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Trasparenza per Empoli cala la carta Varis: "Siate sacerdoti dell'acqua (pubblica)"
Varis Rossi nella serata di Marcignana
Per tornare di persona sulla scena sceglie una serata che, almeno sulla carta, non pare delle più agevoli. L’8 di agosto dopo cena è più facile trovare gente su un lungomare che in una Casa del popolo ma il tema c’è, la voglia di dare il proprio contributo anche e quindi Varis Rossi accoglie di buon grado l’invito di Tpe e si presenta a Marcignana per parlare della questione che ha agitato i mesi scorsi e che sarà al centro della campagna elettorale ormai ai nastri di partenza: la multiutility e l’acqua pubblica.
Ad ascoltarlo una sala piena (ma non era l’8 agosto?) che prima passa al tavolo a firmare per il referendum e poi si siede ad ascoltare cosa l’ex sindaco ha da dire. Il quadro introduttivo è di Tpe, parole di Gianni Casalini e Marco Cardone. Passa anche un breve video dell’assessora Monni che esprime perplessità sul tema multiutility, su come non se ne sia discusso in nessuna sede del suo partito. Né più e né meno quello che lei e altri fecero calando la questione gassificatore su un territorio che poi, a furor di popolo, la ricacciò indietro. Ma sul metodo, in quella famosa serata di novembre, non ebbe niente da dire. Anzi.
Registrata la sua conversione sulla via di Damasco (San Paolo ci perdoni), tocca a Varis. Si alza, impugna un microfono, il foglio che si era preparato resta sul tavolo, va a braccio e spiega perché, secondo lui, si può discutere di tutto meno che di una cosa: l’acqua soggetta ai meccanismi speculativi della borsa, alla mercè di fondi, oscillazioni ed indici. È una questione sulla quale è già intervenuto in passato con lettere indirizzate ai media, con un incontro privato con la sindaca Barnini e sulla quale batte e ribatte ormai da sempre, con il piglio che tutti conoscono, con la competenza e la conoscenza che ha della sua Empoli ma, soprattutto, con una storia da uomo di sinistra che fatica a coniugare i suoi valori con una questione così.
"Il referendum del 2011 è stata una gigantesca occasione per la sinistra ma non l’abbiamo sfruttata e non tornerà mai più", spiega. Il grande tema dell’acqua pubblica era ed è per lui una battaglia di sinistra ed è per questo che la combatte, invitando anche la platea a farlo. Una battaglia anche culturale che si inserisce nel tema più ampio della cura del creato, tanto caro a papa Francesco che non manca di citare nel suo ragionamento. "Il nostro uso dell’acqua deve essere da francescano, tipico di chi crede in una religione fatta di comportamenti quotidiani, di cultura di tutela dell’acqua. Non è un semplice uso. Un cittadino deve essere un sacerdote dell’acqua, mentre alle aziende interessa solo il contatore che gira".
Sul tappeto c’è anche il tema del referendum che, stando a Rossi, investe quello fondamentale della partecipazione. Sottolinea l’importanza che un simile strumento ha e che, secondo lui, rappresenta un’occasione per capire cosa pensa la gente. "Fatelo il referendum - è il suo invito - fate un giro di valzer con i cittadini per capire cosa pensano" perché questo non capita con i tavoli partecipativi, gestiti da "caporali e sicari".
"Dobbiamo combattere per le firme - conclude – ben sapendo che stiamo lavorando non sulla scadenza dalla presentazione ma su una che per loro è molto più importante, le elezioni 2024".
Niente male per uno che, citando Gassman, si auto definisce "uomo con un grande avvenire dietro le spalle". Varis è sceso dalla bici ed è in trincea. "Noi siamo dalla parte del bene comune, dell’acqua pubblica".
Marco Mainardi