla base di tali controlli, Ecofor ha chiuso i flussi in ingresso nei confronti del produttore in totale autonomia e in largo anticipo rispetto all'indagine". Da parte dell'azienda, infine, "massima disponibilità per lo svolgimento dell'attività ispettiva e per il recupero della documentazione" confidando "nella correttezza del proprio operato".

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