Laura Santi è morta: aveva avuto accesso al suicidio assistito
La giornalista Laura Santi, 50enne perugina, è morta lunedì 21 luglio nella sua casa di Perugia a seguito della autosomministrazione di un farmaco letale. Assieme a lei suo marito Stefano. Santi era da anni impegnata con battaglie sul fine vita; malata di sclerosi multipla, era peggiorata e negli ultimi tempi il suo impegno per l'eutanasia era tornato alla ribalta.
Era attivista dell'Associazione Coscioni, con sede a Firenze. Pochi mesi fa aveva lanciato pure un appello ai consiglieri regionali della Toscana proprio sulla legge riguardo il fine vita. Lei stessa aveva parlato di "decisione storica" riguardo quanto scelto dalla nostra regione. Laura Santi è la nona persona in Italia, e la prima in Umbria, a scegliere il suicidio assistito.
Così l'ha salutata l'associazione Luca Coscioni su Facebook: "Laura Santi ha scelto di essere libera. Il nostro pensiero va a suo marito Stefano e a tutte le persone che le hanno voluto bene. La ricordiamo con le sue parole, tratte da una lettera che ha scritto ai membri del Consiglio dell’Associazione Luca Coscioni: 'State tranquilli per me, io mi porto di là i sorrisi. Ma vi prego: ricordatemi. E nel ricordarmi non stancatevi mai di combattere. Non rassegnatevi mai. Anche quando le battaglie sembrano veramente invincibili'”. Qua la sua ultima lettera.
Anche il consigliere regionale e attivista Iacopo Melio l'ha salutata con un post: "Laura Santi ha scelto di essere libera. Grazie per il tuo coraggio e per la tua voce. Grazie per la tua amicizia. Ti porterò sempre nel cuore e nelle idee. Ciao Laura".