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Dimissioni assessore Gori, Riformisti per San Miniato: "Segnale di inquietudine strutturale"

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Le dimissioni dell’assessore al bilancio Marino Gori, rassegnate ad appena un anno di distanza dalla sua nomina, rappresentano molto più di un passaggio personale o fisiologico. Sono invece il preoccupante ed evidente segnale di un’inquietudine strutturale, di una giunta pervasa dalla impossibilità e dalla incapacità di costruire relazioni stabili, credibili, funzionali al buon governo della città.

Gori, forte dell’ottimo risultato conseguito in termini di preferenze in occasione delle scorse elezioni amministrative, rappresentava forse una delle poche figure scelte per effettiva competenza, un profilo quindi non propriamente “aderente” alle tradizionali strategie ed equilibri di partito. Era stato investito di un compito molto delicato: gestire le leve economico-finanziarie in una fase delicata, con risorse potenzialmente straordinarie (da investire in modo adeguato) a disposizione. La sua permanenza è però stata breve, segnata probabilmente da ostacoli politici e da una sempre più evidente marginalizzazione.

E purtroppo non è un caso isolato. Negli ultimi mesi, il Comune di San Miniato, ha visto il susseguirsi di dimissioni ed abbandoni significativi, non ultimo quella del dirigente dell’area tecnica, anch’essa figura strategica dell’apparato amministrativo. Questo evidenzia una lenta (neanche troppo), ma costante, emorragia di competenze, e ci racconta molto più delle dichiarazioni ufficiali. È il sintomo di un ambiente chiuso, incapace di valorizzare il merito e di fare squadra. Nel caso Gori, poi, le ragioni addotte – “scelte personali e professionali” – non attenuano la portata del gesto, ma anzi la amplificano. Perché se un assessore con una importante delega, nominato da appena un anno, decide di farsi da parte non per uno scontro diretto ma per una valutazione personale, allora significa aver toccato con mano l’impossibilità di operare davvero con la necessaria efficacia. Significa aver constatato, dall’interno, che nel Comune di San Miniato non si può agire con autonomia, trasparenza, visione. E questo è forse il dato più preoccupante: le migliori competenze si allontanano non per attriti, ma per constatazione della pochezza e dell’opacità dell’ambiente amministrativo.

Il Comune di San Miniato, è bene ribadirlo, dispone di una cassa abbondante e registra ogni anno avanzi consistenti. Eppure, gli investimenti restano un miraggio, i fondi non si trasformano in opere, servizi, risposte ai bisogni della cittadinanza. L’incapacità di spendere non è una colpa tecnica: è una responsabilità politica. E chi ha sollevato dubbi o posto domande fuori dall’ortodossia di maggioranza è stato, sistematicamente, messo da parte. In questo contesto, la scelta di Gori di farsi da parte appare come l’epilogo di un’incompatibilità ormai evidente tra autonomia tecnica e gestione politicizzata delle deleghe più delicate. Un epilogo che, inevitabilmente, prelude all’assegnazione dell’assessorato al bilancio ad una figura più vicina, più “fidata”, più malleabile. Non la persona più capace, ma la più funzionale alla tenuta interna della coalizione. È un passaggio chiave. Perché mostra la vera natura dell’attuale amministrazione: più attenta agli equilibri interni che alle necessità del territorio, più preoccupata della propria sopravvivenza che della capacità di costruire futuro.

Il punto è chiaro: non basta vantare un bilancio solido se le risorse restano immobili, se le frane non vengono messe in sicurezza, se i progetti si fermano, se il territorio continua a perdere opportunità. Non serve fedeltà, servono competenze. Non servono equilibri interni, serve visione. San Miniato non può più permettersi una guida opaca, incapace, inadeguata. È tempo di un’amministrazione che riconosca il valore delle persone, che investa sul merito e che restituisca dignità alla politica come strumento di trasformazione reale. Le dimissioni di Gori ci ricordano, ancora una volta, che il problema non sono le persone che se ne vanno. Il problema reale è da individuarsi nel perché se ne vanno e nelle persone che restano.

Fonte: Riformisti per San Miniato

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