gonews.it

Approvato piano antenne, respinte le osservazioni dei comitati. Il Comune: "Garanti della salute", le opposizioni: "Privi di coraggio"

Numerose le critiche e i dubbi espressi da alcune forze politiche e cittadini, che chiedono maggiore trasparenza e approfondimenti sugli impatti sanitari e ambientali della tecnologia del 5G

Approvati in Consiglio comunale, nella seduta del 23 luglio 2025, il Programma e il Regolamento comunali sugli impianti di telefonia (antenne 5G). Durante la discussione, sono state accolte parzialmente due osservazioni presentate dai comitati, mentre una è stata approvata integralmente. Le restanti osservazioni sono state respinte.

Due i punti all’ordine del giorno: il primo riguardava il Regolamento per l’installazione degli impianti di telecomunicazioni, il secondo il Programma comunale per la localizzazione degli impianti, comprensivo dell’approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni pervenute e dell’adozione definitiva del piano.

Regolamento per l'installazione di impianti di telecomunicazione

La discussione sui due provvedimenti – regolamento e programma comunale – è entrata nel vivo con l’illustrazione delle osservazioni da parte della dottoressa Daniela Miccolis, responsabile dell'ufficio ambiente del Comune, che ha riportato le controsservazioni fatte con la società Polab, incaricata dal Comune per le analisi tecniche e normative. Miccolis ha analizzato una per una le nove proposte avanzate dal Comitato 5G, esprimendo per ciascuna un parere di accoglimento, parziale o totale, o di rigetto.

Le osservazioni sul regolamento per l'installazione di impianti di telecomunicazione

Il primo, ha richiesto all'amministrazione l'approvazione separata del regolamento dal programma di telefonia. Visto che "il quadro normativo non prevede un requisito stringente di legge - ha spiegato Miccolis - approviamo questa osservazione".

Nel secondo punto, il comitato 5G, relativamente a una delibera del consiglio comunale dove è stata presa posizione contro la legge (69/2024) sull'innalzamento dei limiti da 6 a 16 volt metro, il comitato chiede di introdurre nel regolamento un primo articolo dove si riportano gli enunciati della delibera in cui si stabilisce di "dissociarsi e di promuovere la conoscenza e la trasparenza per i cittadini, anche attraverso il portale antenna trasparente'". Il problema, come ha spiegato Miccolis, è che "il regolamento essendo una fonte normativa secondaria, non può prevedere delle limitazioni delle definizioni dei livelli massimi di esposizione. però, allo stesso tempo, la finalità del regolamento prevedono la minimizzazione dei livelli di esposizione dei campi elettromagnetici. per questo, è coerente con la delibera di consiglio, quindi suggeriamo di richiamarla nell'enunciato dell'articolo, e quindi approvare parzialmente l'osservazione".

A questa riflessione si è aggiunta la voce critica del consigliere Maccari, che ha definito il regolamento "privo di incisività e coraggio", soprattutto in riferimento alla coerenza con la delibera 69/2024, della quale viene fatto, secondo lui, solo un riferimento parziale e debole. Maccari ha sottolineato che "l’innalzamento dei limiti di esposizione elettromagnetica – da 6 a 15 V/m e con la riduzione del tempo medio da 24 a 4 ore - non è supportato da evidenze scientifiche solide", e proprio per questo il regolamento avrebbe dovuto recepire con maggiore decisione le posizioni già espresse dal Consiglio comunale attraverso la delibera. "Non possiamo andare contro la normativa nazionale sui limiti di legge - ha ricordato Mannucci -. Né tanto meno possiamo introdurre distanze minime non previste dalla normativa vigente”.

