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SdS Empolese Valdarno Valdelsa, oltre 100 persone con disabilità inserite in tirocini lavorativi

(Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/lukasbieri-4664461/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2452806">Lukas Bieri</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2452806">Pixabay</a>)

Ieri al centro La Vela "Margherita Hack" di Avane – Empoli più di 100 persone erano presenti all'evento di chiusura del Progetto APPIL Autonomia Partecipazione Per l'Inclusione Lavorativa.  Un percorso lungo quasi 2 anni.
La SdS Empolese Valdarno Valdelsa, grazie ai finanziamenti ricevuti dalla Regione Toscana sul POR-FSE – seconda edizione, attraverso il coinvolgimento di molti partner del territorio, oltre che dei Centri per l'Impiego, ha portato a termine un percorso che ha permesso la progettazione di interventi di accompagnamento al lavoro per 172 persone in carico ai servizi di salute mentale e persone con disabilità.
Obiettivi dell’attività: favorire e sostenere il passaggio dei giovani con disabilità dall’istruzione all’occupazione; sostenere e migliorare attraverso servizi individualizzati l’inclusione sociale; accompagnare al lavoro persone in carico a servizi di salute mentale attraverso un percorso di orientamento, progettazione personalizzata, accompagnamento, incrocio domanda/offerta in base alla valutazione del livello di occupabilità e delle imprese interessate ad accogliere i partecipanti in tirocinio.
I numeri sono notevoli vista anche la risposta rilevante da parte delle aziende pubbliche, del privato sociale e private del nostro territorio e il raccordo con le associazioni di categoria ci ha permesso di inserire in tirocini aziendali 102 persone in diversi settori come quello conciario, del commercio, della ristorazione, agricolo,  metalmeccanico, turismo, servizi, associazioni sportive, privato sociale, enti pubblici, mentre per gli altri 70, al netto di alcune rinunce, sono stati previste attività laboratoriali e formative, seppure poi non sfociate in un tirocinio.
La presenza così numerosa registrata ieri sera, dove erano stati invitati i protagonisti dei progetti, le aziende private e gli enti pubblici, tra cui i Centri per l’Impiego, i soggetti del terzo settore, amministratori locali in rappresentanza della Giunta della Società della Salute, operatori dei servizi, familiari, ha dimostrato che, grazie ad un coordinamento efficace, si possono raggiungere obiettivi importanti, che riguardano la vita quotidiana di tante persone, alle quali, nonostante la vicina conclusione del progetto regionale si dovrà offrire una opportunità di continuità, perché "non esiste autonomia né inclusione senza una prospettiva di avvicinamento al mondo del lavoro”.
Come sottolineato nel corso della serata dagli interventi degli amministratori locali e dei tanti presenti, l'aspetto più importante del progetto non risiede solo nell'aver dato opportunità di crescita personale ai soggetti direttamente coinvolti, ma anche e soprattutto nell'aver seminato un'idea di autonomia legata al lavoro e all'inclusione.
Questa seconda edizione ha nuovamente messo al centro il tema del lavoro in un momento non facile per il paese, toccato oltre che dagli effetti della pandemia COVID, dalla crisi economica dovuta ai conflitti mondiali che hanno portato e porteranno ad un aumento importante di situazioni di disagio sociale.
L' SdS Empolese Valdarno Valdelsa vuol ricordare, attraverso le “vignette” rappresentate durante l'evento, alcune delle voci dei protagonisti dei progetti di inserimento: " ...mi sentivo abbandonato a non fare nulla, ma adesso so che posso andare avanti...” oppure “faticavo a stare in mezzo alla gente, ma malgrado tutto quello che dicono gli altri voglio un lavoro giusto e facile per me...". Queste insieme a tante altre voci che si sono levate in rappresentanza delle aziende ospitanti i tirocini e che hanno manifestato l’intenzione di dare la loro disponibilità alla prosecuzione dell’esperienza vissuta in questi 2 anni.
Rimane quindi una grande responsabilità non solo pubblica ma di tutta la comunità e di un territorio ancora capace di dare risposte concrete, in un tempo in cui la vita corre veloce e le persone spesso non hanno tempo di fermarsi ad ascoltare gli altri, per promuovere una società inclusiva, equa e più giusta.

Fonte: Ufficio Stampa

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