gonews.it

Il sindaco Del Grande contro la consigliera Maccanti: "Il Consiglio Comunale usato come palcoscenico da chi non ha idee"

Manuela Del Grande

"L’Amministrazione comunale di Santa Maria a Monte ritiene doveroso intervenire in merito al comunicato diffuso dalla consigliera Elisabetta Maccanti, che ha tentato di trasformare una semplice applicazione del regolamento del Consiglio in un caso mediatico grottesco, generando un clima di vittimismo e allarmismo del tutto infondato".

Così il sindaco Manuela Del Grande, contro la consigliera di Viviamo Santa Maria a Monte, Elisabetta Maccanti.

"Durante la seduta del 28 luglio, tutti gli interventi erano stati regolarmente conclusi. Come previsto dal regolamento, si era entrati nella fase delle dichiarazioni di voto: un momento istituzionalmente distinto, in cui non è consentito riaprire il dibattito. La consigliera Maccanti ha scelto – ancora una volta – di ignorare le regole e utilizzare il proprio intervento per rilanciare polemiche, venendo pertanto richiamata. Invece di adeguarsi, ha alzato i toni, compromettendo ulteriormente la dignità dell’assemblea".

"Il microfono è stato disattivato per ristabilire l’ordine, non certo per “censurare” opinioni: se quelle stesse osservazioni fossero state presentate nella fase degli interventi, sarebbero state pienamente legittime e ascoltate nei tempi e nei modi previsti. Ma rilanciarle nel momento dedicato alle dichiarazioni di voto – violando le regole e l’istituzionalità dell’aula – è stato un gesto scorretto, poi strumentalizzato in modo teatrale e fuorviante".

"Ancora più grave è il tono intimidatorio utilizzato verso il sindaco, a cui è stato rivolto – a microfono riattivato – un imperioso e inaccettabile “non si permetta mai più di spegnere il mio microfono!”. Un’espressione che ha poco a che fare con il confronto democratico e molto con l’arroganza verbale di chi, invece di rispettare le istituzioni, pretende di imporsi urlando. Un tono aggressivo e autoritario, più adatto a una provocazione personale che a un confronto democratico, offensivo per il ruolo e per la persona, che nulla dovrebbe avere a che fare con l’aula consiliare".

"Ci preme ricordare ai cittadini che la gestione del Consiglio Comunale si fonda su regole precise, valide per tutti. Il rispetto di queste regole non è un capriccio della maggioranza: è garanzia di democrazia, efficienza e trasparenza. Quando da mesi – anzi, da anni – si assiste a continue forzature, interruzioni non autorizzate, toni irrispettosi e uso scorretto del tempo a disposizione, è inevitabile intervenire per ripristinare un minimo di decoro istituzional".

"Chi oggi grida alla censura dovrebbe piuttosto interrogarsi su come mai, dopo oltre 12 anni di presenza in Consiglio, non abbia ancora compreso – o non voglia accettare – le regole basilari del dibattito democratico. Non è il regolamento ad essere il problema: è l’uso distorto che se ne fa per costruire teatrini politici nel tentativo, finora fallimentare, di compensare una cronica mancanza di contenuti, proposte e autorevolezza".

"Particolarmente gravi sono alcune insinuazioni emerse nel corso di un precedente Consiglio Comunale, come l’affermazione secondo cui – con l’esternalizzazione del servizio mensa – “non si capisce cosa potrebbero fare i dipendenti dell’ufficio scuola”. Un’allusione tanto sottile quanto offensiva, che insinua un presunto svuotamento di funzioni senza alcun fondamento reale. Chi lavora ogni giorno con impegno e responsabilità all’interno dell’Ente merita rispetto, non sarcasmo né illazioni. Strumentalizzare timori inesistenti pur di accendere i riflettori è un segno di profonda irresponsabilità politica".

"Invitiamo infine tutti coloro che, anche in buona fede, hanno preso posizione in modo acritico, a verificare sempre i fatti prima di appoggiare chi urla più forte. In un’epoca di disinformazione rapida, essere credibili richiede responsabilità. E chi la credibilità la perde da solo, non può poi lamentarsi se la cittadinanza si accorge che dietro certi proclami non c’è altro che rumore".

"Chi trasforma un regolamento in uno scandalo, chi scambia un richiamo tecnico per censura e chi ricorre al clamore polemico come unico strumento per ottenere attenzione – in assenza di idee, contenuti, proposte o autorevolezza – non fa un torto alla maggioranza: lo fa al buon senso e alla fiducia dei cittadini".

Fonte: Comune di Santa Maria a Monte - Ufficio Stampa

Exit mobile version