Il terzo punto richiede un monitoraggio più approfondito e dettagliato. Ma come ha anche spiegato Mannucci, Polab svolge già un attività preventiva, assicurando che questa già rispetta i limiti del campo magnetico. Nonostante ciò, ARPAT esegue comunque dei controlli a campione. Per questo, suggeriscono di non approvare il punto. Su questo punto, l'assessora Mannucci ha precisato: “Oltre ad Arpat, anche Polab effettuerà controlli post-installazione e tutto sarà pubblicato sulla piattaforma Antenna Trasparente

Il consigliere Poggianti ha espresso una netta contrarietà a questo rigetto, ritenendo che il solo rimando al portale 'Antenna Trasparente' non garantisca un monitoraggio sufficientemente capillare né in termini quantitativi né qualitativi. Ha quindi auspicato controlli anche 'ex post' – e non solo 'ex ante' – svolti da soggetti terzi con competenze specifiche, a tutela dei cittadini e per evitare potenziali situazioni di inquinamento elettromagnetico. Anche Maccari ha sottolineato questo punto, ritenendo i monitoraggi attualmente previsti inadeguati, e ha proposto una soluzione più articolata: "effettuare i controlli su due livelli, uno basato sulla normativa vigente e uno riferito ai precedenti limiti ante-2024".

Sul punto 4, che proponeva di pubblicare sul portale anche le modifiche soggette a SCIA, l’amministrazione ha accolto parzialmente, spiegando che già vengono pubblicati gli avvisi relativi alle autorizzazioni, pur nel rispetto della riservatezza degli operatori, mentre per le SCIA non è previsto un provvedimento espresso e quindi non se ne ritiene necessaria la pubblicazione.

Poggianti ha annunciato un voto di astensione, riconoscendo un elemento positivo nel rafforzamento della trasparenza, ma ritenendo insufficiente il fatto che atti semplificati come le SCIA non vengano comunque resi pubblici.

Riguardo al punto 5, che chiedeva l’applicazione più rigorosa del principio di precauzione tramite limiti più cautelativi e vincoli urbanistici, l’amministrazione ha respinto l’osservazione, richiamando la normativa vigente che considera le antenne opere di urbanizzazione primaria, e le sentenze che limitano l’autonomia dei Comuni su questo fronte. Poggianti, pur condividendo le finalità del Comitato, ha annunciato un voto di astensione, riconoscendo che l’amministrazione si muove in un contesto normativo complesso, con una giurisprudenza stratificata che potrebbe esporre il Comune a contenziosi, trattandosi di una materia che è più di competenza statale che locale.

Sul punto 6, relativo al divieto di installazione in prossimità di siti sensibili come scuole e ospedali, l’amministrazione ha motivato il rigetto con spiegazioni tecniche fornite anche in sede di commissione: una maggiore distanza dalle antenne non implica automaticamente minore esposizione, poiché i dispositivi mobili aumentano la potenza di trasmissione in assenza di segnale forte. Ha precisato Mannucci : "in luoghi come scuole o ospedali, dove il segnale è debole ma i cellulari sono comunque accesi, l’impatto elettromagnetico risulta maggiore. Ecco perché la scelta di non escluderli è stata consapevole, supportata da studi scientifici e discussa approfonditamente in commissione”.

Poggianti ha espresso forte contrarietà alla mancata accoglienza dell’osservazione, sostenendo che, pur non essendoci un obbligo normativo, il Comune avrebbe potuto agire in autonomia sul piano urbanistico per applicare, in via precauzionale, dei limiti di distanza in assenza di un divieto esplicito nella legge nazionale, cioè in una situazione di lacuna normativa. Secondo Poggianti, sarebbe stato possibile "in termini di precauzione e di controllo", normare la distanza da scuole, RSA, ospedali o altri luoghi sensibili. Anche il consigliere Maccari ha insistito su questo aspetto, ribadendo che il regolamento avrebbe dovuto individuare in modo esplicito restrizioni legate alla presenza di siti sensibili, come scuole e ospedali.

Anche il punto 7, che chiedeva di privilegiare la connettività cablata rispetto all’uso massivo delle radiofrequenze, è stato respinto dall’amministrazione per motivi economici e di fattibilità. Anche in questo caso, Poggianti ha espresso netta contrarietà alla decisione.

