Influenza potentissima, il dottore empolese Periti: "Il peggio è passato, ma dovevamo prendere lezione dal covid"
Non è stato un buon inverno per buona parte delle famiglie toscane alle prese con l'influenza stagionale. Secondo l'Ordine dei Medici, quest'anno la viralità è stata la peggiore da 15 anni a questa parte: "Le stime parlano di circa 70 mila toscani con sintomatologie e di una diffusione, almeno in questo inizio dell'anno, in contrazione dopo undici settimane di crescita", spiegano i medici in una nota.
Abbiamo parlato con Iacopo Periti, medico di famiglia di Empoli, che ha fatto il punto della situazione dopo settimane di 'lavoro sul campo'.
"Ritengo che il peggio sia già passato, siamo nella fase di discesa dell'epidemia influenzale. A differenza degli anni scorsi, senza tampone è difficile capire se è si tratta di influenza o di covid. Comunque i dati della sorveglianza sanitaria dicono che i casi stiano scendendo".
Dottore, da cosa era caratterizzata questa ondata virale di influenza?
Febbre alta, persistente fino a 5 giorni, e sopra i 38-39°C. Poi tosse con strascichi lunghi, in alcuni casi presente ancora dopo due settimane. Mentre per le persone fragili anche un'infezione batterica, che talvolta poteva causare una polmonite. Per questo c'è stata una crisi al pronto soccorso. C'è da considerare anche che il raddoppio di accessi in pronto soccorso porta anche il raddoppio di flussi anche dai medici di famiglia. Poi abbiamo visto tante bronchioliti nei bambini, il sistema entrato più in crisi del solito. Ritengo però che tra due settimane cominciamo a esserne fuori. Già ora gli accessi sono solo per la tosse persistente, la gente si spaventa se dopo due settimane ancora non è andata via".
Nei soggetti fragili è stato un problema importante?
I problemi peggiori sono stati per chi non si è vaccinato. I non vaccinati sono stati peggio, ho avuto qualche caso di polmonite ma non da ospedale, bensì da poter curare a casa.
E nei giovani?
L'influenza è stata più 'ignorante' nei giovani, non come gravità ma come pesantezza. Per questo invito a vaccinarsi sempre di più. Ricordo che per l'influenza il vaccino è sicuro. Considerando che l'ondata parte dall'Asia, sappiamo qual è il ceppo per tempo. Per la prossima stagione invernale invito a ricordarsi com'è stata quest'anno. C'è stata tanta attenzione sul covid, ma quest'anno la criticità l'ha data l'influenza".
Come mai questa virulenza e questa potenza nel 2023?
Ciclicamente succede che è più diffusa. Il virus dell'influenza è tenace, muta in continuazione, è come lanciare i dadi. Quest'anno ha fatto doppio 6, ho letto anche di una virulenza paragonabile all'influenza suina.
In conclusione: con la fine della pandemia, ci siamo lasciati alle spalle anche le misure di prevenzione per le malattie infettive?
Se fossimo stati più attenti nei luoghi più affollati, ad esempio nei nostri ambulatori abbiamo messo un cartello con l'invito a indossare la mascherina. Dovevamo prendere lezione del covid e usare le cose buone. Abbiamo voluto mettere via il ricordo della pandemia, ma bisognerebbe continuare nelle cose utili. Per esempio, chi ha dei sintomi e deve assistere un anziano, si deve mettere mascherina. Questo vale per l'influenza come per qualunque malattia infettiva.
Elia Billero