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“Uscire dalla violenza durante la pandemia", convegno a Firenze

I 15 Centri antiviolenza (gestiti da 14 Associazioni) del coordinamento Toscano To.Sca dal 2020 ai primi sei mesi del 2022 hanno accolto 8.580 donne in situazioni di violenza: sono 5.294 i bambini e le bambine (7.565 compresi i figli maggiorenni) che hanno vissuto le dinamiche violente del padre. L'incotro si è svolto oggi a Firenze, presso l'Auditorium Nana Bianca.

Dietro a questi numeri ci sono le loro storie e i loro percorsi attraverso il periodo pandemico Ogni percorso di uscita dalla violenza ha una sua specificità, una sua durata, una sua complessità. Non ci sono semplificazioni e risposte standardizzate. La violenza impatta tutte le aree di vita delle donne e dei bambini e solo un attento ascolto può identificare i loro bisogni per dare risposte adeguate. La pandemia ci ha insegnato quanto sia importante articolare risposte, a volte creative, ai nuovi bisogni che sono emersi e alle sfide vecchie e nuove che donne e bambini hanno affrontato.

Artemisia è parte della rete To.sca-Coordinamento dei Centri Antiviolenza della Toscana e con questo convegno intende contribuire ad una riflessione ed ad un confronto esperto sulla nostra realtà toscana. Abbiamo ascoltato operatrici, avvocate e psicologhe dei centri, non meno delle donne che si rivolgono ai nostri servizi. Il loro punto di vista, il loro protagonismo e la loro soggettività sono, oggi più che mai, decisive e preziose per migliorare i servizi e renderli davvero rispondenti ai bisogni emergenti. Vogliamo condividere riflessioni qualitative ed analisi quantitative (grazie al lavoro svolto dal Comitato Tecnico Scientifico che ha portato avanti nel merito i contenuti di questa giornata) aprendo la riflessione, come sempre, a tutte le persone che vorranno essere protagoniste di questo impegno umano, professionale, culturale per fermare la violenza.

Artemisia ha promosso l’idea, condotto il Comitato Tecnico Scientifico e quello organizzativo, co-finanziato le spese grazie al sostegno del progetto ‘Per Michela’ di Toscana Aeroporti ed alla Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze, con la consapevolezza che oggi più che mai siano necessari un pensiero ed un’azione autonomi e tenaci. Artemisia ha fortemente voluto e caldeggiato questa giornata. I Centri Antiviolenza rappresentano, da decenni, l’avanguardia e la prima linea, in senso simbolico, temporale e materiale del contrasto alla violenza maschile a donne, bambine e bambini. Hanno prodotto nel tempo conoscenze, esperienze, saperi, pratiche, letteratura ed hanno contribuito a promuovere e trasformare leggi, conoscenze scientifiche, acquisizioni culturali e molte conquiste sul piano dei diritti. All’interno dei CAV sono stati prodotti o validati, strumenti di rilevazione della violenza e di previsione del rischio. Ben oltre un femminismo solo ideologico, oggi i centri antiviolenza rappresentano, nelle loro molteplicità e differenziazioni interne, delle comunità di pratiche sempre più qualificate professionalmente ed esperte scientificamente. Rispondono ai requisiti della Legge n. 119/2013 assicurando professionalità e competenza a chi chiede aiuto per uscire dalla violenza. Non possiamo dimenticare che sullo sfondo c’è il rischio di morte per le donne e di essere orfani per i bambini loro figli.

Presenti al Convegno la mamma di Michela Noli e la sorella di Elisa Amato, vittime di femminicidio, che con la loro testimonianza e il loro coraggio resiliente affermano che la violenza ci riguarda tutti e tutte e ci ricordano la necessità di articolare interventi competenti di rilevazione delle dinamiche violente, di valutazione del rischio, di protezione, etc. Risposte improvvisate, erogate da sportelli o servizi privati, che non sono parte dalla rete interistituzionale di contrasto, non possono essere consentite. La riflessione dei CAV Toscani è accompagnata ed integrata, in una logica di rete, da presenze istituzionali di spessore, Valeria Valente, Linda Laura Sabbadini, Rosa Barone, Elena Biaggioni. E’ perciò importante avere consapevolezza, anche e livello istituzionale, e porre la massima attenzione al fine di non inviare messaggi e comunicazioni che potrebbero disorientare le persone ed indurre a rivolgersi a servizi non qualificati. Diffidate delle imitazioni! Rivolgetevi ai Centri Antiviolenza : trov

Fonte: Ufficio Stampa

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