Sul punto 8, pur non essendoci nel verbale la sintesi della proposta, Poggianti ha comunicato un voto di astensione.

Infine, il punto 9 proponeva l’istituzione di un tavolo partecipativo permanente. L’amministrazione ha respinto anche questa proposta, sostenendo che esistono già strumenti di partecipazione come il portale 'Antenna Trasparente', che consente ai cittadini di presentare osservazioni. Poggianti ha replicato in modo critico, sottolineando la mancanza di un reale coinvolgimento costante e strutturato della cittadinanza. Ha utilizzato un esempio plastico per chiarire la questione: un’antenna installata senza reale confronto pubblico rappresenta l’immagine concreta di una mancanza di dialogo sul decoro urbano e sul paesaggio.

Favorevoli al regolamento, invece, i consiglieri Giannoni e Bagnoli. Giannoni ha definito il regolamento “tanto importante quanto atteso, frutto di un lavoro serio e partecipato che rafforza il ruolo del Comune come garante del territorio e della salute pubblica". Sulla stessa linea l’intervento di Bagnoli, che ha confermato il voto favorevole della maggioranza, ritenendo che il regolamento riesca a tenere insieme “i principi cardine: rigore tecnico-scientifico e coinvolgimento della cittadinanza”.

Programma comunale sulla localizzazione degli impianti di telefonia

Sulla questione degli impianti di telefonia, erano state aperte le osservazioni alla cittadinanza, da cui sono scaturite oltre 50 osservazioni, in gran parte riferite al diverso posizionamento delle antenne. Di queste, 43 riguardano il di Via Viaccia.

Molte osservazioni, però, sono state scartate perché, come ha spiegato Miccolis, "le osservazioni sono molto generiche e fanno riferimento a principi normativi senza offrire soluzioni per lo spostamento dell'impianto. Per questo, le osservazioni non potevano essere accolte".

Tra le critiche mosse, Poggianti ha espresso dubbi circa lo strumento del programma, ritenendolo contrario agli interessi finanziari del Comune di Empoli e, più in generale, ha criticato "sull'approccio eccessivamente".

"Non si tratta di un’approssimazione, - ha risposto Mantellassi -ma di un percorso in cui il Comune di Empoli si è dotato della consulenza della società Polab e dell’Ufficio Ambiente, insieme a un percorso partecipativo con convegni che ha portato alla creazione della piattaforma ‘Antenna Trasparente’. Quello che è un tema tecnico ha comunque visto una fase di presentazione pubblica”.

Il Comune di Empoli, come ha spiegato Miccolis, è stato tra i primi dei 273 comuni toscani ad adottare un programma di telefonia, tutelando così i cittadini. Un lavoro che, come ha affermato Mannucci, "il programma non è obbligatorio, e dunque, i comuni non sono tenuti a farlo per legge. È una scelta una scelta che parte dall'amministrazione comunale per tutelare i cittadini dall'impatto elettromagnetico".

Il consigliere Maccari ha sollevato un’ulteriore questione procedurale, affermando che “una delle osservazioni riguarda il fatto che l’adozione del piano, approvata con delibera di giunta, avrebbe dovuto prima passare dal Consiglio comunale, trattandosi di pianificazione territoriale. Inoltre, gli operatori telefonici fanno sempre più fatica a trovare aree private disponibili, e quindi cercano terreni comunali. A nostro avviso, il piano dovrebbe essere più restrittivo e meno favorevole alle compagnie”.

Non mi sento di stigmatizzare chi si preoccupa per le antenne installate davanti casa”, ha risposto ancora Mantellassi. “Il piano è l’unico strumento che ci consente una programmazione seria sull’installazione degli impianti. Chi governa - ha concluso - deve prendersi anche qualche schiaffo, ma questa è la soluzione migliore per attrarre l’interesse delle compagnie, evitando al contempo la vicinanza alle zone più densamente abitate”.

 

 

 

Exit mobile version