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Multiutility, se ne parla a Prato con Luigi De Magistris

La fusione per incorporazione in Alia Servizi Ambientali spa di Consiag, Publiservizi e Acqua Toscana spa deliberata lo scorso 20 ottobre ha concretizzato il progetto fortemente voluto dal PD toscano ed in particolare dai Sindaci dei Comuni di Firenze, Prato ed Empoli.
La mèta finale del percorso è la quotazione in Borsa della Multiutility Toscana: una mèta presentata come necessaria per aumentare gli investimenti, per attuare la “ri-pubblicizzazione” dei servizi locali di acqua, rifiuti e gas, per “contenere” le tariffe, per evitare che la Toscana diventi terreno di conquista delle Multiutility che operano nelle regioni settentrionali (Iren, Hera, A2A).
Nessuna di queste affermazioni continuamente riproposte dai sostenitori dell’operazione è vera:

• sia la fusione che la futura quotazione in Borsa sono l’esatto opposto della tanto sbandierata ri-pubblicizzazione, che non è affatto coincidente con il mantenimento del 51% delle quote in capo ai soci pubblici: una società per azioni ha per scopo la produzione di utili per i propri soci, sia pubblici che privati; se per tenere in considerazione la funzione sociale gli amministratori non realizzassero utili potrebbero subire azioni di responsabilità da parte degli azionisti privati;
• le tariffe dei servizi erogati dalla nuova società aumenteranno, perché i meccanismi di formazione delle stesse prevedono che ogni voce di costo (compresi gli investimenti, e perfino i finanziamenti a fondo perduto) debba essere coperta dalle bollette; gli utili saranno realizzati con l'aumento delle tariffe e delle bollette, come è successo per l'ingiustificato aumento dell'8% della TARI da parte di Alia e con i continui incrementi delle tariffe del servizio idrico;
• i Comuni azionisti perderanno ogni possibilità di controllo sulla società e sui servizi erogati; il codice civile esclude infatti gli azionisti dall’esercizio dei poteri di gestione ed amministrazione delle società;
• con la quotazione in Borsa i servizi locali saranno totalmente assoggettati alle scelte degli attori finanziari – dediti per loro stessa natura alla ricerca di profitti e dividendi – e quindi esposti al costante rischio di speculazioni, come dimostra l’impennata del costo del gas (la cui quotazione è legata alla Borsa di Amsterdam).

Esprimere contrarietà all’operazione Multiutility significa affermare con chiarezza che un’alternativa c’è ed è concretamente praticabile.
Per ripubblicizzare la gestione del servizio idrico i Comuni possono costituire un’azienda speciale.
L’azienda speciale si configura – secondo la legge – come ente pubblico strumentale vincolato al raggiungimento del pareggio di bilancio e con capitale sociale appartenente interamente al soggetto pubblico: ciò significa che il controllo pubblico sull’azienda è diretto ed effettivo, che l’azienda non può essere oggetto di acquisizione da parte di privati e che gli eventuali utili possono essere reinvestiti sul servizio per abbattere le tariffe.
La ri-pubblicizzazione attraverso la costituzione di un’azienda speciale è la via che è stata percorsa con successo dal Comune di Napoli, con la nascita nel 2013 di ABC (Acqua Bene Comune Napoli).
ABC si caratterizza oggi come un modello di efficienza e trasparenza gestionale per la fornitura del servizio idrico a circa un milione di utenti nella città di Napoli e a circa 900.000 (in sub-distribuzione) nelle province di Avellino, Benevento, Caserta e Napoli.

Fonte: Ufficio Stampa

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