Mimose (e allegria) dall'associazione Cantini in due Rsa castellane
L'Associazione "Romanello Cantini" ha portato la tradizionale mimosa ed una ventata di freschezza in due RSA di Castelfiorentino.
Gli ospiti della Casa di riposo Ciapetti hanno ricevuto la visita di una compagnia di giovani donne al mattino nella sezione di Timignano e al pomeriggio nella sezione della Pieve.
Il gruppo, composto da circa 40 ragazze e coordinato dalla Presidente dell'Associazione Daniela Casagli, su suggerimento di Viola Baragli e dell'animatrice Linda, ha deciso di trascorrere una parte della giornata dedicata alla donna aderendo ad una iniziativa di volontariato e di solidarietà con lo scopo di donare un sorriso e la loro bravura alle signore e ai signori che vivono in queste strutture.
Il piccolo spettacolo offerto è stato trascinante nella parte coreografica, grazie alla scelta di musiche particolarmente allegre e dai ritmi coinvolgenti, mentre ha suscitato anche un po' di nostalgia per la scelta delle canzoni che hanno spaziato nel panorama musicale degli anni '60, '70, '80 fino ad arrivare al decennio scorso. Così Marta Nencioni ha cantato le iconiche "Lisa dagli occhi blu" di Mario Tessuto e "Rose rosse" di Massimo Ranieri; Anna Laura Lelli, che ha più o meno gli stessi anni di Gigliola Cinquetti quando nel 1964 vinse Sanremo con "Non ho l'età", ci ha ricordato, interpretando con sentimento questo brano, che ci sono canzoni senza tempo per ragazze di ogni tempo; Eva Dei, con la sua voce incredibilmente limpida, ha voluto sottolineare con la canzone di Fiorella Mannoia "Combattente" che nel giorno dedicato alla donna e sempre "chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso". E poi il gran finale che ha coinvolto tutti, animatrici, giovani e meno giovani, in un crescendo contagioso di allegria quando si è cantato e ballato "Mamma Maria" dei Ricchi e Poveri.
Come spesso accade se si dona qualcosa, ciò che si riceve è più di ciò che si è dato. Quando le ragazze al termine dello spettacolo hanno prestato attenzione alle tante storie, ai tanti ricordi delle persone più anziane che con la loro vita sempre più lunga hanno sempre più cose da raccontare, si sono sicuramente arricchite e la gioia tangibile che hanno suscitato sia ballando e cantando che ascoltando, le ha certamente ripagate per il loro lodevole impegno.
L'Associazione dedicata a Romanello Cantini mira a legare il ricordo di una persona estremamente generosa, soprattutto della sua immensa cultura, ad iniziative di bene e ringrazia calorosamente una per una le ragazze che oggi hanno dedicato il loro tempo a far sì che questo desiderio possa via via realizzarsi.
Prezioso è stato l'intervento finale di Don Alessandro, amico personale di Romanello Cantini, che ha ricordato che l'amicizia Romanello la donava volentieri perché sapeva che l'amicizia è il vero motore di qualsiasi movimento che crei comunità e comunione, anche in presenza di idee diverse. L'iniziativa di oggi racconta la sua passione per costruire un tessuto vero di unione che a volte si serve delle circostanze come l'8 marzo, ma che ha il significato più profondo di costruire qualcosa di importante nella vita nostra e di un paese.
Il parroco di Santa Verdiana ha raccontato alle ragazze l'episodio di isolamento che ha portato agli inizi del 1900 a costruire quello che allora si chiamò il "Pio ricovero di mendicità". Ci fu un suicidio al cimitero di un uomo profondamente solo. Questo avvenimento suscitò grande scalpore e il suo predecessore Don Massai ebbe l'intuizione di creare una casa che accogliesse le persone che vivevano la più grande povertà dentro la loro solitudine, per far trovare loro un ricovero, un posto dove si viene custoditi e amati.
Don Alessandro ha concluso sottolineando che le 40 ragazze oggi, accogliendo l'invito della Presidente della Associazione dedicata a Romanello, sono entrate in questa casa per fare un gesto di cura, per far sentire agli ospiti anziani che il presente profuma di futuro, per alleggerire il peso del loro passato nel presente.
Fonte: Ufficio stampa