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Polizia di Stato e Confcommercio contro la violenza sulle donne

Una rete contro la violenza sulle donne: questa mattina presso la sede della Confcommercio di Firenze si è svolto il convegno “Sicurezza Vera”. L’iniziativa ideata dal gruppo imprenditrici della Federazione Italiana Pubblici Esercizi - Confcommercio in collaborazione con la Polizia di Stato, si pone l’obiettivo di diffondere la cultura della legalità e creare, attraverso l’interazione dei pubblici esercizi, strumenti concreti per combattere il fenomeno della violenza di genere. Il progetto, che si inserisce all’interno della campagna di comunicazione “Questo non è Amore…” avviata nel 2016 dalla Polizia di Stato, è stato presentato oggi alla presenza del Prefetto Valerio Valenti, dell’Assessore alla Sicurezza Urbana del Comune di Firenze Benedetta Albanese, del Questore Maurizio Auriemma, della Presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE- Confcommercio Valentina Picca Bianchi e del presidente di Confcommercio Toscana Aldo Mario Cursano. A moderare gli interventi il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

“Quando si parla di violenza di genere - ha evidenziato il Questore della provincia di Firenze Maurizio Auriemma - ci troviamo di fronte ad una vera e propria tematica sociale nell’ambito della quale negli ultimi decenni sono stati fatti passi da gigante per affrontare il fenomeno, sia sotto l’aspetto repressivo che preventivo. Grazie anche all’istituzione dei Centri Antiviolenza e ai recenti strumenti normativi siamo sicuramente riusciti insieme a dare una maggiore incidenza anche alla prevenzione della violenza di genere. La mera fase repressiva, infatti, da sola non basta ad arginare il problema, in quanto consente solo agli organi inquirenti di individuare i responsabili di gravissimi delitti, che però sono già stati irrimediabilmente commessi. L’impegno della Polizia di Stato negli ultimi anni si è concretizzato nel porre indubbiamente una maggiore sensibilità su questa materia: abbiamo investito anche nella specializzazione delle nostre risorse umane, capaci oggi di creare una vera e propria cultura di genere, aiutando in primis le vittime a non isolarsi, vincendo la paura e talvolta la vergogna. Un importante svolta è arrivata inoltre con l’introduzione nel nostro ordinamento di strumenti ad hoc per rafforzare concretamente proprio l’aspetto preventivo. Mi riferisco ad esempio all’oramai noto Ammonimento del Questore o anche al cosiddetto “codice rosso” che ha finito per velocizzare i tempi delle indagini, al  protocollo “Eva” (una modalità operativa per il primo intervento degli operatori di polizia in questi casi specifici), al progetto “Scudo” (una applicazione dedicata alle FF.OO attraverso la quale le pattuglie possono risalire allo storico di tutti gli interventi di polizia precedentemente effettuati ad esempio in un determinato contesto familiare) e al protocollo “Zeus” (che tra le altre cose si pone come obiettivo anche il processo di responsabilizzazione degli  artefici della violenza di genere, con l’ausilio di professionisti incardinati in centri specializzati). Molto è stato fatto ma ancora molto resta da fare, soprattutto in ambito sociale: per questo il nostro impegno deve essere costante e continuo nel tempo, la nostra guardia sempre alta e tutte le Istituzioni collaborare a stretto contatto per dare insieme anche nuovi impulsi per predisporre ulteriori ed efficaci strumenti risolutivi al passo con i tempi.”

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