Fratelli d'Italia Fucecchio: "Presentata querela per diffamazione a mezzo social"
Vittorio Picchianti
"Non ci siamo mai tirati indietro dal confronto politico anche quando questo è stato aspro e, talvolta, portato avanti da qualcuno con notizie false e con attacchi personali. Stavolta, però, si è andati oltre e di fronte a certi messaggi (che nulla hanno a che fare con la politica) che sono comparsi sui social nelle scorse settimane, abbiamo ritenuto di doverci muovere per le vie legali. Dobbiamo tutelare l'immagine della nostra integrità per ciò che stiamo facendo in consiglio, per le nostre attività lavorative, per i nostri cari e per tutta la comunità che rappresentiamo".
Così in una nota il gruppo consiliare Fratelli d'Italia Fucecchio annuncia di aver presentato querela per diffamazione a mezzo social. Sentito il capogruppo e consigliere comunale Vittorio Picchianti, le frasi finite all'attenzione di FdI Fucecchio provenivano "da un profilo formalmente anonimo". "La denuncia è contro ignoti, chi di dovere farà gli accertamenti". Il succo del messaggio, contenuto in post che poi da quanto si apprende sarebbero stati rimossi, "era che la nostra azione politica sarebbe influenzata da interessi personali, favori e cose simili. Essendo che alcuni di noi sono anche dei liberi professionisti, è stata presa male da molti". In corso le verifiche sull'eventuale continuo della potenziale diffamazione, viene evidenziata la distanza da dinamiche politiche: "Ho comunque informato i colleghi del Consiglio comunale di questa cosa premettendo che non era rivolta a nessuno dei presenti, né amministrazione né consiglieri. Secondo noi non si ravvisa un discorso di critica politica, perché lì di politico non c'era assolutamente niente".
Per il Gruppo consiliare "sembra evidente che questo nuovo corso dell'opposizione fucecchiese che stiamo portando avanti da ormai un anno susciti in qualcuno turbamenti e invidie che vanno al di là della "classica" dinamica consiliare e politica. Com'è giusto che sia, non smetteremo mai di confrontarci e di rendere conto del nostro operato a chi ce lo dovesse chiedere, ma quando gli strumenti democratici a nostra disposizione non dovessero bastare, non mancheremo - seppur a malincuore - di far valere le nostre ragioni nelle sedi opportune, così come abbiamo fatto stavolta".