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Vaiolo delle scimmie, primo caso a Livorno e terzo a Grosseto

Primo caso a Livorno e terzo in provincia di Grosseto. Il vaiolo delle scimmie "non rappresenta ad oggi un pericolo, anche se i casi in Italia hanno superato i 500"

Diagnosticati in Toscana altri due casi di "vaiolo delle scimmie", tra questi il primo caso per Livorno e il terzo in provincia di Grosseto.

Un giovane uomo è ricoverato a Livorno nel reparto di malattie infettive. (Il primo caso in Toscana fu registrato nel maggio scorso ad Arezzo, poi anche nel Senese). Altro caso di vaiolo delle scimmie registrato in provincia di Grosseto, che ne contava già due. Si tratta di un un uomo di 40 anni che starebbe bene e per il quale non sarebbe stato necessario il ricovero. Da quanto emerso questo caso sarebbe collegato a quello registrato una settimana fa, relativo ad un 50enne che aveva sviluppato sintomi senza bisogno di essere ricoverato. Solo per il primo caso registrato in Maremma, un sessantenne guarito in circa una settimana, fu necessario il ricovero.

"È già il secondo paziente ricoverato nel nostro reparto, le sue condizioni sono stabili ed è sottoposto ad un monitoraggio costante e, al momento, non ci sono elementi di particolare allarme" afferma il direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale di Livorno dottor Spartaco Sani. "La positività al vaiolo è stata diagnostica sui campioni inviati al laboratorio dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, diretto dal professor Mauro Pistello, mentre fino ad un paio di settimane fa per la diagnosi dei casi sospetti era necessario rivolgersi all’Istituto Spallanzani, con il conseguente allungamento dei tempi di refertazione".

"Si tratta di una malattia che ad oggi si è trasmessa quasi esclusivamente per via sessuale ed ha interessato quasi esclusivamente maschi, la contagiosità al di fuori di questa modalità è alquanto limitata e pertanto non rappresenta ad oggi un pericolo per la popolazione generale (niente di paragonabile con il Covid, per intendersi), anche se – continua Sani - i casi in Italia sono in aumento, ad oggi abbiamo superato i 500. Nell’area livornese siamo al paziente 1, nel mese di giugno ne abbiamo ricoverato uno proveniente da altra provincia toscana, attualmente già guarito dopo circa un mese di isolamento ospedaliero e poi domiciliare. Entrambi sono persone giovani, con una storia di rapporti sessuali non protetti". Il vaiolo della scimmia è una patologia infettiva causata da un virus simile a quello che causa il vaiolo (eradicato nel 1980) da cui però si differenzia per minore diffusività e gravità. "Nell'uomo la malattia si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, aumento di volume dei linfonodi, manifestazioni cutanee sottoforma di vescicole, pustole, piccole croste, lesioni ulcerative del cavo orale e degli organi genitali. Generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane".

È importante, in caso di comparsa di sintomi associati a lesioni della cute e dei genitali in soggetti che abbiano avuto rapporti sessuali di tipo occasionale e con persone non conosciute, rivolgersi al proprio medico o consultare i reparti di malattie infettive per ottenere rapida diagnosi ed evitare di trasmettere l'infezione a familiari e conviventi. Fino alla guarigione è necessario l’isolamento domiciliare o ospedaliero.

"Soltanto attraverso comportamenti adeguati - raccomanda il primario – sarà possibile arginare il fenomeno che rischia di diffondersi creando ulteriore impegno sul sistema sanitario già provato dal Covid".

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